Villa da Filicaja, Sagrantino
Nella lussureggiante cornice della campagna toscana, in località Al Filicaja, sulle colline che dividono la Valle del Rio Pietroso dalla Valle dell'Egola, si trova la tenuta da Filicaja, di proprietà del Conte Antonio Nardi-Dei da Filicaja Dotti, una delle realtà toscane più ricche di storia e tradizione. Al centro della tenuta è situata l'antica Villa da Filicaja, vero cuore pulsante della proprietà. La superficie complessiva della tenuta è di circa cento ettari distribuiti tra vigneti, oliveti, campi di seminativi e ampie zone boschive, che contribuiscono a mantenere l’ecosistema in equilibrio e a favorire la presenza di una notevole biodiversità ambientale, particolarmente adatta alle esigenze della vite. In queste terre la tradizione della viticoltura ha origini antichissime. Le prime testimonianze storiche risalgono all’epoca etrusca e in seguito al periodo romano. Nel corso dei secoli, la tradizione è sempre stata tenuta viva fino ad arrivare ai giorni nostri. Sono ormai diversi secoli che la famiglia Nardi-Dei produce vini nelle splendide terre del Chianti, sempre con l’obiettivo di produrre grandi etichette che siano in grado di esprimere le migliori peculiarità varietali dei vitigni e le caratteristiche del terroir di questo meraviglioso angolo della Toscana. L’attività della cantina è sempre stata orientata alla ricerca di un costante miglioramento della qualità dei vini, sempre mantenendo un perfetto equilibrio tra le antiche consuetudini e l’innovazione legata alle nuove conoscenze e ai progressi in campo enologico. Il clima continentale mitigato dalla vicinanza del mare regala inverni freddi ed estati molto calde, caratterizzate da buone escursioni termiche, che favoriscono la graduale maturazione delle uve con profili aromatici molto intensi e ricchi. I suoli sono poveri, molto pietrosi, con presenza di galestro e alberese; terreni molto vocati per una viticoltura di alta qualità. Vino.com vanta nel suo catalogo un’ampia selezione dei migliori vini del marchio Villa Da Filicaja.
Vino rosso Villa Da Filicaja
Il vino rosso Villa Da Filicaja ha origine nel cuore della campagna toscana, zona da sempre vocata per il Sangiovese, ma che ospita anche altre varietà storicamente presenti in Toscana, come il Canaiolo, il Trebbiano toscano e la Malvasia, o famosi vitigni internazionali provenienti da Bordeaux, che si sono acclimatati molto bene, come il Merlot e il Cabernet Sauvignon.I migliori vini rossi Villa da Filicaja sono quelli della Collezione del Conte: una selezione delle eccellenze provenienti dai terroir più celebri e prestigiosi della nostra penisola, prodotti da Villa da Filicaja per rendere omaggio alla memoria del Conte Filicaja, appassionato e collezionista di grandi vini. È una sorta di piccolo tour d’Italia, che tocca alcuni dei territori del nord, del centro e del sud. Si va dal nobile Barolo al pregiato Brunello di Montalcino, passando per la straordinaria terra di Bolgheri e Valpolicella, da cui provengono eccellenti rossi come l'Amarone della Valpolicella e il Valpolicella Ripasso, per finire in Puglia con l'immancabile Primitivo di Manduria.
Vino bianco Villa Da Filicaja
La cantina Villa Da Filicaja non produce vino bianco, ma è rinomata per le sue celebri etichette di vino rosso, tra cui rientrano le più importanti denominazioni della Toscana: Chianti DOCG, Bolgheri DOC e Brunello di Montalcino DOCG.
Quali sono le caratteristiche del Bolgheri Filicaja?
Il Bolgheri della Collezione del Conte Villa da Filicaja si caratterizza per un profumo complesso e raffinato, che spazia dalla frutta rossa a note erbacee e di menta. Si tratta di un vino strutturato e di buon corpo, ma anche perfettamente equilibrato, che in bocca sprigiona tutta la sua mineralità e sapidità. Perfetto in accompagnamento a carni rosse e formaggi stagionati, sposa anche piatti a base di cacciagione.
Per cosa si caratterizza il Primitivo di Manduria Filicaja?
Il Primitivo di Manduria Villa da Filicaja si presenta al calice con un bel rosso rubino con intensi riflessi violacei. Al naso apre con un piacevole aroma di frutta rossa, che evolve in eleganti note speziate. Il corpo è robusto, ma morbido. Vino.com lo consiglia in abbinamento a primi di pasta ripiena, o in compagnia di formaggi stagionati.
Come nasce il Brunello di Montalcino Filicaja?
Il Brunello di Montalcino Villa da Filicaja nasce da uve Sangiovese in purezza, coltivate nei vigneti sul versante sud-ovest del comune di Montalcino. A seguito della vendemmia, rigorosamente manuale, avviene la diraspa-pigiatura e la fermentazione in acciaio. La macerazione sulle bucce è di circa 25 giorni, dopodiché, avviene la fermentazione malolattica e l’affinamento in botti di rovere di Slavonia per 36 mesi. Il vino “riposa” ancora per un ulteriore periodo, prima di essere imbottigliato, acquisendo così un carattere unico. Si tratta infatti di un vino strutturato, ma elegante, denso e vellutato. Un vino da meditazione, che si lascia apprezzare anche in abbinamento a piatti di cacciagione.
Il vitigno Sagrantino è coltivato quasi esclusivamente in Umbria, in particolare nel territorio di Montefalco dove è stato all’origine della DOCG dal 1990. Le sue origini restano piuttosto misteriose e per secoli i viticoltori del territorio hanno utilizzato le sue uve quasi esclusivamente per produrre vini passiti da consumare durante le più importanti festività religiose. Oggi è vinificato come vino secco e risulta particolarmente apprezzato in blend con il Sangiovese. Con il censimento del 2010 erano circa 950 gli ettari dedicati al Sagrantino. Il suo nome deriverebbe proprio dal termine latino sacer ma il suo legame con la città di Montefalco è di indubbio valore. Qui, infatti, secondo una leggenda, l’imperatore Federico II di Svevia, grande appassionato di falconeria, avrebbe risparmiato l’antica città di Coccorone grazie alla restituzione dei falchi fuggiti sulla vetta antistante l’accampamento imperiale. In segno di riconoscenza, l’imperatore ne avrebbe evitato la distruzione rinominandola Montefalco. Aldilà del nome, la provenienza del Sagrantino resta incerta e dibattuta, con testimonianze che riconducono a Plinio il Vecchio o l’ipotesi di un trasferimento dall’Asia Minore ad opera di alcuni monaci. Ciononostante, si tratta di una varietà che ha rischiato di scomparire di fronte all’avanzamento dei grandi vitigni rossi internazionali. Sono state la tenacia e la passione dei viticoltori di Montefalco ad assicurarne la sopravvivenza nel tempo. Solo negli anni ‘70 e ‘80 il Sagrantino ha cominciato a essere vinificato in rosso per produrre vini secchi. Pur non trattandosi di un vitigno facile da gestire, l’esperienza del Sagrantino è in grado di ricondurre agli albori di culture e tradizioni senza rivali. L’elevata presenza di tannini, infatti, necessita di lunghi periodi di affinamento in legno prima di delimitarne la portata e di garantire un sorso armonico, equilibrato e poco irruento. Di colore rosso intenso, apre al naso con un bouquet di frutti di bosco, more, ribes nero e spezie. Il sorso presenta grande struttura, con un corpo caldo e potente, sostenuto da una fitta trama tannica e da una buona acidità. Perfetto per consumare piatti di carne, come brasati o selvaggina.
Perché acquistare Sagrantino
Acquistare Sagrantino significa indubbiamente ristabilire una parentela con tradizioni locali che rischiavano, prima degli anni ‘90 del secolo scorso, di essere dimenticate. Senz’altro un vino difficile da apprezzare, può riservare notevoli sorprese quando degustato nelle giuste occasioni, anche come vino da meditazione. Se si è in cerca di un vino carico e possente, territoriale e audace, il Sagrantino rappresenta la scelta giusta per innamorarsi al primo sorso di tutta la sua complessità.
Quali sono le caratteristiche del vitigno Sagrantino?
Il vitigno Sagrantino torna alla ribalta negli anni ‘90 quando le tecniche di vinificazione consentono di elaborare vini più facili e di stemperare le asperità dovute a una consistente struttura tannica. Il vitigno cresce tradizionalmente nei comuni di Montefalco e Bevagna, su suoli e con esposizioni di diverso tipo, per regalare vini di grande complessità aromatica in cui la componente fruttata, composta da frutti rossi e neri, prugna e sentori floreali di viola, si integra alla perfezione con i terziari dovuti alla maturazione in legno come tabacco e vaniglia. Con un titolo alcolico minimo di 13%, la resa dei vigneti deve essere al massimo di 80 quintali per ettaro.
Quali sono le caratteristiche più evidenti del vino Sagrantino?
Diretto e immediato, il vino Sagrantino presenta sempre caratteristiche di riconoscibilità che lo rendono ampio e potente al palato, con una trama tannica decisa e capace di sostenere sentori fruttati complessi e variegati.
Quali sono i migliori abbinamenti per il Sagrantino di Montefalco?
Tra i migliori abbinamenti per il Sagrantino di Montefalco ci sono sicuramente gli arrosti alla griglia e gli stracotti, i formaggi stagionati e i risotti al tartufo.