Pinot Nero, Marche
Da un punto di vista genetico, le analisi sul DNA hanno confermato pinot nero, pinot bianco e pinot grigio non sono tre differenti vitigni, ma semplicemente tre cloni diversi della stessa varietà. Il pinot è uno dei vitigni più antichi in assoluto e per questo non sorprende la presenza di biotipi, che si sono differenziati nel corso dei secoli per mutazioni spontanee. Molto probabilmente si tratta di un’uva domesticata in tempi antichissimi nell’area centro orientale della Francia e che ancora oggi ha in Borgogna la sua culla d’elezione.
In Italia il pinot noir è presente soprattutto in Trentino Alto Adige e in Oltrepò Pavese, anche se non mancano vigneti in Piemonte, soprattutto in Alta Langa per la produzione di basi spumante e in Friuli Venezia Giulia. E’ un’uva molto delicata, con grappoli piccoli, compatti e acini serrati. Ama le esposizioni fresche, ventilate con temperature non troppo elevate e predilige i suoli con componenti calcaree.
Il vino ha un colore rosso rubino chiaro, quasi trasparente. Il profilo aromatico è di estrema finezza, con note di piccoli frutti di bosco. Il sorso è fresco, ricco e persistente, con tannini delicati e piacevole freschezza. E’ un vino rosso che eccelle per raffinata eleganza.
La viticoltura nelle Marche si avvia con l’arrivo dei Greci siracusani e si afferma con i romani, grazie ai quali la fama del vino Piceno si diffonde in tutto l’impero. Da sempre terra di eccellenze, questa regione si colloca tra le aree italiane a più alta vocazione vitivinicola, che si esprime attraverso una pluralità di espressioni vinicole.
L’influenza del mare Adriatico su cui le Marche si affacciano e le barriere naturali create dai monti, creano in questo territorio dei microclimi rari e particolari che danno vita a vini tipici, dagli aromi inconfondibili, la cui produzione è affidata per lo più a piccole cantine, dove fare vino è una tradizione tramandata di generazione in generazione.