Berlucchi, Chardonnay
La storia dell’azienda Berlucchi è così strettamente connessa a quella della Franciacorta DOCG da farne una delle realtà vinicole più interessanti e prestigiose dell’area.
I primi tentativi di Guido Berlucchi di creare un vino spumante risalgono al 1961. Ciò avvenne anche grazie ai consigli dell'enologo Franco Ziliani, che suggerì di produrre uno spumante con Metodo Classico, riprendendo la tecnica francese.
Oltre all'intuizione e alla conoscenza dei vini spumanti francesi, anche la giusta combinazione di fattori climatici e di sapienti interventi in vigna e cantina hanno permesso a Berlucchi di presentare i suoi Franciacorta Metodo Classico come prodotti distintivi e unici.
La tradizione produttiva di Berlucchi prosegue oggi senza sosta con i discendenti diretti di Guido Berlucchi, che continuano tutt'oggi a presentare al mondo un Franciacorta unico ed espressivo.
Dal 2016 la Berlucchi ha scelto di percorrere la strada della sostenibilità ambientale, curando la qualità prima della quantità. A questa scelta produttiva, la Berlucchi affianca la classificazione dei vigneti e la mappatura dei terreni per approvvigionare la vigna con cure dedicate e mirate.
Che tipo di vino è il Berlucchi?
Il Franciacorta Berlucchi è un vino spumante rifermentato in bottiglia con il Metodo Classico. Considerata l’estrema versatilità e maestria con cui è prodotto, può essere indicato per occasioni disimpegnate ma anche rivelarsi un perfetto vino da collezione.
Guido Berlucchi, sotto consiglio dell’enologo Franco Ziliani, nel 1961 creò il capostipite dell’attuale Franciacorta: il Pinot di Franciacorta Metodo Classico. Questo fa del Franciacorta Berlucchi una vera e propria autorità in fatto di Metodo Classico Franciacorta
Con Metodo Classico si intende il metodo tradizionale che prevede la presa di spuma in bottiglia e che prende come riferimento ed esempio il Metodo Francese Champenoise.
Tutta la produzione di Franciacorta inizia da un attento monitoraggio dei vigneti con sistemi molto avanzati che consentono il risparmio di risorse e l’ottimizzazione della qualità. La vendemmia condotta a mano è un’altra espressione di cura ed è seguita da un trasporto in cassette di piccole dimensioni e dalla spremitura soffice dei grappoli.
Il frazionamento dei mosti permette di ripartire gli uvaggi e di assegnarli a tini di acciaio o barrique di rovere dopo la decantazione a freddo. Definita la cuvée da cui dipenderà tutto il sapore del Franciacorta, il vino che ne risulta è pronto per una seconda fermentazione.
Dopo aver realizzato l’assemblaggio, ha inizio il processo di spumantizzazione.
Il primo passaggio è il tirage: alla cuvée viene aggiunta la liqueur de tirage, ovvero una miscela di lieviti, zucchero e sostanze minerali nutritive per i lieviti e si procede con l’imbottigliamento immediato.
Ogni bottiglia viene chiusa tramite un tappo a corona che contiene un piccolo contenitore necessario per raccogliere la feccia durante la fase di remuage.
L’aggiunta della miscela permette alla fermentazione in bottiglia di iniziare: da questa fermentazione l’anidride carbonica prodotta rimane imprigionata nella bottiglia consentendo lo sviluppo del perlage.
Durante questa fase, i lieviti subiscono un processo di autolisi: si degradano lentamente, rilasciando molecole. Per mettere in movimento i lieviti ed il deposito, le bottiglie vengono periodicamente scosse con un colpo.
L’attività dei lieviti è strettamente legata al processo di affinamento che consente al Franciacorta Berlucchi di impreziosirsi di qualità organolettiche grazie a un riposo in cantina, lontano da fonti luminose e a temperatura controllata.
Dopo un periodo di affinamento minimo di diciotto mesi il Franciacorta è pronto per la fase del remuage. Nel caso del Berlucchi Riserva Palazzo Lana il periodo di affinamento può raggiungere i dieci anni.
La fase di remuage prevede la periodica rotazione delle bottiglie. In questo modo i lieviti estinti si avvicinano verso il collo della bottiglia: questa operazione, oltre a rendere il vino limpido e privo di fecce, facilita la sboccatura.
La sboccatura è un processo delicato, necessario per espellere le fecce che si sono depositate sul collo della bottiglia. Durante questa fase, la parte iniziale della bottiglia viene immersa in una soluzione a -25°C per quindici minuti. Non appena il deposito si è congelato, si toglie il tappo e il deposito ghiacciato viene espulso.
A questo punto è necessario ricolmare la bottiglia con lo stesso spumante oppure una miscela di vino che determinerà il relativo grado zuccherino.
La chiusura con il tappo in sughero rende la bottiglia pronta per essere etichettata e distribuita in commercio.
Cosa significa Berlucchi '61?
La linea Franciacorta Berlucchi ‘61 è dedicata all’anno di produzione del primo vino spumantizzato che rievoca la collaborazione tra l’enologo Franco Ziliani e Guido Berlucchi. Il 1961 fu il primo anno in cui, dopo tentativi meno riusciti, nasceva la prima cuvée Berlucchi destinata a segnare la storia del Franciacorta negli anni a venire.
Alla linea '61 appartengono i vini spumanti di punta come il Franciacorta Brut Satèn o il Franciacorta Rosé Nature. e deve la sua origine a sperimentazione e forte radicamento nel contesto produttivo.
Cosa abbinare al Berlucchi?
I vini Berlucchi sono perfetti dall'aperitivo fino ad arrivare al dessert, con preferenza per portate dai sapori delicati e dolci. I tipici sentori di crosta di pane e lievito ottenuti durante il lungo affinamento sono perfettamente integrati agli aromi fruttati e floreali. Questi sentori sono tipici di vini di classe, realizzati per offrire un gusto misurato e sorprendente, senz’altro di lunga durata.
In particolare, il Franciacorta Berlucchi si presta perfettamente ad accompagnare portate a base di pesce, molluschi e crostacei, risotti, formaggi e dolci a base di panna.
Perché acquistare Berlucchi Online?
La cantina Berlucchi è garanzia di altissima qualità e, in particolare, il Franciacorta Berlucchi è un vino spumante, esempio di eleganza e pregio.
Scegliendo un qualsiasi prodotto proveniente da questa cantina storica, potrai certamente impreziosire e arricchire ogni cena. Ma per decidere quale sia il più adatto all'occasione, affidati al tuo sommelier di fiducia: Vino.com!
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Lo Chardonnay è un vitigno a bacca bianca semiaromatico originario della Borgogna e oggi diffuso in molti paesi come Italia, Stati Uniti, Cile, Australia, Sud Africa, Nuova Zelanda, Israele e Argentina. Soprattutto in Borgogna lo Chardonnay ha una maturazione precoce che sottopone la pianta a gelate primaverili soprattutto nelle zone pianeggianti. Vitigno molto versatile, lo Chardonnay si presta alla produzione di vini freschi e giovani, come a prodotti adatti all’invecchiamento dopo una lunga fase di affinamento in barrique. La raccolta tardiva rappresenta spesso un problema per la perdita dell’acidità necessaria a conferire la capacità di conservazione per i prodotti rientranti in questa categoria. In Italia, con 20.00 ettari dedicati alla sua produzione, lo Chardonnay è prodotto con successo in Piemonte, Trentino, Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Lombardia dove l’acidità è più marcata, mentre la diffusione in regioni come la Puglia e la Sicilia è adatta alla produzione di vini di maggior corpo e rotondità. Molte, dunque, le denominazioni che accolgono lo Chardonnay come Alto Adige, Castel del Monte, Trento, Trevenezie. Ancora aperto è il dibattito sull’uso del legno, utilizzato sia in fase di fermentazione che di affinamento, restando una scelta determinante nella definizione dello stile e della riconoscibilità del produttore. In particolare, la California ha adottato questo stile produttivo per lo Chardonnay abituando a vini ricchi e densi, di grande profondità aromatica e molto differenti da quelli prodotti in Borgogna. Per comprendere la versatilità dello Chardonnay basterebbe anche confrontare lo Chardonnay proveniente dalla regione dello Chablis con quello prodotto nella più nota zona borgognona della Côte de Beaune e in particolare dai villaggi di Meursault, Puligny-Montrachet, o da aree più meridionali come il Mâconnais. Particolarmente interessanti lo Chardonnay della Nuova Zelanda, dotato di maggiore acidità, con un ventaglio aromatico comprendente la frutta esotica, i sentori floreali ed evidenti toni erbacei. Se guardiamo al Cile lo Chardonnay proviene dalla regione di Casablanca, Leida Valley e Lìmari Valley. In Cile, la qualità dello Chardonnay prodotto dipende enormemente dalla presenza del clima oceanico che influenza le regioni costiere: buccia di limone, mela verde e frutta a guscio si combinano a un’intensa mineralità, risultando dalla maturazione di uve soggette alla presenza da fredda Corrente di Humboldt proveniente dal Pacifico. Questa tipologia di Chardonnay cileno, notoriamente non affinato in botte, è adatto a piatti di sushi, frutti di mare, piatti a base di carni bianche e risotti con verdure. Di colore giallo paglierino, lo Chardonnay dona vini dai sentori di frutti tropicali come mango e ananas, che evolvono in sentori di frutta secca come mandorla e nocciola, esprimendo, soprattutto a seguito di fermentazione malolattica e di affinamento in barrique, aromi di burro e vaniglia. Ideale in abbinamento con foie gras e formaggi a pasta molle.
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Esiste lo Chardonnay frizzante?
Lo Chardonnay è il vitigno di base nella produzione di Champagne e Franciacorta, entrambi considerati vini Spumanti ottenuti con il Metodo Classico, un procedimento che prevede una seconda fermentazione in bottiglia. Solitamente è definito ‘frizzante artificiale’ un vino di base a cui è addizionata anidride carbonica e che poi è conservato in bottiglia sotto pressione.
Quali sono le caratteristiche dell’uva Chardonnay?
Le uve Chardonnay si presenta con grappoli di dimensioni medie e con forma piramidale e compatta. gli acini sono di media grandezza e di colore giallo tendente al dorato. Si tratta di una varietà con elevata vigoria e solitamente si tende a preservare l’acidità del frutto sia per agevolare la produzione di vini spumanti che per mantenere una buona capacità di affinamento. Sviluppa molto bene su terreni collinari con suoli calcarei e mostra estrema sensibilità alle gelate primaverili a causa del precoce germogliamento.
Quali sono i migliori Chardonnay italiani?
L’Italia è ricca di grandi esempi di vini bianchi e tra i migliori Chardonnay si possono considerare: quelli provenienti da regioni come il Trentino, l’Alto Adige e il Friuli-Venezia Giulia, accomunate da un clima più freddo che permette lo sviluppo di maggiore mineralità e di sentori che richiamano una evidente acidità come la mela verde, il lime e piacevoli note erbacee. Al contrario, lo Chardonnay allevato nelle regioni meridionali della penisola è aiutato nella maturazione perdendo parte della carica acida e presentando un corpo più consistente e sentori di frutta gialla e tropicale.