Dom Pérignon
Dopo tante annate calde il 2010 si stava presentando in Champagne come l’anno più freddo dal 1995, fino all’arrivo di temperature più alte e forti precipitazioni ad agosto. Un’annata difficile, con una vendemmia anticipata per scongiurare la minaccia della botrite. Sebbene buona parte del Pinot Nero fosse andata perduta, la Maison ha ritenuto che la sfida andasse comunque raccolta, perché Chardonnay appariva come uno dei migliori degli ultimi 40 anni. Saranno proprio queste uve, caratterizzate da un perfetto equilibrio tra dolcezza e acidità, a creare un affascinante assemblaggio con il Pinot Nero preservato dalla botrite, anch’esso in condizioni di maturazione ideali. Un equilibrio di uve bianche e nere reso ancor più prezioso dall’accurata selezione.
Lo Chef de Cave Vicent Chaperon lo descrive così: “Al naso immediatamente risplende la dolcezza della frutta tropicale: mango verde, melone e ananas. Poi emergono note più temperate: il pizzicore di una scorza d’arancia, la bruma di un mandarino. Il vino respira e la sua freschezza si rivela. La fioritura dopo la pioggia. Una sensazione tattile di peonia, gelsomino e lillà. Al palato, il vino rivela rapidamente il suo carattere pieno, ricco, intenso. Un'interessante maturazione e una sensazione tattile seguono l'esperienza aromatica. Al palato la materia prende corpo,generosa, decisa, controllata. Poi si rafforza, facendo vibrare il vino sulle note speziate e pepate. L’energia si prolunga, fino a un magnifico finale salino.”