Grechetto, Umbria
Il vitigno grechetto è diffuso soprattutto nell’Italia centrale, in particolare nelle zone di Orvieto e di Todi. Come per molti vitigni autoctoni, le sue origini restano piuttosto misteriose. E’ certo invece che esistono due diversi cloni: il grechetto di Orvieto, più diffuso e comune (clone g109), e il grechetto di Todi (clone g5), che in realtà possiede lo stesso corredo genetico del pignoletto coltivato sui colli bolognesi. Le analisi del DNA hanno evidenziato che esiste uno stretto rapporto di parentela tra il grechetto di Orvieto e quello di Todi, senza però riuscire a stabilire con certezza una derivazione genitore-figlio. Da un punto di vista della vite, il grechetto di Todi ha un’epoca di maturazione più precoce rispetto a quello di Orvieto.
Il vino ha un colore giallo paglierino con sentori floreali, aromi d’agrumi, frutta bianca e cenni esotici. Ha una buona struttura, con sorso armonioso, bassa acidità e finale con nota ammandorlata.
L’Umbria, piccola regione da sempre identificata come il cuore verde d’Italia, è caratterizzata da una produzione vitivinicola limitata dal punto di vista quantitativo, ma di qualità eccellente. Qui sono ancora vive le antiche tradizioni contadine, che danno vita a vini dal forte legame con la secolare tradizione e il territorio.
Numerosi ritrovamenti archeologici testimoniano come già gli Etruschi e gli Umbri fossero impegnati nella viticoltura, ancor prima dell’arrivo dei Romani. Questa lunga storia enologica è strettamente legata alle caratteristiche climatiche e geografiche della regione, che con i suoi colli rappresenta un territorio ideale per la coltivazione della vite.