La storia enologica della Nuova Zelanda vanta una tradizione lunga oltre 200 anni. In seguito alla colonizzazione inglese della "Terra dei Maori", la prima vite neozelandese fu piantata dal missionario anglicano Reverend Samuel Marsden, nel 1819. Non sappiamo se questa vite abbia mai prodotto vino, ma certo è che pochi anni più tardi, nel 1836, James Busby impiantò un vigneto a Waiangi, che consentì la distribuzione di vino alle truppe inglesi, inizialmente fedeli alla loro bevanda tradizionale: la birra.
Il picco enologico si ebbe intorno al 1890, quando Romeo Bragato introduce, per la prima volta, il concetto di zonazione, innalzando di gran lunga la percentuale di consumatori neozelandesi di vino. Dopo pochi anni seguirono disgrazie come l'arrivo della fillossera e della seconda guerra mondiale, che ridusse l’importazione di vino fino al suo completo proibizionismo.
Il primo vigneto di viti europee, che andò a sostituire i vitigni franco americani come l’Isabella, fu piantato nella celebre Marlborough Bay, nel 1973. In poco più di 10 anni la coltivazione della vite conobbe un notevole sviluppo tanto da arrivare a una sovrapproduzione che terminò solo grazie a un massiccio intervento del governo.
Costituita da due isole, la Nuova Zelanda conta ben 15 regioni vinicole: 9 nell’Isola del Nord e 6 in quella del Sud. Da Auckland a Gisborne geodiversità, biodiversità ed escursione termica del clima e del suolo consentono la produzione di vini di alta qualità. Tra le regioni più vocate, il primato spetta a Marlborough, situata nella parte più a nord dell'Isola Meridionale, "regno del Sauvignon" e habitat ideale per accogliere anche Merlot, Riesling e Pinot Noir.
Parlare di vini neozelandesi vuol dire infatti parlare di Sauvignon Blanc, Pinot Nero e Chardonnay. A partire dagli anni Ottanta, infatti, il paese australiano viene riconosciuto a livello internazionale dalla critica, per la produzione del “miglior Sauvignon Blanc del mondo", divenendo un punto di riferimento per i vini ottenuti da questo vitigno.
Nello stesso straordinario paesaggio di Marlborough spicca la nota azienda Cloudy Bay che, dal 1985, contribuisce a fare della Nuova Zelanda una delle più importanti zone vitivinicole del “Nuovo Mondo”. Chardonnay, Sauvignon Blanc e Pinot Nero esprimono al meglio la raffinatezza nella produzione della tenuta, che mette al primo posto cura, attenzione e tutela dell’impatto ambientale.
Tra i bianchi neozelandesi più diffusi troviamo i cremosi Chardonnay, vini di facile beva e vini freschi dai profumi intriganti come il Sauvignon Blanc di Kim Crawford.
Il futuro di questa terra viene giocato dall'elegante Pinot Nero, un vitigno difficile da lavorare ed estremamente esigente da un punto di vista territoriale.