Una storia d’amore d’altri tempi quella tra il primo re d’Italia, Vittorio Emanuele II di Savoia, e la Bela Rosin, donna di umili origini per cui il “monarca illuminato” perse la testa e che volle come consorte nonostante la differenza di rango, di età e nonostante fosse già sposato con Maria Adelaide d’Asburgo. Ad ella concesse il titolo di Contessa di Mirafiori e Fontanafredda e ai due figli, nati dalla loro relazione, intestò la tenuta di caccia che ospitava prevalentemente vigneti coltivati a Nebbiolo accuratamente selezionati per volontà del re, situati nel cuore di una delle zone maggiormente vocate per il Barolo: Serralunga d’Alba.
Uno dei discendenti, Emanuele Alberto Guerrieri da Mirafiori, ebbe un ruolo fondamentale non solo per Fontanafredda ma per la storia di tutto il Barolo, in quanto contribuì a diffonderlo e a consacrarne la fama di vino di nobile stirpe, di Vino dei Re. Fiera dell’eredità acquisita, l’azienda si pone oggi l’obiettivo di riportare ai fasti del passato questa tenuta puntando sul concetto di legame con il territorio, di tradizioni storiche e di biodiversità, ma anche di innovazione.
I cru di Barolo Vigna La Rosa e Lazzarito costituiscono la selezione più alta di questa vitale realtà langarola. A questi si accompagna una gamma molto varia fatta di diverse espressioni che raccontano il Piemonte in tutta la sua essenza: bollicine Alta Langa, Asti, Brachetto e Moscato tra gli altri. Per l’impronta innovativa nei confronti della sostenibilità, la cantina è stata eletta “European Winery of the Year” per l’anno 2017 dalla prestigiosa rivista Wine Enthusiast, ripagando dieci anni di duro e appassionato lavoro che si sostanzia nell’integrale conversione a biologico.