Cabernet Sauvignon, Sicilia
Il cabernet franc e il cabernet sauvignon, insieme al merlot, al petit verdot e al malbec, costituiscono i principali vitigni che sono alla base della produzione dei grandi rossi di Bordeaux. Parlando di “taglio bordolese”, si fa riferimento a un blend di queste nobili uve, che sono coltivate nella regione del Medoc da secoli. In particolare il cabernet sauvignon, rappresenta oggi una delle varietà più diffuse in assoluto nel mondo della viticoltura e insieme a merlot e chardonnay fa parte del ristretto numero di varietà internazionali diffuse in tutti i Paesi del mondo vitivinicolo.
È un vitigno a bacca rossa proveniente dalla regione del Gironda, nasce da un incrocio spontaneo tra il cabernet franc e il sauvignon blanc. Il bouquet esprime note di piccoli frutti a bacca scura, sentori floreali, nuances lievemente erbacee e delicatamente speziate. Al palato ha corpo e struttura importanti con trama tannica fitta e vivace acidità. E’ un vino destinato al lungo invecchiamento, che ha bisogno di affinarsi in legno per esprimere tutto il suo potenziale aromatico e arricchirsi d’interessanti e complesse note terziarie. In Italia è tradizionalmente presente nelle regioni del Triveneto, ma ha trovato una seconda patria in Toscana, nella zona di Bolgheri, dove si esprime su altissimi livelli qualitativi, arrivando a piena e perfetta maturazione con caratteristiche più calde e mediterranee.
Sia il cabernet franc che il cabernet sauvignon, grazie alla loro struttura e intensità, a tavola si abbinano molto bene a secondi piatti di carni rosse arrosto, alla brace, in umido oppure a selvaggina di piuma e di pelo.
La Sicilia è un’isola felice per il vino: dalle pendici dell’Etna alle coste del Cerasuolo, fino alle piccole isole di Salina e Pantelleria, ogni zona ha il suo vitigno e il suo stile, con vini così diversi che talvolta sembrano provenire da continenti differenti, ottenuti sia da uve autoctone come il Grillo, il Carricante e il Frappato, sia da grandi vitigni internazionali che hanno trovato sull’isola un piccolo paradiso, come lo Chardonnay. La viticoltura in questa regione ha origini antiche, sospese tra la leggenda che narra di un Dionisio assetato, dalle cui lacrime nacque la prima vite, e la storia che documenta l’arrivo dei Greci, e prima di loro addirittura dei Fenici, con le prime barbatelle.
Carattere e unicità dei vini rossi siciliani.
Le pendici dell’Etna rappresentano sicuramente una delle zone più vocate per la viticoltura in Sicilia, con eccellenti risultati per il vino rosso siciliano, che qui assume un’eleganza quasi alpina. Qui le condizioni estreme come il terreno vulcanico, la pendenza dei terreni e l’altitudine dei vigneti rendono la viticoltura eroica e sono pochi vitigni autoctoni, come il Nerello Mascalese e il Nerello Cappuccio. La Sicilia ha però molte altre denominazioni interessanti per quanto riguarda i vini rossi: oltre all’Etna Doc troviamo infatti, accanto alla piccolissima Doc Eloro, che custodisce rari vitigni autoctoni quali Perricone e Pignatello, la denominazione Contessa Entellina, culla dei rossi siciliani di culto, come il Mille e Una Notte, ottenuti dal Nero d’Avola oppure dalle uve internazionali di Cabernet e Merlot. Da non dimenticare il Cerasuolo di Vittoria, nella Sicilia sud-orientale, unico DOCG della regione e mirabile unione di Nero d’Avola e Frappato.
Vino bianco siciliano: secco o dolce, è comunque un capolavoro.
Carricante, Grillo, Chardonnay, Malvasia: la Sicilia non è solo patria di grandi vini rossi ma anche di bianchi intensi e profumatissimi e di vini dolci da far perdere la testa. Dalle uve aromatiche di Chardonnay nascono vini bianchi siciliani da invecchiamento nelle Doc Melfi e Alcamo, in grado di competere con i grandi vini di Borgogna, mentre Moscato, Zibibbo e Malvasia danno vita a vini freschi ed entusiasmanti a Salina e sulle coste siciliane, che diventano splendidi vini dolci passiti a Pantelleria, nelle Lipari e a Noto. Eccezionali anche i risultati della viticoltura eroica sull’Etna, dove i bianchi ottenuti dalle uve di Carricante si distinguono per mineralità e longevità. Ultimo ma non per importanza, il Marsala, nato principalmente da uve bianche e storico vino dell’isola di Sicilia.
Qual è il più pregiato vino siciliano?
Difficile rispondere a questa domanda, perché la Sicilia ha una produzione di vino pari a quella di Veneto e Toscana, di certo non possiamo non citare tra i vini rossi il Mille e Una Notte di Donnafugata e l’Harmonium di Firriato tra i vini rossi e lo Chardonnay di Planeta tra i bianchi. Ci sono però altre cantine che producono vini eccellenti come Tasca d’Almerita e Duca di Salaparuta, Li Ciuri e Cusumano, Palmento Costanzo e Nicosia solo per citarne alcune. Tra i big dei vini dolci non possiamo dimenticare, infine, i Marsala di Florio e i vini dolci di Donnafugata.
Qual è il vino siciliano dolce più antico?
Il Marsala è senza dubbio uno dei vini dolci più antichi della Sicilia: già nel 1832 Vincenzo Florio, originario di Bagnara Calabra esportava questo vino dolce in oltre 99 paesi in tutto il mondo.
Qual è il miglior abbinamento per un vino siciliano bianco?
I vini siciliani bianchi, con la loro caratteristica intensità che li accomuna tutti, la mineralità che caratterizza quelli dell’Etna e le note sapide tipiche di quelli nati sulle Isole sono perfetti in abbinamento a tutti i piatti di pesce ricchi di gusto, dalle pietanze con le sarde fino alla pasta con pesce spada, passando per zuppe di pesce e cous cous fino ad arrivare a calamari ripieni e tonno in agrodolce e con la caponata di melanzane.