Pinot Grigio, Abruzzo
Analisi sul DNA hanno appurato che, da un punto di vista genetico, pinot grigio, pinot bianco e pinot nero non sono tre differenti vitigni, ma tre cloni della stessa varietà. Il pinot è uno dei vitigni più antichi quindi la presenza di biotipi, che nel corso dei secoli si sono differenziati per mutazioni spontanee, non sorprende. Il pinot è molto probabilmente un'uva domesticata in tempi molto antichi nell'area centro orientale della Francia ed ancora oggi ha la sua culla d'elezione in Borgogna.
Tra i tre varietà, il pinot grigio è sicuramente il più diffuso in Italia, soprattutto nel Triveneto. La buccia dell’uva ha un bellissimo colore rosato e anche il vino può essere giallo paglierino o leggermente ramato se c’è stato un seppur breve contatto con le bucce durante la vinificazione.
Il suo grande successo internazionale è dovuto al bouquet fruttato, ricco e seducente, alla sua equilibrata morbidezza gustativa, che esprime grande armonia al palato con un’acidità sempre moderata.
La storia del vino in Abruzzo ha origini lontane nel tempo. Da Ovidio a Polibio, infatti, sono tante e autorevoli le testimonianze dell’esistenza di una tradizione vinicola già nell’antichità. Concentrata fino al Rinascimento nella provincia de L’Aquila, la viticoltura abruzzese ha conosciuto una fase di rapida trasformazione, soprattutto nel periodo dell’unificazione.
Dalla metà del Novecento, la produzione di vino in Abruzzo si è andata sempre più specializzano e concentrando in zone ad alta vocazione vitivinicola, che grazie alla buona ventilazione e alle forti escursioni termiche tra il giorno e la notte, garantiscono un microclima ideale per la produzione di uve di grande qualità.