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Il mondo del vino ha vissuto per molti secoli dentro i confini del Mediterraneo e dell’Europa. Con le prime scoperte geografiche è cominciata anche l’esportazione della coltivazione della vite nel nuovo mondo. Nel giro di qualche secolo, Paesi che non conoscevano la coltivazione della vitis vinifera hanno fatto passi da gigante e oggi sono protagonisti di un mondo del vino sempre più globalizzato. I principali vitigni europei, soprattutto francesi, sono stati piantati in altri continenti, dove hanno spesso trovato le condizioni climatiche e i terreni per esprimersi su interessanti livelli qualitativi.

È il caso ad esempio del malbec, un vitigno originario del sud-ovest della Francia. A Bordeaux gli sono stati preferiti il cabernet sauvignon, il merlot e il cabernet franc, mentre è ancora coltivato nella zona di Cahors. Ma è soprattutto in Argentina che ha trovato una seconda patria. Il malbec è diventato il vitigno simbolo del paese sudamericano. Oggi è coltivano soprattutto nella zona di Mendoza, nella Valle di Uco, San Rafael e Maipù ma anche in altre regioni vitivinicole come a Salta e in Patagonia. La stessa sorte è toccata al carmenère, altro vitigno bordolese per molti anni confuso con il cabernet franc. Quasi del tutto abbandonato in patria, ha ottenuto un grande successo in Cile, dove oggi è tra le varietà più coltivate nei principali distretti del Paese, soprattutto nella Valle Centrale. La storia della vite in Sud Africa è iniziata verso la metà del 1600. La posizione strategica di tappa obbligata sulle rotte oceaniche, è stata determinante per lo sviluppo della produzione di vino da imbarcare sulle navi. L’arrivo di coloni francesi, nella regione ancora oggi chiamata Franschhoeck, ha avuto come conseguenza la diffusione di alcune tra le più famose varietà internazionali: oltre allo chenin blanc, lo chardonnay, il sauvignon blanc, il cabernet sauvignon, il merlot, il pinot noir e il cinsault. Proprio dall’incrocio tra cinsault e pinot noir è nato un nuovo vitigno, il pinotage, oggi ampiamente coltivato.

Le terre australi hanno conosciuto la viticoltura solo in epoche abbastanza recenti. L’Australia si è distinta in particolare per i vini prodotti con la syrah della Valle del Rodano, localmente ribattezzata Shiraz, il cabernet sauvignon e il merlot, che soprattutto nelle regioni della Barossa Valley e Coonwarra Valley, hanno trovato condizioni pedoclimatiche per produrre rossi intensi e corposi. La Nuova Zelanda è invece soprattutto una terra di bianchi. Nonostante il Pinot Noir stia facendo interessanti progressi, il vitigno più famoso e sicuramente il sauvignon blanc, che regala vini molto profumati e con profili aromatici caratterizzati da aromi di frutta matura e frutta tropicale. Sono inoltre coltivati con ottimi risultati chardonnay, riesling, muüller-thurgau, cabernet sauvignon e merlot. Chiudiamo con gli Stati Uniti d’America. La Napa Valley è conosciuta in tutto il mondo per la produzione di chardonnay, sauvignon blanc, zinfandel, cabernet sauvignon, merlot e in generale per le più famose varietà internazionali. Lo stato dell’Oregon, in particolare nella zona della Willamette Walley, è invece salito alla ribalta per eccellenti pinot noir.

Mallorca IGP Corum 2022 Can Axartell

Gevrey-Chambertin AOC 2023 Louis Jadot

Côtes du Rhône AOP Blanc Chapitre 2024 Vignerons Propriétés Associés

Mâcon-Bussières AOC Les Clos 2023 Joseph Drouhin

Mercurey AOC Pinot Noir 2022 Labouré-Roi

Anjou AOC Blanc 2023 Thibaud Boudignon

Rías Baixas DO Albariño Lías 2022 Martín Códax

Lussac Saint-Émilion AOP Grand Vin 2023 Château La Croix de Chéreau

Ventoux AOC Artémia 2022 Château Pesquié

Saint-Véran AOC 2023 Joseph Drouhin

Pommard AOC 2022 Joseph Drouhin

Chassagne-Montrachet AOC 2023 Joseph Drouhin

Chablis AOC 2023 Joseph Drouhin

Mâcon-Lugny AOC Les Crays 2024 Joseph Drouhin

Rías Baixas DO Albariño Organistrum 2022 Martín Códax

Beaune AOC Premier Cru Pertuisots 2016 Labouré-Roi

Saint-Julien AOC Le Petit Lion du Marquis de Las Cases 2022 Château Leoville Las Cases

Margaux AOC 3ème Cru Classé 2023 Château Kirwan