Le denominazioni
Abadia Retuerta
Abruzzo
La denominazione Abruzzo DOC copre l'intera zona collinare della fascia costiera e pedemontana della regione Abruzzo. I vigneti di elezione di questa DOC sono il Montepulciano per il vino rosso, presente per almeno l'80%, e il Trebbiano per il vino bianco, presente per almeno il 51% e coadiuvato ad altri vitigni a bacca bianca non aromatici. I vini varietali, interamente prodotti da varietà autoctone, come Cococciola, Montonico, Passerina e Pecorino, possono includere il nome del vitigno nella denominazione. Sotto la denominazione è consentita anche la produzione di passiti e spumanti.
Aceto Balsamico Tradizionale di Modena
Aceto Balsamico di Modena
L'Aceto Balsamico di Modena è un aceto balsamico ad Indicazione Geografica Protetta (IGP) prodotto nelle province di Modena e Reggio Emilia. Ottenibile da diverse ricette, deve essere realizzato con mosti provenienti dai vitigni lambrusco, sangiovese, trebbiano, albana, ancellotta, fortana e montuni, almeno per il 20%, parzialmente cotti e/o concentrati. Inoltre può contenere fino ad un massimo del 2% di caramello al fine di stabilizzarne il colore. L'invecchiamento si svolge in contenitori di legno pregiato, generalmente rovere, ginepro, gelso, castagno, per almeno 60 giorni. Per un Aceto Balsamico di Modena il cui invecchiamento si protrae per almeno 3 anni è consentito l'utilizzo della dicitura "Invecchiato".
Adelaide Hills
Aglianico del Taburno
Aglianico del Vulture
L’Aglianico del Vulture DOC è una denominazione che si estende su numerosi territori di molti comuni della provincia di Potenza. Si tratta di un’area che si trova alle pendici dell’antico vulcano spento del Vulture. È una zona di antiche tradizioni nel campo della viticoltura, caratterizzata da suoli ricchi di minerali, derivanti dal disfacimento di rocce vulcaniche, e da un clima fresco. In queste condizioni, l’Aglianico del Vulture ha trovato l’habitat ideale per esprimersi su massimi livelli d’eccellenza, con vini di grande struttura, potenza ed eleganza, destinati anche al lungo invecchiamento.
Alcamo
Alghero
Alicante
Almansa
Alpes de Haute-Provence
Alpi Retiche
Alsazia
L’appellation Alsace AOC è stata istituita nel 1962. La regione si trova al confine con la Germania, nei pressi della città di Colmar. Copre una stretta fascia che corre da nord a sud, divisa in due zone: Bas-Rhin e Haut-Rhin. I vini Alsace AOC hanno la particolarità di riportare in etichetta il nome del vitigno. Le uve autorizzare per produrre vini in purezza sono 7: muscat, sylvaner, pinot blanc, pinot gris, pinot noir, riesling e gewurztraminer. E’ inoltre possibile realizzare degli assemblaggi con le stesse uve che prendono il nome di Edelzwicker e Gentil. Il 90% dei vini prodotti in Alsazia sono bianchi e si distinguono per grande finezza, freschezza e mineralità.
Alta Langa
Alta Langa DOCG rappresenta una delle migliori eccellenze della spumantistica Metodo Classico italiana. Si tratta di una zona piuttosto piccola, con una produzione di bottiglie limitata, ma di grandi tradizioni ad altissima qualità. Le vigne sono coltivate nelle zone collinari di spiccata vocazione viticola situate nelle province di Cuneo, Asti e Alessandria a un’altitudine compresa tra i 200 e i 600 metri sul livello del mare. Il clima fresco, le notevoli escursioni termiche e i terreni costituiti da marne calcareo-argillose sono perfetti per produrre eccellenti basi spumante. Il disciplinare definisce la base ampelografica per lo spumante bianco (anche riserva), spumante rosato (anche riserva) in un minimo di pinot nero e/o chardonnay del 90%. Possono concorrere altre uve non aromatiche, autorizzate nella regione Piemonte per un massimo del 10%. Le bottiglie devono sostare sui lieviti per un periodo minimo di 30 mesi e 36 per la versione riserva.
Altamira
Alto Adige
Alto Adige DOC è una Denominazione Regionale, che comprende al suo interno sei sottozone: Colli di Bolzano, Meranese, Santa Maddalena, Terlano, Valle Isarco e Valle Venosta, ognuna con caratteristiche tipiche dal punto di vista della composizione dei terreni, dell’altitudine e delle esposizioni. Tra i vitigni che possono essere menzionati nell’etichetta dell’Alto Adige DOC ricordiamo tra i bianchi: chardonnay, pinot bianco, pinot grigio, sauvignon blanc, gewürztraminer, müller thurgau, riesling, riesling italico, kerner, sylvaner, moscato giallo e malvasia. Tra i vitigni a bacca rossa: cabernet sauvignon, cabernet franc, cabernet, pinot nero, schiava (grossa, gentile e grigia).
Amarone della Valpolicella
L’Amarone è il vino rosso più prestigioso del Veneto, tra i più amati e conosciuti d’Italia, la cui eccellenza è rinomata in tutto il mondo. L’Amarone della Valpolicella è un vino rosso di grande eleganza e lunga potenzialità di invecchiamento. La storia dell’Amarone della Valpolicella ha inizio dalla svista di un cantiniere distratto che, dimenticandosi di botti di Recioto, favorì la fermentazione alcolica. Da un vino rosso che avrebbe dovuto essere dolce ne è risultato un vino rosso secco e tendenzialmente amaro. La tecnica di produzione dell’Amarone è unica, perché le uve vengono raccolte a mano e vengono messe ad appassire in cassette per oltre cento giorni e vinificate nel periodo invernale. In questo modo si ottiene un vino elegante, dagli aromi concentrati, con note di frutti di bosco e coinvolgenti sentori di spezie. La zona di produzione dell’Amarone della Valpolicella DOCG si estende dalla fascia pedemontana della provincia di Verona al Lago di Garda, fino quasi ad arrivare alla provincia di Vicenza. Gli spettacolari paesaggi su cui si distribuiscono armoniosamente i vigneti che concorrono alla produzione di Amarone della Valpolicella hanno conformazione collinare e le valli si confondono armoniosamente con la pianura. Dove Acquistare l’Amarone? Se siete alla ricerca di un grande Amarone, siete nel posto giusto. Sulla tua enoteca online puoi acquistare le migliori etichette di Amarone della Valpolicella DOCG a prezzi sempre convenienti, ogni giorno. Lasciati tentare, esplora la selezione dei nostri sommelier e acquistalo ora! Con cosa abbinare l’Amarone? L'Amarone della Valpolicella DOCG è un vino di grande opulenza organolettica. Per questa sua caratteristica di eleganza, si abbina perfettamente a secondi piatti di carne come stracotti, stufati e selvaggina, ma potete abbinarlo anche a formaggi stagionati. L'Amarone della Valpolicella è conosciuto anche come grande classico da meditazione, da degustare da solo nei vostri momenti migliori! Qual e’ il miglior Amarone? Chi cerca l’Amarone della Valpolicella, cerca il meglio. Su Vino.com c’è l’imbarazzo della scelta, e potrete scegliere, anche a seconda del vostro gusto personale. Se avete gusti tradizionali, non sbaglierete di certo scegliendo lo storico Amarone Costasera della Cantina Masi, punto di riferimento della categoria. Se cercate struttura, morbidezza e tannini vellutati, l’Amarone della Valpolicella DOCG Dal Moro non può che rivelarsi la scelta migliore. Non vi resta che visitare la selezione e lasciarvi illuminare alla ricerca del vostro miglior Amarone della Valpolicella! Da che uve e’ composto l’Amarone? L’Amarone della Valpolicella DOCG è composto da un blend di uve veronesi orgogliosamente autoctone. Il disciplinare di produzione prevede infatti l’utilizzo di Corvina, Corvinone, Rondinella, e altri vitigni locali, in percentuale minore.
Amyndaio
Anjou
Arbois
Asti
L'Asti DOCG è la denominazione nata nel 1932 per tutelare, valorizzare e promuovere l'Asti e il Moscato d'Asti, spumanti assai rappresentativi della tradizione piemontese. Si possono fregiare della denominazione spumanti prodotti tra le province di Alessandria, Asti, Cuneo e nella frazione di Pessione del comune di Chieri, in provincia di Torino. Il vitigno di partenza è sempre il Moscato Bianco. Per l'Asti Spumante possono essere impiegati sia il metodo di spumantizzazione Martinotti in autoclave, che quello in bottiglia, il quale varrà la menzione aggiuntiva Metodo Classico: il primo deve sostare in acciaio almeno un mese mentre il secondo deve garantire almeno 9 mesi di affinamento. Il Moscato d'Asti ottenuto con uve vendemmiate tardivamente e poste ad appassire per ottenere uno spumante che rimane ad affinare per almeno 12 mesi in bottiglia consente l'utilizzo della menzione Vendemmia Tardiva. In più, sia per l'Asti Spumante che per il Moscato d'Asti DOCG sono permesse le menzioni alle sottozone di produzione Canelli, Santa Vitorria d'Alba e Strevi. Si tratta essenzialmente di bollicine che si caratterizzano per un profilo aromatico e gustativo aromatico, dolce ed equilibrato, con una maggiore accentuazione delle caratteristiche nella versione Metodo Classico dell'Asti Spumante DOCG.
Auxey-Duresses
Aversa
La denominazione Aversa DOC copre l'area geografica della pianura situata a nord dei Campi Flegrei, nella zona degli ex-Regi Lagni. Si pone l'obiettivo di tutelare i vini bianchi prodotti con l'uva locale Asprinio a cui è riconosciuto un valore caratteristico, coltivata unicamente con sistema di allevamento "alberata aversana", bene culturale oltre che ambientale del territorio. La denominazione si declina nella versione ferma, la quale deve contenere almeno l'85% di uve Asprinio raccolte nelle province di Napoli e di Caserta, e in quella spumante, dove la presenza di Asprinio deve raggiungere il 100%.
Bacanora
Baden
Bandol
Denominazione di origine provenzale i cui vigneti si estendono per 1480 ettari tra il massiccio della Sauinte Baume e il mar Mediterraneo, disposti a terrazze su suoli di natura marnosa e calcarea. Possono dirsi Bandol AOC vini bianchi a base di uve Clairette, Ugni Blanc, Bourboulenc e vini rossi e rosati da uve Mourvèdre, Grenache e Cinsault. Se i bianchi sono vini rotondi, seducenti e generosi, i vini rossi si caratterizzano per una potenza raffinata e di carattere. Questi ultimi devono affinare in botte per almeno 18 mesi.
Barbados Rum
Barbagia
Barbagia IGT è la denominazione che abbraccia i territori dell'omonima zona, tra le più interne della Sardegna, che dal massiccio del Gennargentu si spinge sino alla Gallura, corrispondente a diversi comuni della provincia di Nuoro tra cui Lodine, Mamoiada e Oliena. I vigneti sono distribuiti intorno ai corsi fluviali che hanno disegnato ampie valli. Parliamo di vini dal fascino ancestrale che trae linfa da una cultura enologica che precede addirittura l'arrivo dei Fenici (1.300 a.C.). Tra i vitigni di maggior rilievo troviamo il Cannonau e il Granazza di Mamoiada, la Vernaccia locale.
Barbaresco
Il Barbaresco è un vino rosso vanto delle Langhe e uno dei nomi più prestigiosi dell’enologia italiana che, insieme al Barolo, portano alta la bandiera del vino italiano nel mondo. Prende il nome dall'omonimo comune di Barbaresco in provincia di Cuneo in cui, secondo il disciplinare, ne è consentita la produzione assieme, esclusivamente, ad altri due comuni vicini: Treiso e Neive. Se volete fare una gran figura alla prossima cena importante, ricordatevi questa data: 1894. In quell’anno Domizio Cavazza, al tempo Preside della Regia Scuola Enologica di Alba e residente nel Comune di Barbaresco, creò le “Cantine Sociali di Barbaresco” per la “produzione di vini di lusso e da pasto”. Cavazza riunì intorno a sé nove agricoltori, che iniziarono a vinificare nelle cantine del suo Castello e a denominare il vino con il nome Barbaresco. Il Nebbiolo coltivato a Barbaresco ha caratteri distintivi propri e tale peculiarità venne indicata in etichetta. Quando Cavazza scomparve nel 1913, la cantina subì una battuta d’arresto, per essere poi riaperta nel 1958 grazie a Don Fiorino Marengo, parroco di Barbaresco, che prese l’iniziativa di riunire diciannove agricoltori per fondare "Produttori di Barbaresco" per la "qualifica e garanzia del Barbaresco”. Grazie alla dedizione di questi agricoltori e al loro duro lavoro che prosegue ininterrotto da quegli anni, la Produttori del Barbaresco è considerata tra le cantine più prestigiose del territorio, oltre ad essere esemplare per le cooperative di tutto il mondo. Qual è la differenza tra Barolo e Barbaresco? Entrambi a base di uve Nebbiolo (100%) e prodotti nella zona piemontese delle Langhe, Barbaresco e Barolo presentano molte similitudini tra loro, ma anche alcune importanti differenze. La produzione di Barolo è consentita all'interno di 11 comuni circoscritti nella zona che va da Verduno a Monforte d'Alba, tra cui è presente l'omonimo comune di Barolo. Il Barbaresco, invece, per essere tale, può essere prodotto solamente all'interno di 3 comuni: Barbaresco, comune da cui prende il nome, Treiso e Neive, e una piccola porzione di Alba. Il Nebbiolo è un vitigno estremamente sensibile alla zona di coltivazione: il terreno e il clima svolgono, infatti, un ruolo fondamentale nella differenziazione tra le due denominazioni. I comuni in cui viene prodotto il Barolo sono caratterizzati da terreni argillosi calcarei e sbalzi di temperatura più intensi rispetto a quelli in cui viene prodotto il Barbaresco. Il suolo in cui viene prodotto il Barbaresco si presenta più sabbioso, seppur sempre argilloso, conferendo quindi al vino più eleganza e morbidezza a livello degustativo. Una importante differenza tra i due vini rossi è data dal periodo di affinamento: nel caso del Barbaresco sono richiesti almeno 26 mesi, di cui 9 in botte di legno, mentre il Barolo richiede un periodo di affinamento di almeno 38 mesi, di cui 18 in legno. Per quanto riguarda il Barbaresco Riserva, il periodo di affinamento sale a 50 mesi, di cui 9 in legno, mentre per la versione Riserva del Barolo sono richiesti almeno 62 mesi, di cui 18 in legno. Il Barbaresco è un vitigno? No, il Barbaresco è una DOCG - Denominazione di Origine Controllata e Garantita e fa parte di una delle 73 Denominazioni DOCG Italiane. Fu, infatti, assieme al Barolo, tra le prime Denominazioni Italiane riconosciute nel 1966. Il vitigno con cui viene prodotto il Barbaresco è il Nebbiolo: infatti il Disciplinare di produzione prevede che il Barbaresco DOCG venga ottenuto esclusivamente da uve di vitigno Nebbiolo. Il Nebbiolo è uno dei vitigni più amati al mondo e conferisce al vino colorazioni generalmente piuttosto scariche. Che tipo di vino è il Barbaresco? È un vino che si mostra in tutta la sua austerità ed eleganza. Si presenta nobile e ruspante, dal colore rosso granato che negli anni diventa aranciato. Il bouquet del Barbaresco è fruttato e caratterizzato dalle confetture di frutti rossi con sentori floreali di viola e rosa. La sua complessità è arricchita dal passaggio in barriques che gli conferisce spezie, cuoio, tabacco, cacao e liquirizia. I tannini sono morbidi e rotondi. Non pensate che il Barbaresco possa essere abbinato soltanto a piatti impegnativi. Il Barbaresco è senz'altro un vino ideale da abbinare a piatti dai sapori importanti, ma il suo bouquet inconfondibile può stupire con molte ricette. Abbinamenti magistrali sono legati senz’altro a piatti della tradizione territoriale piemontese a base di carni rosse e selvaggina e da aromatizzare con il prestigioso Tartufo Bianco di Alba e con i funghi porcini. Abbinate il Barbaresco a brasati, formaggi stagionati come la toma e il pecorino. Il palato non disdegna nemmeno il pollame, in grado di reggere il corpo elegantemente delicato del Barbaresco. Il suo bouquet intrigante si presta a sfumare i risotti in combinazioni con il radicchio o la zucca, a seconda della stagione. Inoltre, il Barbaresco è annoverato tra i vini da meditazione ed è perfetto in abbinamento a veri momenti di relax, mentre vi godrete finger-food a base di miele e nocciole. Perché acquistare Barbaresco Online? Se sei indeciso su quale Barbaresco acquistare o sei alla ricerca del miglior Barbaresco, ti consigliamo di affidarti a Vino.com, la tua enoteca di fiducia! Sulla nostra selezione puoi scegliere in tutta comodità e acquistare le migliori proposte di Barbaresco in rete. Grandi nomi storici fanno sempre la differenza e il livello qualitativo è assicurato: la scelta può variare a seconda del prezzo, del produttore che preferisci e dello stile produttivo della cantina di riferimento. Dato che il Barbaresco è una delle zone più prestigiose dal punto di vista enologico, difficilmente la scelta può deludere le vostre aspettative. Ogni cantina all’interno del catalogo Vino.com produce Barbaresco attraverso vigne dotate di un proprio microclima e specificità. Pertanto vi invitiamo a scoprire le unicità di questo vino con i vostri sensi, che non vi mentiranno, per decidere quale sarà per voi il miglior Barbaresco! Ti possiamo consigliare di acquistare la tradizione dei Produttori di Barbaresco, punto di riferimento della categoria, oppure di acquistare la storia di questo vino scegliendo Gaja e Pio Cesare. Scegliere il Barbaresco dei Produttori del Barbaresco significa ricevere a casa un vino affascinante e di grande struttura, Pio Cesare si differenzia invece per una concentrazione di frutta matura e spezie, caratterizzata da tannini ben integrati, e Rattalino vi stupirà con la sua armonia e morbidezza impreziosite da nobili tannini e dalla lunga persistenza. Per non confondervi le idee, vi basta andare sulla selezione e lasciarvi ispirare dai consigli dei nostri sommelier. Siamo sicuri che non comprerete solo Barbaresco, ma il migliore della categoria!
Barbera d'Alba
La Barbera d’Alba DOC viene prodotta in provincia di Cuneo, nel territorio di Alba e di numerosi comuni che si trovano attorno alla famosa città delle Langhe. Il disciplinare della Barbera d’Alba DOC fissa la base ampelografica, anche per la versione Superiore in un minimo di 85% di barbera e un massimo di 15% di nebbiolo. Per la tipologia Barbera d’Alba Superiore DOC è previsto un periodo d’invecchiamento minimo di 12 mesi, di cui almeno 4 in legno, e un titolo alcolometrico volumico minimo naturale di 12%. Un grande rosso della tradizione piemontese.
Barbera d'Asti
Barbera d’Asti DOCG nasce nel territorio di numerosi comuni in provincia di Asti e Alessandria e rappresenta una vera eccellenza di questo tradizionale vino rosso piemontese. Secondo quanto previsto dal disciplinare, deve essere prodotta, anche per la versione Superiore, con almeno il 90% di barbera. La Barbera d’Asti DOCG deve essere sottoposta a un periodo minimo d’invecchiamento di 4 mesi, mentre la tipologia Superiore deve affinarsi per 14 mesi di cui almeno 6 in botti di legno. Inoltre la versione Barbera d’Asti Superiore DOCG deve avere un titolo alcolometrico volumico naturale minimo di 12,5%.
Barbera del Monferrato
Il Barbera del Monferrato DOC è una denominazione che copre un’ampia area che comprende i territori di Asti e di parte della provincia di Alessandria. Il disciplinare prevede la produzione di vini bianchi e rossi con tutti i vitigni autorizzati nelle province di Asti e Alessandria. Nel caso in cui venga utilizzato almeno l’85% di uno dei seguenti vitigni: dolcetto o freisa, è possibile indicarlo in etichetta. Si tratta di un territorio di antiche tradizioni, che produce vini di qualità prevalentemente con vitigni autoctoni piemontesi. È ammesso l'adozione della denominazione anche per la tipologia frizzante, l'omologo moderno spumantizzato in autoclave della versione "vivace" che i produttori erano soliti rilasciare dopo aver rifermentato in bottiglia quei vini che a marzo contenevano ancora del residuo zuccherino. Dal 2008 è stata istituita la denominazione Barbera del Monferrato Superiore DOCG, un vino nato per evidenziare le preziosità territoriali, ottenuto dai grappoli più maturi e sottoposto ad un periodo di invecchiamento di almeno 14 mesi, di cui almeno 6 passati in botte di rovere.
Bardolino
Il Bardolino è un vino rosso molto gradevole che nasce sulla sponda orientale del Lago di Garda e prende il nome dall’omonimo paese. La Denominazione di Origine Controllata e Garantita "Bardolino Superiore", anche con l'indicazione "Classico", si ottiene dalle uve Corvina Veronese, Rondinella e Molinara, composizione che lo rende simile al Valpolicella, ma con cui non deve mai essere confuso. Il vino Bardolino viene prodotto sul Lago di Garda che, con i suoi venti, mitiga le temperature invernali e rinfresca quelle estive. Il terroir delle colline moreniche del Garda che si affaccia sulla sponda veronese, quella appunto del Bardolino DOC e DOCG, denota una particolare attitudine alla viticoltura. Esistono varie tipologie di Bardolino secondo disciplinare di produzione. La tipologia di Bardolino più nota e consumata è il “Bardolino Chiaretto”, ottenuto con la vinificazione in rosa delle uve, ovvero con breve sosta delle bucce sul mosto, ed è il vino italiano rosato maggiormente prodotto nel nostro paese. Il 1° agosto 2001 è stata assegnata la Denominazione di origine controllata e garantita al “Bardolino Superiore”, un importante riconoscimento per la qualità produttiva del Garda e del suo vocato entroterra. Un’altra tipologia molto famosa e tradizionale del Bardolino è il Novello, il primo vino della tipologia ad aver ottenuto il riconoscimento della DOC. Il Bardolino Novello si ottiene da uve lavorate in macerazione carbonica e ne risulta un prodotto vivace, elegante, rosso rubino dai profumi fruttati e fragranti. Il sapore è vellutato, fresco e gradevole, senza dubbio uno dei novelli più rappresentativi dell’enologia italiana. Il Bardolino è in apparenza un vino semplice e fresco, ma è il risultato della collaborazione tra il Consorzio, che ne difende la qualità, e i le aziende produttrici che si impegnano per il massimo rendimento delle uve, affinché si possa ritrovare Bardolino nel bicchiere. Il risultato di questi elementi dà origine ad un vino importante, capace di andare incontro alle aspettative del consumatore che si aspetta di chiudere gli occhi e immaginare i profondi paesaggi del Lago di Garda. Acquistare vino Bardolino Stai pensando di acquistare vino Bardolino e sei indeciso sulla tipologia? Come sempre, il tuo sommelier online di fiducia è in grado di chiarire gli orizzonti e proporti, in questo caso, i migliori Bardolino che tu possa acquistare online. Il Bardolino è un vino autentico e di grande personalità, rappresentativo del territorio, prodotto nella zona sud-est del Lago di Garda, nel territorio veronese. Si tratta di uno dei primi vini italiani ad aver ricevuto il riconoscimento DOC. Esistono cinque varietà di vino Bardolino: i vini rossi "Bardolino","Bardolino Novello" e "Bardolino Superiore DOCG", a cui si aggiungono il "Bardolino Chiaretto" e il "Bardolino Chiaretto Spumante". I vini Bardolino sono versatili, piacevolissimi, di pronta beva e diretti all’olfatto e al gusto. Esistono diverse versioni di vino Bardolino, dalle più semplici di pronta beva, alle più complesse adatte all’invecchiamento. Qualunque sia la tipologia che stai cercando, siamo sicuri che in questa selezione troverai il meglio! A cosa si abbina il vino Bardolino? Il vino Bardolino è versatile, fresco, genuino, in grado di abbinarsi a molti piatti, specialmente della tradizione culinaria locale del Lago di Garda, dove carne e pesce sono protagonisti di pari livello. Il Bardolino Chiaretto, ovvero la versione rosa del Bardolino, denota un profumo ammiccante e un gusto fresco che lo rendono perfetto in abbinamento a pietanze di pesce, soprattutto quando il clima diventa piacevolmente caldo. Il Bardolino rosso invece si presta alla perfezione agli abbinamenti con zuppe, minestre, tagliatelle con ragù di carne e risotti della tradizione padana, come quello ai funghi o l’apprezzatissimo e saporito risotto ai fegatini della tradizione veronese. Spicca nelle sue qualità se accompagnato alla carne di vitello con contorno di funghi. Il vino Bardolino si può dunque definire non soltanto vino di facile beva, ma vino a tutto pasto. Rilassatevi in cucina, al Bardolino ci pensiamo noi! Esiste il Bardolino frizzante? Se vi state chiedendo se esiste la versione frizzante del Bardolino, la risposta è si. Il Bardolino in versione Bardolino Chiaretto viene prodotta spumantizzata, per la maggior parte dei casi con Metodo Charmat, ma qualche azienda produce anche con Metodo Classico.Le caratteristiche sono le medesime della versione ferma, ovvero colore rosso rubino chiaro, o cerasuolo, olfatto vinoso e delicato, sapore asciutto e armonico, con finale tendenzialmente amarognolo. La bollicina conferisce al Bardolino quel tocco brioso che, unito alla sapidità tipica del Chiaretto, lo rendono un vino particolarissimo, un fuoriclasse dell’enologia veneta. La versione frizzante del Bardolino viene prodotta attraverso la pigiatura soffice e diraspatura delle uve, che stanno a contatto con le bucce a freddo per circa 10-12 ore, a temperatura di fermentazione controllata tra i 15° e i 16°, in vasche di acciaio inox. E’ un vino da bere giovane, entro e non oltre due anni dall’immissione in commercio, e ve lo consigliamo per la vostra prossima cena o picnic a base di antipasti misti e tapas, per primi leggeri a base di pesce. Noi lo abbiamo provato con la pizza, farete un figurone! Quali sono le cantine più importanti di Bardolino? Il vino Bardolino è legato da un disciplinare di produzione attento che garantisce lo standard qualitativo del prodotto. Ogni azienda produttrice è fedele alla cura del vigneto e ad ogni fase della lavorazione del Bardolino, e qualsiasi sia la cantina che sceglierete sul catalogo, potete stare tranquilli e godervi il vostro Bardolino a piene papille gustative! Un’altra costante che accomuna le proposte che vi faremo, è l’ottimo rapporto qualità-prezzo. Vedere per credere, provare per restare soddisfatti! I nostri consigli vi potranno orientare sulla linea Corte Giara dell’illustre azienda veronese Allegrini, un blend asciutto e armonico di uve Corvina Veronese, Rondinella e Molinara vendemmiate manualmente sui colli gardesani nella prima metà di settembre. Sinuosità ed eleganza nel bicchiere con Bardolino Chiaretto DOC Stile Naturale Cottini, avvolge il palato in un bouquet fine e avvolgente, perfetto per gli amanti del sushi. Della stessa linea resterete affascinati da Bardolino DOC Stile Naturale 2019 Cottini, un vino da compagnia che invita al secondo bicchiere con gli amici, un rosso delicatamente fruttato e morbido, con sentori di frutti rossi, ciliegia e viola e un gusto fresco e vivace. Come non citare Bardolino Classico DOC Frescaripa Masi, un grande classico della tradizione veronese, rivisitato in chiave moderna e contemporanea, un rosso leggero e spensierato, dai profumi intensi acquisiti grazie alle favorevoli brezze del Lago di Garda. Ultimo ma non ultimo, non resterete mai delusi dalla qualità della Cantina della Valpantèna come Bardolino Chiaretto DOC Torre del Falasco Cantina Valpantena, in entrambe le versioni rossa e rosata: il palato è morbido e caratterizzato da una salinità molto pronunciata che si pone in perfetto contrasto con la sua pregevole freschezza. Non vi resta che provarli tutti, e farci sapere il vostro preferito! Che ne dite di un tuffo nel lago di Garda?
Barolo
Il re dei vini, il vino dei re: ecco cos’è il Barolo. Un vino piemontese che, non solo per la sua storia che lo lega alla corte sabauda, sarebbe riduttivo definire soltanto importante. Il Barolo è maestoso, mascolino, muscoloso e imponente. Il termine Barolo deriva dall’omonimo comune che si affaccia su spettacolari vigneti di Nebbiolo, la tipologia di uva che in purezza dà il Barolo. Alla cittadina di Barolo, si aggiungono altre zone di produzione quali i territori di Monforte, La Morra, Castiglione Falletto, Serralunga d’Alba, Grinzane Cavour, Novello, Verduno, Diano d’Alba, Cherasco e Roddi. Il disciplinare di produzione del Barolo impone che, per essere messi in vendita, i vini devono passare un affinamento di almeno tre anni, di cui due in botte di rovere. Per creare la versione Barolo riserva, l’affinamento del vino avviene nell’arco temporale di cinque anni, di cui due passati in legno. Le caratteristiche organolettiche di questo mito piemontese sono uniche e inconfondibili: colore rosso granato intenso conferitogli dal tempo, profumi di frutti rossi, rose appassite e spezie, avvolgente al palato con tannini vivaci e scattanti. Il Barolo raggiunge il suo grado massimo dopo 10, addirittura 20 anni di invecchiamento, ma alcuni Barolo possono superare questo tempo e sorprendere ancora dopo molto tempo con la loro energia. Con questa premessa, che sanno di promessa, vi invitiamo a scoprire la selezione dei migliori Barolo che abbiamo preparato per voi! Dove si può acquistare Barolo e Barolo Riserva? Se state pensando di acquistare Barolo, come sempre Vino.com, la vostra enoteca online preferita è qui per accontentarvi, proponendovi la miglior selezione di Barolo in vendita in rete! Tra i grandi produttori del Barolo non possiamo non vantare nomi di pregio come il grande Borgogno, l’Astemia Pentita, Oddero, il tradizionale Sabaudo, Pio Cesare e Poderi Einaudi. Grandi Barolo per appassionati e intenditori, ma anche per chi vuole avvicinarsi al magico mondo del Barolo, vino simbolo dell’enologia storica italiana. Non dimenticatevi che il barolo è testimone del tempo: per disciplinare di produzione, il periodo di invecchiamento previsto è di 3 anni, di cui 18 mesi in botti di legno. Se siete propensi ad acquistare un Barolo Riserva, anche in questo caso Vino.com ha quello che fa per voi. La differenza con il Barolo semplice è che per la tipologia Barolo Riserva, riserva, il protocollo impone un tempo di invecchiamento di 5 anni. Questo periodo dona al vino eleganti sentori come la complessità della macchia mediterranea, la rosa essiccata e note intense che evolvono con il trascorrere del tempo. Se volete sensazioni potenti al palato, nobilitate da tannini fini e finali di bocca complessi, allora il barolo riserva è il vino che stavate cercando. Noi vi abbiamo dato le istruzioni, ora sta a voi scegliere tra la tradizione intramontabile di grandi nomi, o la vincente innovazione di cantine nuove e appassionate. Ci vediamo nel Barolo! Alla salute con Vino.com! Quali sono le caratteristiche del vino Barolo? Come tutti i vini che rispecchiano il territorio di appartenenza, le caratteristiche organolettiche del Barolo sono ben riconoscibili. Il Barolo presenta alla vista un colore rubino intenso di una certa trasparenza, che vira verso l’arancione con il passare degli anni. Volendo fare un paragone, il Barolo condivide questa speciale caratteristica con i grandi Pinot Neri di Borgogna. Il naso è un altro tratto inconfondibile: bouquet eterei costellati di ribes e altri piccolo frutti rossi, spezie, noce moscata, cuoio, addirittura liquirizia, eppure un Barolo si riconosce principalmente per i profumi che ricordano le Langhe: nocciole e tartufi. In bocca il Barolo sorprende per misura e finezza, terrosità e tannino strutturato, caffè e spezie. Una cosa è certa, a prescindere dai sentori: il Barolo non accetta compromessi, non va bevuto giovane e da il suo meglio con il trascorrere del tempo. Chi sono i principali produttori di vino Barolo? Il Barolo non è un vino che segue un unico filone. È nota infatti la vicenda dei barolo Boys che negli anni 80 si imposero sul mercato per rivoluzionarne le regole, introducendo il modernismo nella produzione attraverso la riduzione del tempo di invecchiamento. Questa scissione è ancora attiva tra i produttori delle Langhe. Vite Colte, Pio Cesare, Oddero, Sabaudo, L’Astemia Pentita, Fontanafredda, Josetta Saffiro, Prunotto sono solo alcuni dei nomi di produttori di Barolo che vi possiamo consigliare. Non vi resta dunque che stappare e ri-stappare, alla ricerca del vostro stile produttivo d’elezione! Non vediamo l’ora di sapere qual è il vostro preferito! Qual è la miglior annata del Barolo Riserva? Se state andando a cena da un amico estimatore di Barolo tipologia Riserva e temete di fare brutta figura, con il consiglio che stiamo per darvi, state certi che non sarà l’ultimo invito che riceverete. Portate con voi Barolo Essenze Riserva dell'azienda Terredavino annata 2013. Si tratta di un Barolo di assemblaggio di altissimo livello, prodotto esclusivamente in grandi annate. Dopo una macerazione di circa 25 giorni di uve Nebbiolo in purezza, il vino fermenta in vasche d'acciaio inox. Successivamente affina in legno per circa 36 mesi e per ulteriori 24 mesi in bottiglia. È caratterizzato da un colore rosso rubino intenso tendente al granata. Al naso si apre con un soave ed etereo bouquet con sentori di viola, confettura di mora, liquirizia e chiodi di garofano sul finale. Al palato risulta raffinato, piacevolmente corposo e secco con tannini delicati. Regala un piacevole retrogusto di frutti di bosco e cioccolato. Ideale da servire con carni rosse cotte alla brace, si sposa benissimo con ricette gustose di carni in umido, è ottimo con il tartufo.
Barolo Chinato
Il Barolo DOCG è uno dei vini italiani più famosi al mondo. È prodotto con uve nebbiolo in purezza nei comuni di Barolo, Castiglione Falletto, Serralunga d’Alba e in parte nel territorio dei comuni di Monforte d’Alba, Novello, La Morra, Verduno, Grinzane Cavour, Diano d’Alba, Cherasco e Roddi. La denominazione Barolo Chinato DOCG è riservata ai vini aromatizzati con base vino Barolo.
Barossa
Barossa Valley
Barsac
Bas Armagnac
Possono fregiarsi della denominazione di origine controllata Armagnac AOC le acquaviti di vino francese prodotte entro i confini dei dipartimenti Gers, Landes e Lot-et-Garonne. In base alle variazioni nelle condizioni climatiche gli armagnac sono suddivisi in zone di origine più specifiche: Bas-Armagnac, Armagnac-Ténarèze e Haut-Armagnac. Gli Armagnac con la più alta reputazione, più comunemente ritenuti di pregio e collezionati provengono quasi interamente dalla Bas Armagnac AOC. Possono concorrere alla produzione di questa acquavite dieci varietà d'uva autorizzate anche se la sua personalità è segnata generalmente dalla presenza di una di queste quattro varietà: ugni-blanc, folle blanche, baco e colombard. A volte si possono trovare armagnac realizzati a partire da alcuni vitigni che oggi costituiscono delle vere e proprie rarità: clairette de Gascogne, jurançon blanc, plant de graisse, meslier saint françois e mauzac blanc. Il vino da avviare alla distillazione e infine all'affinamento è sempre un vino bianco fermentato naturalmente, poco alcolico e piuttosto acido, caratteristica che consentirà all'armagnac ottenuto di affrontare lunghi periodi di invecchiamento. In base ai requisiti del disciplinare deve essere distillato in alambicco tradizionale artigianale certificato. Certificate sono anche la qualità del rovere, la capacità dei contenitori. Subisce un rigido controllo di qualità da parte dell'organismo INAO che scarta gli armagnac con qualità che non raggiunge gli standard della denominazione entro il primo anno di invecchiamento. Un armagnac Vintage è ottenuto con uve di una stessa vendemmia, gli altri sono tutti blend di acquaviti di annate diverse. In base alla durata dell'invecchiamento possono riportare la durata di invecchiamento espresso in anni, es. 15 years, 20 years, o con gli acronimi VS o *** , VSOP e XO o Hors d'Age che indicano rispettivamente almeno 1, 4 o 10 anni di invecchiamento in botte di rovere.
Basilicata
La denominazione Basilicata IGT si estende tra le province di Potenza e Matera. Si può applicare a vini bianchi, rossi, e rosati, così come anche vini novelli e frizzanti, ma anche a vini passiti sia rossi che bianchi. Le caratteristiche dei vini prodotti con questa denominazione differiscono sostanzialmente in base alle specifiche zone di produzione. Il territorio può essere macroscopicamente suddiviso nell'area appenninica, la Fossa Bradanica e l'Avampaese Apulo. La zona del Vulture in particolare si caratterizza per suoli di origine vulcanica, con proprietà che conferiscono al territorio un'elevata fertilità. In questa regione sono prodotti vini ad alta tradizione storica, che rimanda agli Enotri, intorno al 1200 a.C.: l'Enotria deve il nome proprio per la qualità eccezionale dei suoi vini.
Beaujolais
Beaujolais-Villages
Beaune
Beaune AOC è un’appellation Villages de la Côte de Beaune che è stata riconosciuta nel 1936. Si trova nel cuore della Côte de Beaune, tra Savigny-lès-Beaune al nord e Pommard a sud. All’interno dell’appellation si possono contare ben 42 Premiers Crus, che rappresentano complessivamente circa il 70% dell’area vitata di 420 ettari. L’appellation Beaune AOC presenta esposizioni molto varie e differenti terreni in cui si producono soprattutto vini rossi con pinot noir, ma anche dei bianchi con chardonnay. I rossi di Beaune sono vini piuttosto potenti e strutturati, aromaticamente ricchi e con tannini importanti. Sono vini longevi, che possono invecchiare tranquillamente per una ventina d’anni.
Bekaa Valley
Benevento
Bierzo
Biferno
La denominazione Biferno DOC si estende su numerosi comuni della provincia di Campobasso, in Molise. Essa può essere attribuita a vini rossi e rosati composti da uve Montepulciano per il 70-80% e Aglianico per il 10-20% e a vini bianchi a base di Trebbiano Toscano per il 70-80%. Se il vino bianco Biferno DOC è generalmente asciutto, armonico e leggermente aromatico, i vini rosati contrassegnati con questa denominazione sono delicati e fruttati. Il vino rosso Biferno DOC invece si caratterizza per un profumo etereo, un corpo vellutato e una giusta quantità di tannino. Per i vini rossi sono previsti anche una versione Superiore e Riserva: quest'ultima deve essere sottoposta obbligatoriamente a un invecchiamento di almeno 3 anni.
Blanquette de Limoux
Blanquette de Limoux è una denominazione riservata ad alcuni spumanti della Francia meridionale, prodotti in prevalenza da uve della varietà Mauzac, che nella lingua locale prende il nome di Blanquette, con piccole aggiunte di uve Chenin Blanc e di uve Chardonnay raccolte da alcune delle viti più antichi dell'intera nazione. Situata ai piedi dei monti Pirenei, è una delle regioni poste alla maggior altitudine e più continentali della Linguadoca-Rossiglione, caratteristiche che si traducono in uno stile di spumante unico e ricercato da ogni appassionato.
Boca
Il vino Boca DOC è una delle eccellenze del Nord del Piemonte e nasce in provincia di Novara, nei comuni di Boca, Maggiora, Cavallirio, Prato Sesia e Grignasco. E’ prodotto con nebbiolo (70/90%), vespolina o uva rara (30/10%). Il disciplinare del Boca DOC prevede un periodo d’invecchiamento minimo di 34 mesi (18 in legno) e di 46 mesi (24 in legno) per la Riserva. Sulle etichette del Boca DOC è consentito inserire la menzione “Vigna“ se il vigneto ha più di 7 anni d’età. E’ una delle migliori e più interessanti espressioni del nebbiolo fuori dalle Langhe.
Bolgheri
Bolgheri significa rivoluzione. Si tratta infatti di una denominazione Toscana che ha in sé la vocazione all'internazionalità e che deve il suo prestigio alla lungimiranza del Marchese Mario Incisa della Rocchetta, padre del Sassicaia, la cui ambizione alla fine degli anni Sessanta fu quella di portare Bordeaux in Toscana attraverso l’utilizzo dei vitigni internazionali Merlot, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Petit Verdot e Syrah, in aggiunta al Sangiovese. Una doppia anima, in un solo luogo che unisce due grandi luoghi del vino a livello mondiale. Il territorio della denominazione dove è consentita la produzione di Bolgheri coincide con i confini del Comune di Castagneto Carducci in provincia di Livorno. Bolgheri è un bellissimo teatro naturale che si estende dalle Colline Metallifere fino alle propaggini più basse della costa etrusca che mandano i venti marini ad accarezzare le uve. Non mancano le zone boschive e le spiagge, ma la maggior parte dei vigneti si trova in zone pianeggianti. L’elemento caratterizzante della qualità del vino di Bolgheri è il mare, da cui si vedono all’orizzonte l’Arcipelago Toscano e la Corsica. Scegliere i vini di Bolgheri significa ripercorrere la storia della Toscana, immaginare i banchetti del misterioso popolo etrusco e respirare una storia che si arricchisce ogni giorno attraverso la prestigiosa produzione di uno dei vini più amati del mondo. Quali Bolgheri acquistare? Sulla tua enoteca di fiducia potete acquistare i migliori Bolgheri a prezzi convenienti ogni giorno. Per acquistare il meglio, arricchite il vostro carrello con i Bolgheri della tenuta Guado al Tasso se cercate tradizione e assoluta qualità, oppure i suggestivi Merlot Bell’Aja di San Felice, e se invece siete dei romantici che non vogliono rinunciare alla classicità, il blasonato Bolgheri Sassicaia è l’acquisto giusto. E ancora, Bolgheri Millepassi Donna Olimpia se cercate armonia e persistenza, e la freschezza elegante di Campo al Faro. Acquistare Bolgheri su Vino.com è scegliere la qualità consapevolmente. Alla vostra! A Bolgheri si produce anche vino bianco? Se vi state chiedendo se a Bolgheri si produce anche vino bianco, la risposta è si. La denominazione Bolgheri è famosa soprattutto per i suoi vini rossi blasonati in tutto il mondo, ma in questa parte della costa anche il Bolgheri bianco gode di prestigio. Basti pensare che il primo disciplinare di produzione di Bolgheri risalente al 1983 contemplava soltanto le tipologie bianco e rosato. Per il Bolgheri bianco l’uva protagonista è il Vermentino, vinificato per la maggior parte dei casi in purezza, ma talvolta tagliato anche con altre uve: il Sauvignon Blanc e il Viognier. La vinificazione del Bolgheri bianco non prevede affinamenti in legno perché è la freschezza ciò a cui si punta. Non mancano però esempi di Bolgheri bianco dotati di maggior struttura e si ipotizza che nel futuro sarà proprio questa tipologia a godere di successo sul territorio bolgherese. Ma veniamo ai consigli sugli acquisti di Bolgheri bianco: immancabile Bolgheri DOC Vermentino Guado al Tasso Marchesi Antinori, il fresco e sapido Bolgheri Bianco DOC Campo al Faro o l’elegante Bolgheri Vermentino DOC Solosole Poggio al Tesoro e per finire la morbida persistenza di Bolgheri Bianco DOC 2018 Donna Olimpia. Qualsiasi Bolgheri bianco scegliate, porterete a casa un pezzo di Maremma. Cin cin! Quali sono i vitigni con cui si produce Bolgheri? La prestigiosa zona vinicola di Bolgheri si è ispirata, grazie alla lungimiranza del Marchese Mario Incisa della Rocchetta, ai grandi blend bordolesi, i cui vitigni si sono adattati magnificamente a questa zona di Toscana. La somiglianza infatti tra il terroir di Castagneto Carducci e Graves, caratterizzato da ciottoli, ha dato il nome al prestigioso Sassicaia. Il disciplinare della tipologia Bolgheri DOC rosso prevede l’utilizzo del possente vitigno Cabernet Sauvignon, Merlot e Sangiovese per un massimo del 50%, per mantenere lo spirito autoctono. Questi vitigni possono essere monovitigni, oppure presenti in blend. Il DOC Bolgheri deve affinare un anno; il DOC Bolgheri Superiore almeno due anni, di cui uno in legno. Impossibile non citare il DOC Bolgheri Sassicaia: un blend in cui deve essere presente almeno l’80% di Cabernet Sauvignon e riposa per almeno 2 anni, di cui 18 mesi in barrique. Qual è il miglior Bolgheri? Puoi scegliere di acquistare Bolgheri, o il migliore tra i Bolgheri. Il gusto, si sa, è qualcosa di estremamente personale e il singolo palato dovrebbe dire qual è il miglior Bolgheri. Tuttavia, non possiamo esimerci dal citare il prestigioso Sassicaia. Quello che è considerato da molti il migliore dei vini di Bolgheri, si impose non soltanto come il re del territorio, ma è stato il primo ad imporre l’idea del vino-icona in Italia, rivoluzionando il panorama enologico del nostro paese. Questo prestigio ha aperto la strada ad altri grandi tagli bolgheresi, considerati tra i migliori, quali Grattamacco, Masseto, Ornellaia. Quello che quindi può apparire come una pedissequa ripetizione di Bordeaux, altro non è che una felice ispirazione che ha dato vita non solo ai vini migliori della zona, ma che ha contribuito al prestigio della storia enologica d’Italia.
Bonnes-Mares
Bonnezeaux
Bordeaux
Bordeaux AOC è un’appellation regionale che comprende tutti i vigneti dell’area di Bordeaux, che coprono una superficie complessiva di circa 42.600 ettari, nel dipartimento della Gironda. Bordeaux AOC rappresenta l’appellation di Bordeaux più importante e più venduta al mondo. I vini rossi Bordeaux AOC sono principalmente prodotti con cabernet sauvignon, che apporta struttura e trama tannica e merlot, che regala aromi fruttati ed elegante morbidezza. Sono inoltre utilizzati, in misura minore, cabernet franc, petit verdot, malbec e carmenère. I vini Bordeaux AOC sono vini longevi, ma che grazie al buon corredo aromatico e fruttato, possono essere apprezzati anche in gioventù.
Borgogna
L’appellation Bourgogne AOC è una delle più famose al mondo. La regione della Borgogna si trova nella zona centro orientale della Francia e si estende da Auxerre a Mâcon, su una superficie complessiva di oltre 27.000 ettari. Il territorio dell’Appellation Bourgogne AOC comprende 5 zone distinte: Chablis e Yonne, la Côte-de-Nuits, la Côte-de-Beaune, la Côte Chalonnaise e il Mâconnais. Un’area molto estesa, che presenta configurazioni climatiche molto diverse tra di loro. Basti pensare che tra i due punti estremi di Chablis e del Mâconnais ci sono circa 200 chilometri di distanza. I suoli sono in generale di composizione argillo-calcarea, che varia per percentuali e caratteristiche da zona a zona. I vitigni principalmente coltivati in Borgogna sono lo chardonnay e il pinot noir. Tuttavia, sono presenti anche l’aligoté, il gamay e in percentuali minori il pinot gris, il sauvignon blanc, il melon de Bourgogne, il sacy e il césar. Il grande vigneto della Borgogna è caratterizzato da una suddivisione in piccolissime parcelle, spesso inferiori a un ettaro, che sono il frutto di un secolare lavoro di zonazione del territorio, che ha puntato sulla valorizzazione delle caratteristiche specifiche di ogni singolo terroir. L’insieme delle tessere di questo grande mosaico della Borgogna produce annualmente circa 200 milioni di bottiglie e ancora oggi l’appellation Bourgogne AOC è sinonimo nel mondo intero di tradizione, qualità ed eccellenza.
Bourbon Whiskey
Bourgogne
Bourgogne Hautes Côtes de Beaune
Bourgogne Hautes Côtes de Nuits
Bourgogne-Passetoutgrain
Brachetto d'Acqui
La denominazione piemontese Brachetto d'Acqui o Acqui DOCG, presente nelle tipologie rosso fermo, rosso spumante e passito, deve essere realizzato all'interno delle province di Asti e di Alessandria, a partire da un 97% di uve Brachetto, completato per la restante parte da altri vitigni idonei alla coltivazione della regione Piemonte. Il vino che ne deriva è caratterizzato da un caratteristico aroma muschiato e un sapore morbido e dolce, che nella versione passita si arricchisce di una consistenza vellutata e di note di legno.
Brandy
Brandy de Jerez
Il Brandy de Jerez è una particolare tipologia di brandy, ottenibile unicamente all'interno del territorio spagnolo di Jerez. Le particolari condizioni climatiche di questa regione, in cui nasce anche il famoso e apprezzato Sherry, unito alle particolari caratteristiche delle botti di rovere in cui avviene l'invecchiamento, generalmente botti di rovere americano in precedenza impiegate per l'evoluzione dello sherry, danno luogo a un prodotto unico nel suo genere. In base alla durata dell'invecchiamento questo brandy potrà essere accompagnato dalle menzioni Solera, 6 mesi di invecchiamento, Solera Reserva, 12 mesi, Solera Gran Reserva, oltre 3 anni.
Breede River Valley
Breganze
Il Breganze DOC è prodotto in provincia di Vicenza. Il disciplinare prevede sia la versione bianco, con vitigni tai/friulano (minimo 50%), pinot bianco, chardonnay, vespaiola, sauvignon e pinot grigio, che la versione rosso con uve merlot (minimo 50%) marzemino, cabernet franc, cabernet sauvignon, pinot nero e carménère. Dopo 2 anni di invecchiamento, i vini rossi Breganze DOC si possono fregiare della menzione Riserva. È inoltre prevista la versione spumante con uve pinot nero e il famoso vino Torcolato, prodotto prevalentemente con uva vespaiola, sottoposta ad appassimento.
Brindisi
Brouilly
Brunello di Montalcino
Il Brunello è il vino rosso più iconico al mondo, può essere prodotto solo a Montalcino, in provincia di Siena, in Toscana. Viene prodotto solo con uve Sangiovese, che nel comune di Montalcino sono storicamente conosciute con il nome di “Brunello”. Il primo a vinificare queste uve fu Ferruccio Santi nella seconda metà dell’800. Non avrebbe di certo immaginato che dal suo esperimento potesse nascere uno dei vini più famosi di tutti i tempi. È stato il primo vino ad ottenere la DOC nel 1960 e la DOCG nel 1980. La zona di produzione del Brunello è limitata al solo comune di Montalcino, questo fattore ne ha influenzato la percezione di esclusività e unicità. Nello specifico, l’area di coltivazione dei vigneti si trova tra i 120 e i 650 metri sul livello del mare. Sebbene la denominazione sia poco estesa, i terreni coltivati a vigneto hanno sono molto diversi tra loro da un punto di vista geologico. È possibile trovare suoli di origine arenaria, calcarea, terreni sabbiosi, argillosi o ricchi di galestro. Il Brunello di Montalcino deve essere sottoposto a un lungo affinamento in botte grande, nello specifico ben cinque anni dalla vendemmia. Quello che non tutti sanno è che il disciplinare di produzione prevede la versione Riserva. In questo caso gli anni di affinamento, previsti prima della messa in commercio, saranno sei anziché cinque. Il vino Brunello di Montalcino DOCG ha un colore rosso rubino tendente al granato e da un profumo intenso e avvolgente. I sentori principali sono quelli di frutta rossa, vaniglia, liquirizia e ginepro derivanti dal lungo affinamento in legno. È un vino balsamico, con una trama tannica importante e un’elevata corposità. Nonostante l’importante struttura è un vino molto equilibrato, armonico e dotato di freschezza, sensazione influenzata dalla sua spiccata acidità. Per degustarlo correttamente è consigliabile stapparlo almeno un’ora prima e utilizzare un calice ampio per percepire meglio la sua complessità aromatica. È un vino particolarmente longevo, può essere conservato dai 10 ai 30 anni. Condizioni fondamentali per la sua longevità sono l'annata e una conservazione adeguata, in posizione orizzontale e in una cantina fresca e non umida. Quali sono i migliori Brunello di Montalcino? I migliori Brunello di Montalcino DOCG sono disponibili su Vino.com. Oltre i famosissimi Brunello di Montalcino Biondi-Santi Tenuta Greppo, Caparzo, Fattoria dei Barbi, Banfi, La Poderina e Castelgiocondo, non possiamo non menzionarne altri che hanno fatto la storia. Pensiamo al Brunello Mastrojanni, un capolavoro di eleganza e intensità, oppure al Brunello di Argiano, storica eccellenza del territorio. Non possiamo non menzionare il famoso Brunello Castiglion del Bosco, un vino complesso e setoso. Infine occorre ricordare il Brunello del Castello Romitorio, un Brunello persistenze ed importante che non può mancare nella vostra cantinetta privata. Con quale uva si produce il Brunello di Montalcino? Il Brunello di Montalcino può essere prodotto solo con uve Sangiovese, secondo quanto previsto dal Disciplinare di Produzione. Nello specifico, il vitigno con cui si produce il Brunello è un clone locale di Sangiovese. Questo clone è presente solo a Montalcino e conosciuto come Sangiovese Grosso per i suoi acini dalla buccia spessa. Attraverso la buccia vengono trasferiti i pigmenti colorati, i polifenoli e i tannini al vino, per questo la macerazione sulle bucce è molto lunga (può andare dai 20 ai 30 giorni). Grazie alle caratteristiche uniche delle uve Sangiovese, il vino presenta grande vigorosità, struttura e un’ottima predisposizione all’invecchiamento. Le origini del vitigno Sangiovese sono abbastanza incerte. Le ipotesi più diffuse sono tre. Secondo la prima ipotesi il Sangiovese è un vitigno di origine etrusca, proveniente dalla zona nord del Tevere e sud dell’Arno. La seconda ipotesi è che il suo nome derivi dalla parola sangiovannese e che sia quindi originario di San Giovanni Valdarno. Infine secondo la terza ipotesi, il suo nome deriva da Sanguegiovese, inteso come Sangue di Giove, originario della zona del Monte Giove, vicino Santarcangelo di Romagna. Quel che è certo è che l’adattamento del vitigno Sangiovese ai diversi tipi di suolo lo ha dotato di caratteristiche uniche a seconda del luogo in cui viene coltivato. Che vitigno è il Brunello? Il Brunello non è un vitigno ma la denominazione d'origine del famoso vino rosso prodotto esclusivamente a Montalcino secondo un rigido disciplinare di produzione. Il vitigno utilizzato per produrrlo è il Sangiovese, vitigno a bacca nera, storicamente conosciuto nella zona con il nome "Brunello" per i suoi acini scuri. Perché acquistare il Brunello di Montalcino online? Perché online su Vino.com puoi trovare un’ampia selezione dei migliori Brunello di Montalcino. Per citarne solo alcuni, potrai trovare il classico Brunello di Montalcino Biondi-Santi Tenuta Greppo, un vino dal colore rosso rubino brillante, sapido e persistente. Potrai trovare il Castello Banfi Brunello di Montalcino, un rosso speziato, vellutato e intenso. È inoltre disponibile il Brunello di Montalcino Fattoria dei Barbi, sapido, persistente e dai tannini setosi. Infine vogliamo ricordare il Brunello di Montalcino Collezione del Conte Villa da Filicaja, elegante, denso e balsamico. Online su Vino.com potrai trovare un’ampissima selezione di Brunello di Montalcino, con caratteristiche uniche e con prezzi competitivi e adatti a tutte le tasche. Se ami i vini della tradizione non puoi non lasciarti avvolgere dalla maestosità e dalla corposità del il rosso più famoso in Italia.
Burgenland
Cacc'e Mmitte di Lucera
Cadillac
Cahors
Calabria
Calatayud
California
La California è una delle regioni più importanti degli Stati Uniti per la produzione di vino. Grazie al clima temperato e ai terreni particolarmente vocati, è diventata una delle aree del Nuovo Mondo più quotate in assoluto. Le zone di produzione più famose della California sono Sonoma, Napa Valley, Mendocino e Santa Barbara. Si producono vini rossi e bianchi con i più importanti vitigni tradizionali e con lo zinfandel, vitigno che corrisponde al nostro primitivo.
Calvados
Il calvados è un brandy di mele, talvolta di pere, prodotto nella Francia nord-occidentale da parte di oltre 1550 parrocchie di Normandia e Bretagna, nell'entroterra del Pays de la Loire. Epicentro produttivo è certamente la Normandia, patria di alcuni migliori frutteti d'Europa. Nel 1942 10 distretti delle regioni di Normandia e Bretagna furono tutelati da una propria denominazione, dal 1984 riunite in una singola denominazione Calvados AOC. Il nome spagnoleggiante è probabilmente dovuto a una leggenda la quale narra che, nel 1588, la nave spagnola El Salvador carica di brandy di mele fu demolita a largo della costa normanna. La denominazione comprende 2 varianti regionali: Calvados Pays d'Auge in cui si predilige una produzione più limitata in favore di una maggiore qualità e Calvados Domfrontais, prodotto con una percentuale importante di pere. Eccetto che i Calvados Pays d'Auge, doppiamente distillati in alambicchi in stile charentais semi-continui, tutti gli altri calvados sono prodotti per singola distillazione. Segue affinamento in botte di almeno 2 anni per sviluppare aromi più complessi e una sensazione più vellutata al palato. Una curiosità: i vini prodotti nella stessa regione sono contraddistinti anch'essi dalla denominazione Calvados, ma IGP.
Campanha
Campania
Sotto l’Indicazione Geografica Tipica Campania rientrano i vini prodotti nell’intero territorio regionale. La Campania può vantare delle origini antichissime nel campo della viticoltura, che risalgono al periodo della prima colonizzazione greca. Già in epoca romana i vini campani erano considerati tra i migliori in assoluto. Ancora oggi la Campania rappresenta una delle regioni italiane più vocate per una viticoltura di qualità. La denominazione Campania IGT è riservata ai vini: bianchi, rosati e rossi, ottenuti con uve di uno o più vitigni inclusi tra quelli idonei alla coltivazione nelle varie zone della regione Campania e iscritti nel registro nazionale delle varietà di vite per uve da vino. In etichetta può essere indicato il nome di uno dei seguenti vitigni: aglianico, coda di volpe, falanghina, fiano, greco, moscato, piedirosso, primitivo, sciascinoso se i vini sono prodotti almeno con l'85% di uve dei corrispondenti vitigni.
Campi Flegrei
La denominazione Campi Flegrei DOC è riservata ai vini rossi, bianchi, spumanti e passiti prodotti all'interno del territorio dei comuni di Procida, Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e Quarto e parte di quelli di Marano di Napoli, dove si sviluppa il complesso vulcanico dei Campi Flegrei. I vitigni della zona flegrea sono apprezzati fin dall'antichità e il vino della zona di Puteoli - oggi Pozzuoli - era molto apprezzato dalla regia mensa al tempo di Carlo II d'Angiò. Il suolo di origine vulcanico presente in questo territorio ha contrastato la distruzione da fillosserra, per questo motivo i vitigni della zona flegrea sono coltivati ancora "a piede franco". Inoltre la presenza di ceneri, lapilli, pomici tufi e microelementi nel terreno conferisce ai vini di questa denominazione aromi e sapori unici. Il vino Campi Flegrei bianco poggia la sua base ampelografica sul vitigno a bacca bianca Falanghina, mentre il rosso su Piedirosso e Aglianico; nel caso in cui la Falanghina e il Piedirosso - o Pèr 'e Palummo - siano presenti per almeno il 90% del totale possono essere riportate in etichetta.
Campo de Borja
Canelli
Cannonau di Sardegna
Il Cannonau di Sardegna è un vino a Denominazione di Origine Controllata, prodotto con uve Cannonau coltivate in Sardegna e con altre uve a bacca nera, non aromatiche ed ammesse dal disciplinare di produzione in piccola percentuale. La zona di produzione del Cannonau di Sardegna DOC comprende l’intera isola, dalla Gallura fino a Sulcis e Cagliari. Esistono varie tipologie di Cannonau di Sardegna DOC: il Cannonau di Sardegna Rosato e Rosso, il Cannonau di Sardegna Rosso Riserva, il Cannonau di Sardegna Passito, il Cannonau di Sardegna Liquoroso e il Cannonau di Sardegna Classico. All’interno della denominazione Cannonau di Sardegna DOC sono inoltre ammesse tre sottozone, in base alla provenienza geografica delle uve Cannonau utilizzate per la produzione. Si tratta del Cannonau di Sardegna DOC Oliena o Nepente di Oliena (prodotto con uve provenienti da Oliena e Orgosulo), il Cannonau di Sardegna DOC Capo Ferrato (prodotto con uve provenienti da Castiadas, Muravera, San Vito, Villaputzu e Villasimius) e il Cannonau di Sardegna DOC Jerzu (prodotto con uve provenienti da Jerzu e Cardedu). La storia del vitigno Cannonau è molto controversa. Fino a pochi anni fa si pensava che il Cannonau fosse un vitigno di origine spagnola, ma il rinvenimento di vinaccioli di Cannonau presso il sito archeologico di Duos Nuraghes ne ribaltò la teoria. Oggi l’ipotesi più probabile è che il vitigno sia di origine orientale e che sia stato portato in Sardegna dai Fenici. Il Cannonau di Sardegna è un vino dal colore rosso rubino intenso, profumato al naso e sapido al palato. Il suo aroma caratteristico si accentua se le uve utilizzate per la produzione provengono da terreni pianeggianti e costieri, mentre risulta più delicato se le uve sono state coltivate su suoli granitici. Acquistare Cannonau di Sardegna Scegliere quale vino Cannonau di Sardegna DOC acquistare può essere un compito arduo. Il Cannonau di Sardegna DOC, infatti, può essere: Classico, se le uve Cannonau utilizzate per la produzione provengono solamente dai comuni delle province di Nuoro ed Ogliastra; Rosato, caratterizzato da un colore rosa cerasuolo, profumi intensi, una spiccata sapidità e una grande piacevolezza gustativa; Rosso, caratterizzato da un colore rosso rubino tenue, una gradazione alcolica di almeno 12,5°, un affinamento inferiore a un anno, un sapore piacevole, secco ed armonico; Riserva, caratterizzato da un colore rosso rubino intenso, una gradazione alcolica di almeno 13°, un affinamento minimo di due anni, un profumo intenso e un profilo gustativo corposo e strutturato; Liquoroso secco, caratterizzato da un colore rosso rubino, una gradazione alcolica di almeno 18°, un sapore più secco ed intenso; Liquoroso dolce, caratterizzato da una gradazione alcolica di almeno 16°, più dolce e alcolico al palato, perfetto per i dessert a base di fichi, prugne, cioccolato fondente o frutta cotta; Passito, caratterizzato da una gradazione alcolica di 15°, un profumo etereo e un sapore dolce e intenso. Adesso che hai approfondito le caratteristiche principali di ognuna delle tipologie di Cannonau previste dal disciplinare di produzione, ti risulterà più semplice scegliere il vino perfetto per i tuoi gusti. Su Vino.com potrai trovare molte proposte adatte ad ogni palato, scopri tutti i dettagli. Quali sono le caratteristiche del Cannonau di Sardegna? Il Cannonau di Sardegna DOC è un vino a base di Cannonau, un vitigno autoctono sardo a bacca nera, molto simile alla Grenache. Il Cannonau viene coltivato in tutta l’isola, per questo motivo le tipologie di vino prodotte con questo vitigno assumono caratteristiche diverse a seconda delle condizioni climatiche e del suolo unico di ogni microzona della Sardegna. A seconda del terroir di provenienza del Cannonau, i vini derivanti potranno essere caratterizzati da note olfattive più o meno intense e da un palato più o meno concentrato, anche se è possibile individuare alcuni tratti comuni in tutti i vini a base di Cannonau: note balsamiche e di eucalipto e sentori fruttati e speziati. Le caratteristiche principali del Cannonau di Sardegna DOC sono il colore rosso rubino tenue, il profilo olfattivo fruttato con sentori di ciliegia e frutti di bosco, le note floreali di viola e i sentori speziati ed erbacei di pepe nero ed eucalipto. Si tratta di un vino dal profilo aromatico molto intenso e complesso, dal palato corposo, dall’acidità equilibrata, dall’elevata alcolicità e dai tannini vellutati. L’alcolicità del Cannonau dipende dalla maturazione delle uve, che in un clima molto caldo come quello della Sardegna, raggiungono un’elevata concentrazione zuccherina. Per questo motivo, i vini Cannonau di Sardegna DOC hanno una grande longevità e risultano perfetti da degustare anche dopo molti anni. In base alla tipologia: rosato, rosso, rosso riserva, liquoroso dolce, secco o passito, le note degustative tenderanno ad intensificarsi, così come la corposità e l’alcolicità del vino. Con che piatti è possibile abbinare il Cannonau? Il Cannonau di Sardegna DOC può essere abbinato a tantissimi piatti della gastronomia italiana. Il Cannonau Rosato, ad esempio, è perfetto per antipasti, primi piatti e carni bianche. Il Cannonau di Sardegna Rosso e Riserva sono perfetti per carni alla griglia, arrosti, brasati, selvaggina e agnello. Il Cannonau di Sardegna DOC Passito è adatto ai formaggi stagionati, ai dolci a base di mora, ciliegia, cioccolato e nocciola. Infine il Cannonau di Sardegna Liquoroso si abbina divinamente alla pasticceria secca. Su Vino.com potrai trovare un’ampia gamma di Cannonau di Sardegna DOC, differenti tipologie in grado di soddisfare tutti i palati, con prezzi per tutte le taste. Scopri la selezione. Qual è il miglior Cannonau? Per scegliere il miglior Cannonau di Sardegna dovreste chiedervi: qual è la tipologia di vino Cannonau più adatta all’aperitivo, al pranzo o alla cena che ho in programma? Se quello che avete in mente è un aperitivo fresco a base di Cannonau vi consigliamo: il Cannonau di Sardegna Rosato DOC Nudo Siddùra. Se invece state pensando ad una cena più importante, con un vino dai toni morbidi e intensi, potreste scegliere tra il Cannonau di Sardegna DOC Noras Cantina di Santadi o il Cannonau di Sardegna DOC Falcale Piero Mancini. Se volete arricchire la vostra serata con note ancor più speziate e poderose allora non potete perdervi il Cannonau di Sardegna Riserva DOC Josto Miglior Jerzu o il famosissimo Cannonau di Sardegna Riserva DOC Senes Argiolas. Su Vino.com le opzioni non mancano di certo, scopri il Cannonau più adatto a te.
Canterbury / Waipara
Cape Town
Carignano del Sulcis
Il Carignano del Sulcis DOC è prodotto nella zona sud occidentale della Sardegna in provincia di Carbonia–Iglesias e Cagliari. Il vitigno carignano è coltivato, oltre che in Sardegna, in Spagna e nel sud della Francia, ma sui terreni sabbiosi del Sulcis dona vini particolarmente interessanti e ricchi di personalità. Il disciplinare del Carignano del Sulcis DOC prevede le versioni: rosato, rosso, novello e passito, tutte prodotte con almeno 85% di carignano. Il Carignano del Sulcis Superiore DOC deve essere prodotto con uve provenienti esclusivamente da impianti ad alberello.
Cariñena
Carmignano
L'area vitivinicola di Carmignano, i cui confini furono definiti da un decreto del Gran Duca Cosimo III de' Medici nel 1716, ospita le denominazioni Carmignano DOCG, Barco Reale di Carmignano DOC, Rosato di Carmignano DOC e Vin Santo di Carmignano DOC, anche nella sua versione Occhio di Pernice. Il territorio comprende le colline dei comuni di Carmignano e Poggio a Caiano situati in provincia di Prato, alle pendici orientali del Monte Albano patria del Chianti Montalbano. Nonostante il nome di Carmignano fosse tutelato ancor prima dell'introduzione del sistema di qualità delle DOC/DOCG, questo fu assorbito dal più prestigioso Chianti e i vini della zona furono venduti come Chianti Montalbano. Nel 1975, grazie a un'azione decisa e tenace dei viticoltori di Carmignano l'area ottenne una DOC indipendente che fu promossa a DOCG nel 1990. I vini a denominazione Carmignano DOCG sono ottenuti da un blend di uve Sangiovese, il quale deve costituirne almeno il 50%, Canaiolo Nero, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc. Sono ammesse anche altre uve complementari stabilite dal disciplinare fino a un massimo del 10%. Si tratta di vini rossi secchi per certi versi simile nello stile al Chianti ma da cui si differenzia per precise caratteristiche organolettiche date dalla presenza delle uve Cabernet. È obbligatorio un invecchiamento di 10 mesi in botti di rovere e/o castagno e di 12 mesi per il Carmignano Riserva DOCG. Le cantine presenti nello stesso territorio che non intendono investire nella creazione di un vino a denominazione Carmignano DOCG possono optare per la denominazione Barco Reale di Carmignano DOC, ritenuta la versione più leggera e fresca del robusto Carmignano DOCG, pertanto considerato il suo "fratello minore", ottenuto dal medesimo uvaggio ma per cui non sono definiti particolari requisiti in merito al periodo di affinamento, concepito per un consumo giovane. Il nome deriva dal Barco Reale mediceo, una vasta riserva di caccia istituita nel XVII secolo anche se non è perfettamente chiaro il legame tra la tenuta e il vino. I vini rosati prodotti all'interno del territorio possono fregiarsi della denominazione Rosato di Carmignano DOC. Il Vin Santo di Carmignano deve essere prodotto con uve Trebbiano Toscano e Malvasia del Chianti, mentre la versione Occhio di Pernice, così chiamata perché prodotta da uve a bacca rossa, deve essere prodotto con un minimo del 50% di Sangiovese a cui fanno da complemento altri vitigni a bacca rossa autorizzati. Il Vin Santo di Carmignano deve invecchiare per 3 anni in caratelli di legno e la versione Riserva per 4 anni.
Carso
Cartizze
La denominazione Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Cartizze DOCG è riservata ai vini prodotti dalle vigne coltivate sulla prestigiosa e famosa collina di Cartizze, che si trova nel territorio della frazione di S. Pietro di Barbozza del Comune di Valdobbiadene. Un vero è proprio cru, che per la qualità dei terreni, l’altitudine, l’esposizione e il particolare microclima, da sempre produce vini d’eccellenza. Gli spumanti Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Cartizze DOCG, sono per tradizione prodotti in versione dry, morbida e avvolgente. Si distinguono per finezza e intensità dei profumi e per la grande persistenza aromatica.
Castel del Monte
Castel del Monte DOC è una delle denominazioni più famose di Puglia e comprende i territori di molti comuni in provincia di Barletta–Andria–Trani e Bari. Il disciplinare prevede molte versioni tra cui il bianco a base di pampanuto, chardonnay e bombino bianco; il rosato realizzato con aglianico e il rosso prodotto con aglianico, cabernet e nero di Troia. I vini di Castel del Monte DOC sono da sempre apprezzati per la loro finezza ed eleganza.
Castiglia e Leòn
Castilla
Castilla y León
Castilla-La Mancha
Catalayud
Cava
Cava DO è la denominazione spagnola più famosa per la produzione di spumanti Metodo Classico. L’area si estende nella regione del Pénedes, nella Spagna nord-orientale, tra Girona e Tarragona. Il disciplinare Cava DO prevede l’utilizzo delle seguenti uve a bacca bianca: macabeo, xarel.lo, parellada, malvasía, chardonnay e dei vitigni a bacca rossa: garnacha tinta, monastrell, pinot noir e trepat. Il tempo minimo di affinamento sui lieviti è di solo 9 mesi, fino ad arrivare ai 30 mesi del Gran Riserva.
Central Otago
Cerasuolo d'Abruzzo
La denominazione Cerasuolo d’Abruzzo DOC è una delle più famose d’Italia per quanto riguarda la produzione di vini rosé. Il disciplinare fissa la base ampelografica in un minimo di 85% di montepulciano, con un eventuale saldo del 15% di altre uve a bacca rossa non aromatiche autorizzate in Abruzzo. L'areale di produzione si estende nelle province di Chieti, L'Aquila, Pescara e Teramo. Le viti devono essere piantate a un'altitudine che non superi i 500 metri sul livello del mare, escludendo i terreni non sufficienti soleggiati o quelli umidi del fondovalle.Nonostante sia possibile riscontrare la presenza di più sottoaree caratterizzate da caratteristiche lievemente diverse, il vino a denominazione Cerasuolo d’Abruzzo DOC si caratterizza generalmente per un esclusivo colore rosa ciliegia - in abruzzese "cerase" - più o meno carico, frutto di una breve macerazione a contatto con le bucce di uve Montepulciano. Al naso si apre con un aroma distintivo di frutta rossa e di ciliegia che nella versione Superiore si arricchisce di sentori più complessi ed evoluti con accenni speziati. Al palato è un vino fresco e scorrevole ma al contempo corposo e strutturato, con un retrogusto gradevolmente ammandorlato. È ottimo in abbinamento con il classico brodetto di pesce.
Cerasuolo di Vittoria
Il Cerasuolo di Vittoria è l’unico vino siciliano che può vantare il riconoscimento della DOCG. È prodotto nella Sicilia sud–orientale, nel territorio che si affaccia sul golfo di Gela, con i vitigni classici della zona: nero d’Avola (50–70%) e frappato (30–50%). Il Cerasuolo di Vittoria DOCG è un rosso elegante e raffinato, mediterraneo e solare, perfetto negli abbinamenti a tavola con la cucina del territorio.
Cesanese
Chablis
Lo Chablis è un vino bianco fermo francese AOC (Appellation d'Origine Contrôlée - Denominazione di Origine Controllata) prodotto nella regione della Borgogna con uve Chardonnay, il vitigno autoctono della zona, più conosciuto ed esportato nel mondo. La zona di produzione dello Chablis si trova a 100 chilometri dall’area principale della Borgogna e i vini bianchi provenienti da questo terroir d’eccellenza si caratterizzano per la freschezza, la spiccata acidità e la mineralità. Tradizionalmente la fermentazione e l’affinamento avvengono in vasche d’acciaio, preservando il carattere varietale fresco del vitigno Chardonnay. Alcuni produttori invece preferiscono vinificare e affinare lo Chablis in botti di rovere, ottenendo uno vino bianco più rotondo, con note vanigliate e tostate. Poiché il vitigno con cui viene prodotto lo Chablis, lo Chardonnay, esprime al meglio il suo potenziale nelle aree climatiche fresche, i vini ottenuti in questa zona della Borgogna non hanno eguali in nessun’altra parte del mondo. La origini dello Chablis sono molto antiche. Sebbene la coltura della vite in questa zona si debba ai Romani, non è possibile affermare che i vini prodotti all’epoca fossero dei bianchi ottenuti da uve Chardonnay. Ecco perché la storia dello Chablis inizia ufficialmente nel 510 d.C., grazie al contributo degli ordini monastici che iniziarono a coltivare lo Chardonnay a Chablis. Un ruolo centrale nello sviluppo e nella diffusione dello Chablis a Parigi venne svolto dai monaci di Tours. La minaccia delle invasioni vichinghe li costrinse a trasferirsi ad Auxerre, una zona ben collegata a Parigi grazie alla presenza di uno scalo fluviale. Dalla metà del XV secolo i vini di Chablis raggiunsero anche l’Inghilterra e le Fiandre. Però nei primi anni del 1600, l’invasione degli ugonotti e la distruzione dei vigneti della zona causarono una brusca battuta d’arresto alla produzione e al commercio dello Chablis. La ripresa fu lenta e difficile, ulteriormente aggravata a partire dal 1886 per il sopraggiungere dell’oidio e della filossera, responsabili del definitivo collasso della produzione dei vini di Chablis. Questo continuo tracollo produttivo continuò fino al 1950. La regione vitivinicola di Chablis era stata travolta dalla storia, la fiorente produzione di vini a base di Chardonnay era ormai un lontano ricordo del passato, quando la fortuna tornò a girare e da Chablis partì una straordinaria rinascita vitivinicola che negli ultimi decenni l’ha convertita nel punto di riferimento mondiale per i vini a base di uve Chardonnay. Petit Chablis Il Petit Chablis AOC è un vino bianco fermo prodotto con uve Chardonnay provenienti soprattutto dai vigneti coltivati nelle pianure. È un vino di pronta beva, perfetto da consumare giovane in abbinamento ai pasti quotidiani. Si caratterizza per la sua freschezza, è semplice e delicato ma al contempo perfetto per comprendere la vera natura dei vini della regione di Chablis. Chablis Grand Cru Lo Chablis Grand Cru AOC è la categoria più alta nella classificazione dei vini di Chablis ed è riservata solo ai vini prodotti con le uve Chardonnay provenienti da 7 vigneti in tutta la Borgogna: Blanchots, Bougros, Grenouilles, Les Clos, Les Preuses, Valmur e Vaudésir. Si tratta di vigneti coltivati principalmente su terreni composti da gesso e depositi fossili, il suolo responsabile della spiccata mineralità e acidità degli Chablis Grand Cru. La caratteristica di questi Chablis è la presenza in etichetta del nome del vigneto di provenienza e l’assenza del nome del villaggio. Quali sono le caratteristiche del vitigno Chablis? Lo Chablis è un vino prodotto con uve Chardonnay, un vitigno autoctono francese a bacca bianca, originario della Borgogna. Il vitigno Chardonnay ha una foglia media, un grappolo compatto di dimensioni medie e dalla forma cilindrica o conica e degli acini piccoli, di forma sferoidale, con una buccia verde-gialla sottile e ricca di pruina. Oggi lo Chardonnay è uno dei vitigni a bacca bianca più coltivati al mondo grazie alla sua straordinaria capacità di adattarsi ai terreni e di acclimatarsi in aree geografiche profondamente diverse. Lo Chardonnay è coltivato in Nuova Zelanda, Israele, Australia, California, Cile, Argentina e ovviamente in Italia. Lo Chardonnay è un vitigno caratterizzato da un precoce germogliamento, ecco perché è fondamentale scegliere il momento adeguato per la sua vendemmia, visto che un’eccessiva maturazione delle uve genererebbe un vino privo della sua naturale acidità. Lo Chardonnay è un vitigno molto utilizzato per la spumantizzazione e si caratterizza per la sua ottima capacità di invecchiamento. Dà origine a vini dal colore giallo paglierino, ha un profumo soave e fruttato e un sapore molto elegante. Scopri la migliore selezione di Chablis e di vini a base di Chardonnay su Vino.com. Quali sono i migliori abbinamenti vino Chablis - cibo? Lo Chablis è un vino bianco fresco e minerale, perfetto per un aperitivo a base di salmone o ostriche. È ottimo da abbinare ai piatti a base di pesce e ai piatti a base di carni bianche, ai formaggi freschi, alle minestre di verdure e alle uova. Se hai in mente una cena elegante, lasciati travolgere dalle note aromatiche dello Chablis. Scopri la migliore selezione su Vino.com. Classificazioni Chablis I vini di Chablis possono essere classificati in 4 categorie, dalla meno prestigiosa alla più prestigiosa: Petit Chablis AOC, Chablis AOC, Chablis Premier Cru AOC e Chablis Grand Cru AOC. L’80% della produzione di Chablis rientra nella categoria Petit Chablis e Chablis. I vini che rientrano nella categoria Chablis Premier Cru AOC provengono da una selezione di 40 vigneti in tutta la denominazione, mentre i vini che rientrano nella categoria Grand Cru AOC provengono da una selezione di soli sette vigneti in tutta la Borgogna: Blanchots, Bougros, Grenouilles, Les Clos, Les Preuses, Valmur e Vaudésir e sono considerati i vini più pregiati di Chablis. Su Vino.com potrai trovare la migliore selezione di Chablis. Scopri lo Chablis AOC Domaine de Vauroux, il Petit Chablis AOC Pas Si Petit La Chablisienne, lo Chablis Premier Cru Vaucoupin AOC Domaine Michaut oppure il pregiato Domaine Laroche, Chablis Grand Cru AOC, Blanchot Reserve de l'Obedience. Scopri la migliore selezione di Chablis su Vino.com.
Chambertin
Chambolle-Musigny
Chambolle–Musigny AOC è una famosa Appellation della Borgogna, in particolare della Côte de Nuits, in cui si producono importanti e celebri vini rossi quasi esclusivamente Premier Cru da uve Pinot Noir. Tra i Premier Cru più noti si trovano quello di Les Amoureuses e di Les Charmes. Nella regione è prodotta anche una piccola percentuale di vini bianchi a base di uve Chardonnay, all'interno del prestigioso vigneto di Musigny, che dal 1882 accompagna Chambolle nel nome della denominazione. I vini di Chambolle–Musigny AOC sono particolarmente apprezzati per la finezza, l’eleganza, la complessità e intensità aromatica del loro bouquet.
Champagne
L’appellation o denominazione Champagne AOC è senza dubbio la più conosciuta e celebre al mondo. La denominazione è suddivisa in varie aree con caratteristiche diverse, ognuna delle quali è famosa per la coltivazione di uno specifico vitigno: la zona della Montagne de Reims è famosa per il Pinot Nero, la Côte des Blancs e la Côte de Sézanne per lo Chardonnay, la Vallée de la Marne per il Pinot Meunier e la zona più a sud della Côte de Bar per il Pinot Nero. Il terroir della Champagne La Champagne deve la celebrità dei suoi vini a molti fattori e uno di questi è sicuramente il suo terroir unico. In generale il suolo della Champagne è caratterizzato da marne calcareo-argillose con una forte presenza di gesso. Ed è proprio il profondo strato di gesso del sottosuolo che costituisce la ricchezza di questo territorio. La regione della Champagne rappresenta il limite estremo della coltivazione della vite a nord e il colore bianco del gesso riflette il poco calore del sole trasferendolo alle piante. Inoltre funziona anche da grande risorsa idrica, che drena la superficie delle vigne trattenendo l’acqua in profondità per i periodi siccitosi. Metodo classico, champenoise o Champagne: il metodo di produzione Il successo dei vini di questa regione nasce dal metodo di produzione dello Champagne, il primo vino a utilizzare la tecnica della rifermentazione in bottiglia, che ha successivamente preso il nome di “méthode champenoise” o “metodo classico”. Grazie a questo procedimento i vini tranquilli, ai quali vengono aggiunti uno sciroppo di lieviti e zuccheri detto “liqueur de tirage”, subiscono una seconda fermentazione in bottiglia che produce anidride carbonica e determina la formazione delle preziose bollicine. Una volta terminato il periodo di affinamento sui lieviti, che verranno rimossi dal vino tramite dégorgement, la bottiglia viene rabboccata con una miscela chiamata “liqueur d’expédition”, contenente vecchi vini e una quantità di zucchero che determinerà il dosaggio finale della cuvée: Pas Dosé, Extra Brut, Brut, Extra Dry, Sec, Demi Sec o Doux. L’esatta composizione della miscela, che concorre a conferire il cosiddetto goût maison, è un segreto gelosamente custodito da ogni produttore. Quali sono gli elementi del successo dello Champagne? Si può affermare che sia lo straordinario terroir il primo elemento di successo dello Champagne. È anche grazie alla tradizione di una cultura secolare e dall’arte dell’assemblage dei tre principali vitigni utilizzati che questo vino spumante è diventato la bollicina per eccellenza. Tra i vitigni che possono comporre un blend, il Pinot Nero dona struttura, lo Chardonnay regala finezza ed eleganza e il Pinot Meunier dà un tocco fruttato. Un blend sapientemente composto permette di ottenere vini di grande fascino ed equilibrio gustativo. L’assemblage più tradizionale dello Champagne delle grandi Maison spesso prevede percentuali simili di Pinot Nero, Pinot Meunier e Chardonnay, tuttavia non mancano assemblaggi diversi, soprattutto nel caso di piccoli produttori, che hanno le vigne in una sola zona. Possiamo parlare di "Blanc de Blancs", quando uno champagne è prodotto con sole uve bianche, di "Blanc de Noirs" se prodotto con sole uve a bacca rossa, di Rosé se c’è una leggera sosta sulle bucce o l’aggiunta di una piccola percentuale di vino rosso.
Charmes-Chambertin
Chassagne Montrachet
Chassagne-Montrachet
Chianti
Il Chianti ha radici antiche e profonde. Il termine “Chianti” compare per la prima volta nei documenti dell’archivio di Datini di Prato, per indicare una tipologia speciale di vino. In epoca medievale la denominazione si riferiva a “vino di Firenze” e solo nel Seicento, con l’intensificarsi dei commerci, venne ufficialmente riconosciuto come vino tipico del territorio. Scegliere di bere Chianti significa scegliere un vino dal passato prestigioso, che è l’essenza di un territorio amato in tutto il mondo. Il Chianti viene prodotto nelle province di Firenze, Siena, Arezzo, Pisa, Pistoia e Prato, scrigni di bellezza e custodi del “saper far vino”. In base alla zona di provenienza il vino Chianti può essere denominato: “Colli Aretini”, “Colli Fiorentini”, “Colli Senesi”, “Colline Pisane”, “Montalbano”, “Montespertoli” e “Rufina”. La regione del Chianti ha un paesaggio unico, caratterizzato da colline dolci e terrazzamenti di vigneti inconfondibili, diventati simbolo della toscanità più autentica. In questo contesto di bellezza nasce uno dei vini più amati al mondo, che deve le sue peculiarità alle uve Sangiovese e al terroir unico che caratterizza la zona di produzione. In un bicchiere di Chianti predominano note di ciliegia e sottobosco, freschezza, eleganza e profondità. Non vediamo l’ora di farvi scoprire i migliori Chianti su Vino.com! Chianti, Chianti Classico e Chianti Classico Riserva: le differenze Chianti e Chianti Classico sono tra le tipologie di vino rosso più famose al mondo. A differenza del Chianti, il Chianti Classico può essere ottenuto solo nella zona originaria di produzione del Chianti: un territorio che comprende i comuni di San Casciano Val di Pesa, Greve in Chianti, Tavarnelle in Val di Pesa, Poggibonsi, Barberino Val d'Elsa, Castellina in Chianti, Radda in Chianti, Gaiole in Chianti e Castelnuovo Berardenga. Il Chianti Classico DOCG può a sua volta essere d’annata Riserva o Gran Selezione, in base al periodo di invecchiamento a cui viene sottoposto. Il Chianti Classico d’annata è l’espressione giovane della tipologia. Si tratta di un prodotto caratterizzato da un corpo snello e fragrante. È così versatile da poter essere abbinato a numerosissime proposte gastronomiche, un best seller italiano. L’apice della produzione chiantigiana è rappresentata dal Chianti Classico Riserva e dal Chianti Classico Gran Selezione, vini con affinamenti più lunghi, che rappresentano un’interpretazione intensa e corposa del Sangiovese ed in grado di mostrare una grande capacità evolutiva e una fantastica longevità. In termini organolettici e gustativi, rispetto al Chianti Classico d’annata, il Chianti Classico Riserva esprime maggiore complessità aromatica, con note tostate e vanigliate che si intensificano ancor di più nella versione Chianti Classico Gran Selezione. Scopri il la migliore selezione di Chianti Classico su Vino.com. Esiste il Chianti bianco o è solo un vino rosso? Tradizionalmente il Chianti è associato a morbidi colli delineati da filari di Sangiovese e altre uve a bacca rossa da cui hanno origine vini intensi e corposi. Questa associazione è corretta perchè il Chianti è un vino rosso. Tuttavia la zona del Chianti è coltivata anche con vitigni a bacca bianca, un esempio è il Torricella, IGT Toscana, di Barone Ricasoli, un bianco che nasce in vigneti situati sulle colline senesi. È prodotto in prevalenza con uve Chardonnay e con uve Sauvignon Blanc ed ha una struttura ricca e complessa, che esprime il suo carattere tipicamente toscano. Il colore è giallo paglierino, presenta un bouquet di note agrumate bilanciate da note vanigliate e sfumature fruttate. In bocca è fresco e piacevole, ampio e strutturato. Può essere bevuto giovane, ma è anche adatto ad un lungo invecchiamento. Il Chianti è un vino fermo o frizzante? Il Chianti è conosciuto per essere un vino fermo, corposo e dalle grandi capacità d’invecchiamento. Non esistono vini frizzanti appartenenti alla denominazione Chianti. Vi farà piacere scoprire questa interessante parentesi storica ambientata tra il 1834 e il 1837. Durante quegli anni, il Barone Bettino Ricasoli diede alla luce il Chianti Governo all’uso Toscano, un vino rosso piacevolmente frizzante e di pronta beva. Questa tipologia di vinificazione consiste nel raccogliere in anticipo la parte più matura del grappolo di Sangiovese e lasciarla sui graticci fino all’appassimento. Una volta pigiate, le uve producono un mosto che, aggiunto al vino che ha terminato la fermentazione, dà avvio ad una seconda fermentazione che conferisce al vino una fresca effervescenza. Oggi, secondo quanto previsto dal disciplinare di produzione, questa tipologia di vinificazione non può essere eseguita per produrre vino Chianti. Cosa abbinare al Chianti? Siete appena stati nel Chianti, avete fatto scorta su Vino.com per organizzare la vostra cena di rientro e non sapete che abbinamenti cibo-vino proporre? Anche in questo caso, il vostro sommelier online di fiducia ha tutte le risposte alle vostre domande. Partiamo dalle caratteristiche del Chianti. Il Sangiovese ha un profilo fruttato esaltato da note balsamiche, in particolar modo nella versione Riserva ha un’acidità spiccata e un tannino vivace, che ne prolunga la persistenza. È armonioso e corposo. L’affinamento in legno contribuisce alla sua struttura e lo rende adatto ai primi con ragù e ai secondi di carne, anche grigliate. Per accompagnare il Chianti non c’è niente di meglio della bistecca alla fiorentina, della tagliata o della carne di manzo. Il Chianti è perfetto da abbinare anche ai formaggi stagionati. Un’ultima raccomandazione dal vostro sommelier online di fiducia: tenete sempre la vostra bottiglia di Chianti lontano dalla luce o da fonti di calore, per non alterarne le proprietà organolettiche. Adesso scegliete pure il vostro Chianti preferito!
Chianti Classico
Il Chianti Classico DOCG è uno dei vini italiani più famosi nel mondo. È prodotto nel territorio collinare di pochi comuni delle province di Siena e Firenze, che rappresentano la zona storica e più antica della viticoltura del Chianti. Nasce da uve sangiovese, almeno l'80%, e da un eventuale saldo di altre uve a bacca rossa autorizzate nella regione Toscana. È un rosso di buona struttura, con bella trama tannica ed equilibrata freschezza. Perfetto con i piatti della cucina del territorio.
Chinon
Chorey-les-Beaune
Château Chalon
Châteauneuf-du-Pape
Cilento
Possono fregiarsi della denominazione Cilento DOC i vini provenienti da una vasta area che si estende per diversi comuni della provincia di Salerno. Il nome deriverebbe dal latino cis Alentum, ossia "al di qua dell'Alento", che stava a indicare uno dei confini che delimitava lo storico territorio cilentano, molto meno esteso dell'attuale. I primi vitigni coltivati nel territorio risalivano all'antica Grecia, importati dalle coste del Peloponneso. I vini a denominazione Cilento DOC possono essere sia rossi che rosati, ottenuti da uve Aglianico, Piedirosso e/o Primitivo e solo il rosato da Sangiovese, ma anche bianchi, prodotti a partire da uve Fiano, Trebbiano Toscano, Greco e Malvasia. Solo i nomi dei vitigni Aglianico e Fiano possono essere riportati in etichetta, a patto che siano presenti per almeno l'85% del totale.
Cinque Terre
Cirò
I vini a denominazione di origine controllata Cirò sono ottenuti nei comuni di Cirò, Cirò Marina e in parte dei territori di Melissa e di Crucoli, nella zona più a nord del crotonese. Possono essere sia bianchi, con una percentuale di Greco Bianco di almeno l'80%, sia rossi o rosati, con almeno l'80% di uve Gaglioppo a comporli. Ai vini rossi è possibile aggiungere anche le menzioni Superiore, se dotati di un contenuto alcolico maggiore di quello richiesto dalla normativa, Classico se provenienti dalla zona storica della denominazione, che corrisponde ai comuni di Cirò e Cirò Marina. La zona dove ora sorge Cirò Marina, in particolare, coincide con l'antica colonia greca di Cremissa, in cui si produceva il vino chiamato Krimisa talmente apprezzato da essere donato agli atleti vincitori delle Olimpiadi. Il vino rosso Cirò Rosso Superiore e Cirò Classico Superiore possono arricchirsi della menzione Riserva se sottoposti a un invecchiamento di almeno 2 anni.
Civitella d'Agliano
L'indicazione geografica tipica Civitella d'Aglianico comprende l'intero territorio dell'omonimo comune situato in provincia di Viterbo, corrispondente alla zona pianeggiante e alle colline del bacino dell'alta valle del fiume Tevere, caratterizzato da suolo di origine vulcanica. In etichetta può essere riportato il nome dei vitigni Malvasia, Sangiovese, Trebbiano, Grechetto e Chardonnay se la percentuale di uve presente nel vino è pari o superiore all'85%. Possono essere indicati anche due o più vitigni a patto che il vino sia interamente prodotto con queste uve e che ogni vitigno sia presente per almeno il 15% della composizione totale.
Clairette de Die
Clos de Vougeot
Clos de la Roche
Clos des Lambrays
Coastal Region
Cognac
Colchagua Valley
Colli Aprutini
La zona geografica delimitata dalla denominazione Colli Aprutini IGT comprende gran parte della provincia di Teramo, un'area prevalentemente collinare che si spinge sino alle pendici del Gran Sasso, nella parte centro-meridionale, e dei Monti della Laga, in quella settentrionale. I vini dell'area aprutina hanno valore storico, elogiati per la propria qualità fin dai tempi delle gesta di Annibale e della vittoria di Canne, 216 a.C. I vitigni riportati in etichetta accanto alla denominazione sono presenti per almeno l'85%.
Colli Berici
Colli Euganei
Colli Maceratesi
Colli Pesaresi
Colli Pescaresi
Colli Tortonesi
Colli Trevigiani
La zona di produzione di Colli Trevigiani IGT riguarda la zona collinare della provincia di Treviso. I vitigni a bacca bianca più coltivati sono glera, pinot grigio, sauvignon, incrocio Manzoni, mentre i vitigni rossi più utilizzati sono raboso, merlot, cabernet sauvignon, cabernet franc, refosco. I vini dei Colli Trevigiani IGT sono una tradizionale e tipica espressione di un territorio di grandi tradizioni enologiche.
Colli del Limbara
Colli della Toscana Centrale
La denominazione Colli della Toscana Centrale IGT si estende sui territori collinari a ridosso degli Appennini, nelle provincie di Arezzo, Firenze, Pistoia, Prato e Siena. I vini Colli della Toscana Centrale IGT rossi e rosati sono prodotti con uno o più dei seguenti vitigni: sangiovese, ciliegiolo, cabernet sauvignon, cabernet franc, merlot, pinot nero, canaiolo nero, syrah e gamay. I bianchi sono prodotti con uno o più dei seguenti vitigni: trebbiano toscano, vernaccia di San Gimignano, chardonnay, pinot bianco, pinot grigio, malvasia del Chianti, vermentino, sauvignon e riesling renano.
Colli di Conegliano
Colli di Luni
La denominazione Colli di Luni DOC riguarda il territorio dei comuni attorno alla città di La Spezia e alcuni comuni in provincia di Massa. I bianchi sono principalmente prodotti con vermentino, albarola ed eventualmente con trebbiano toscano. Il Colli di Luni DOC rosso è invece realizzato con sangiovese. Sono vini molto interessanti, che nascono nella prima fascia collinare preappenninica, mediterranei, freschi e sapidi.
Colli di Rimini
Colli di Salerno
I vini Colli di Salerno IGT sono prodotti nella zona collinare dell’intero territorio di Salerno. I vitigni a bacca rossa più utilizzati sono aglianico, piedirosso, sciascinoso e primitivo, mentre i vitigni a bacca bianca più comuni sono falanghina, fiano, greco e coda di volpe. Sotto l’indicazione Colli di Salerno IGT sono prodotti alcuni vini della Campania di grande fama e molto apprezzati dagli appassionati.
Colline Novaresi
Colline Pescaresi
Colline Teatine
Collio
Il Collio è stato sempre considerato un ottimo vino bianco. Già in epoca romana, nel 238 d.C. secondo Erodiano, la regione del Collio era famosa per le sue "viti maritate agli alberi di melo, pero e fico". Al tempo dei Goti e dei Longobardi, il vino del Collio era un vero e proprio tributo da riscuotere. Fu dal 1600, però, che i vini del Collio iniziarono ad essere denominati ufficialmente in alcuni documenti, sotto il nome di Ribolla Gialla e Cividino. Dalla metà del 1700, avvenne invece la prima grande svolta vitivinicola della regione con Giacomo Fabricio, il quale perfezionò il metodo di coltivazione a terrazzamenti, i cosiddetti rocs, che prevedevano la disposizione di 1 - 2 filari di viti per ogni terrazza. Nella seconda metà del 1800, il Conte Teodoro Latour importò nella regione varietà di uve francesi e tedesche, inaugurando la viticoltura moderna del Collio. Dopo la seconda guerra mondiale, la perdita dei territori al confine dell’Italia causarono una vera e propria divisione della regione del Collio, la zona oltre il confine italiano che oggi fa parte della Slovenia divenne Brda. Il Collio DOC o Goriziano è un vino a denominazione d’origine controllata dal 1968. La zona di produzione è una mezzaluna compresa tra l’Isonzo, lo Judrio, Gorizia e il confine dell’Italia con la Slovenia. Ha un’estensione di 1500 ettari con vigneti tra i 60 e i 270 metri sul livello del mare. I terreni del Collio sono di natura flyschoide, un terreno caratterizzato dalla presenza di arenaria, marna, calcare, potassio e fosforo, elementi che rendono il suolo facilmente sgretolabile e che hanno influenzato la viticoltura a terrazzamenti, ormai tipica del paesaggio della zona. I vitigni ammessi dal disciplinare per la produzione del Collio DOC sono sia a bacca bianca, come lo Chardonnay, la Malvasia Istriana, il Müller-Thurgau, il Picolit, il Pinot bianco, il Pinot grigio, la Ribolla gialla, il Riesling renano e italico, il Sauvignon, il Tocai Friulano e il Traminer aromatico; sia a bacca nera, come il Cabernet Franc, il Cabernet Sauvignon, il Merlot e il Pinot Nero. In base alla tipologia di vitigno utilizzato, il Collio DOC o Goriziano può essere di diverse tipologie: Collio Bianco DOC, Collio Cabernet DOC, Collio Cabernet Franc DOC, Collio Cabernet Sauvignon DOC, Collio Chardonnay DOC, Collio Friulano DOC, Collio Malvasia DOC, Collio Merlot DOC, Collio Müller-Thurgau DOC, Collio Picolit DOC, Collio Pinot Bianco DOC, Collio Pinot Grigio DOC, Collio Pinot Nero DOC, Collio Ribolla Gialla DOC, Collio Riesling DOC, Collio Riesling Italico DOC, Collio Rosso DOC, Collio Sauvignon DOC e Collio Traminer Aromatico DOC. I vini Collio DOC ottenuti da uve a bacca bianca si caratterizzano per il colore giallo paglierino tenue, con riflessi verdi o dorati. Hanno dei sentori particolarmente fruttati ed un gusto gradevole e morbido. I vini del Collio prodotti con uve a bacca nera si caratterizzano per il colore rosso rubino brillante, gli aromi erbacei e il gusto rotondo e corposo. Acquistare Collio Friulano Se ti stai chiedendo dove e perchè acquistare i vini a denominazione Collio DOC, su Vino.com potrai trovare la risposta. Nella tua enoteca online di fiducia potrai scegliere tra i vini Collio prodotti nelle cantine più famose della regione o nelle piccole aziende della denominazione. Per orientarti nella scelta possiamo spiegarti alcune delle caratteristiche di questi vini bianchi pregiati. Partiamo dal famosissimo Collio Friulano DOC Tenuta Sant’Helena di Fantinel, un vino bianco prodotto con le uve Tocai Friulano provenienti dai vigneti goriziani di Vencò e caratterizzato da netti sentori di fiori bianchi e mandorla. Un altro grandioso Collio DOC che puoi trovare su Vino.com è il Collio Sauvignon Blanc DOC Livon, prodotto con uve Sauvignon raccolte a mano, provenienti dai vigneti del comune di Dolegna del Collio e caratterizzato da sentori di frutti esotici e profumi di peperoni gialli e verdi. Se invece vuoi degustare un Collio DOC a base di uve Ribolla Gialla, ti consigliamo il Borgo Conventi, un bianco dal colore giallo paglierino tenue con profumi floreali e fruttati, e la Ribolla Gialla Ronco del Frassino. Infine, ti consigliamo anche il Collio Pinot Bianco DOC di Villa Russiz, un bianco armonioso e avvolgente, con sentori di fiori bianchi e aromi di mela Golden. Scopri tutte le proposte su Vino.com. Quali sono le caratteristiche del vino Collio? I vini Collio DOC sono vini prodotti con uve a bacca bianca o rossa, coltivate nella zona prevista dal disciplinare di produzione. Si tratta di un’area racchiusa tra i fiumi Isonzo e Judrio, la città di Gorizia e il confine con la Slovenia. La produzione di vino Collio rosso è davvero minima se paragonata alla produzione di vini Collio DOC ottenuta da uve a bacca bianca. I vini bianchi Collio DOC sono particolarmente fruttati e floreali, molto delicati e morbidi, con sentori mandorlati freschi e armonici. Nel caso dei vini rossi, i Collio DOC sono vini con profumi intensi, note erbacee e un gusto sapido, piacevole, corposo e vellutato. Scopri le caratteristiche dei vini del Collio su Vino.com. Quali sono le caratteristiche del vino bianco Collio DOC Friulano? Il Collio Friulano DOC è una tipologia di vino bianco della regione del Collio, ammessa dal disciplinare di produzione. I vitigni che possono essere utilizzati per produrre questa tipologia di Collio sono: il Friulano (minimo 85%) e altre varietà di uva a bacca bianca ammesse in Friuli Venezia Giulia. Le sue caratteristiche principali sono il colore giallo paglierino tendente al dorato, un profilo olfattivo fruttato e floreale, con sentori di mela Golden, mandorla, pera, pesca gialla e camomilla. Il profilo gustativo è corposo, intenso e mediamente complesso, con un’acidità ben bilanciata. Il Collio Friulano DOC è perfetto da abbinare ad antipasti, piatti a base di pesce, crostacei e carni bianche. Scopri la migliore selezione di Collio Friulano DOC su Vino.com. Cosa caratterizza il Sauvignon Collio DOC? Il Collio Sauvignon DOC è una delle tipologie di Collio ammesse dal disciplinare di produzione. Anche in questo caso è fondamentale che i vitigni utilizzati siano per l’85% minimo di tipo Sauvignon, più altri vitigni a bacca bianca ammessi in Friuli Venezia Giulia. Anche il Collio Sauvignon DOC è caratterizzato da un colore Giallo paglierino, un profilo olfattivo particolarmente aromatico e delicato e un profilo gustativo pieno e intenso. Scopri la migliore selezione di Collio Sauvignon DOC su Vino.com.
Conca del Riu Anoia
Condrieu
Conero
La denominazione Conero DOCG comprende il territorio di Ancona, Camerano, Numana, Offagna, Sirolo e in parte dei comuni di Castelfidardo e Osimo. La base ampelografica, anche per la riserva, è fissata in un minimo di 85% di montepulciano d’Abruzzo, e un massimo del 15% di sangiovese. Il vino Conero DOCG deve essere sottoposto a un periodo d’invecchiamento di almeno 2 anni. E’ un rosso importante che coniuga struttura, potenza ed eleganza.
Contea di Sclafani
La denominazione Contea di Sclafani DOC si trova nella zona interna della Sicilia centro occidentale e ricomprende i territori di numerosi comuni delle province di Palermo, Agrigento e Caltanissetta. Il disciplinare definisce la normativa per la produzione di vini bianchi, rosati e rossi. Per quanto riguarda i bianchi Contea di Sclafani DOC i vitigni più utilizzati sono inzolia, catarratto, grecanico e grillo; per i rosati e i rossi nero d’Avola, perricone, nerello mascalese. Per la tipologia Rosso Riserva è previsto un periodo d’invecchiamento minimo di 2 anni.
Contessa Entellina
La denominazione Contessa Entellina DOC si trova nella zona interna della Sicilia centro occidentale e ricomprende solo il piccolo territorio del comune di Contessa Entellina in provincia di Palermo. Il vitigno bianco principe del territorio è l’inzolia accompagnato da catarratto, grecanico, sauvignon, chardonnay, fiano e vionier. I vini rosati e rossi Contessa Entellina DOC sono principalmente prodotti con nero d’Avola, syrah, cabernet sauvignon, pinot nero e merlot. Per la tipologia Rosso Riserva è previsto un periodo d’invecchiamento minimo di 2 anni di cui almeno 6 mesi in recipienti in legno.
Coonawarra
Corbières
Cornas
Corpinnat
Corton
Corton-Bressandes
Corton-Charlemagne
Cortona
La denominazione Cortona DOC comprende i terreni vocati per la viticoltura che si trovano nella zona collinare tra Arezzo e il lago Trasimeno, nel territorio comunale di Cortona. Tra i vitigni bianchi, i più coltivati sono il trebbiano toscano, il grechetto, la malvasia bianca, lo chardonnay e il sauvignon blanc. Mentre il Cortona DOC rosso è prodotto soprattutto con syrah e a seguire merlot, cabernet sauvignon e sangiovese. La Syrah Cortona DOC è particolarmente famosa e di buon livello qualitativo. Il disciplinare prevede inoltre la possibilità di produrre Vin Santo e Vin Santo Occhio di Pernice. Il primo deve invecchiare almeno 3 anni e il secondo 5 anni, prima di essere messo in commercio.
Costa Aconcagua
Costa Toscana
Costa Toscana IGT ricomprende un vasto territorio lungo il litorale tirrenico, che si estende in molti comuni delle province di Massa Carrara, Lucca, Pisa, Livorno e Grosseto. Costa Toscana IGT nasce dall’esigenza di molti produttori appartenenti ad aree diverse di rivendicare una caratteristica comune nella vicinanza della zona di produzione con la costa del mar Tirreno. L’indicazione Costa Toscana IGT ha ottenuto il riconoscimento ufficiale nel 2010. Sono vini dal profilo mediterraneo, bianchi, rosati, rossi, vendemmia tardiva e passiti, che esprimo l’eccellenza di un terroir di grande valore e ricco di storia.
Costa d'Amalfi
La denominazione Costa d’Amalfi DOC si estende lungo la fascia costiera da Positano a Salerno e comprende le tre prestigiose sottozone di Furore, Ravello e Tramonti. Zone caratterizzate da ripidi pendii a picco sul mare con una coltivazione della vite “eroica“. I vini bianchi Costa d’Amalfi DOC sono principalmente prodotti con falanghina, biancolella, pepella, ripoli, fenile, ginestra. Tra i vitigni rossi più coltivati ricordiamo: il piedirosso, l’aglianico, lo sciascinoso e il tintore. Il Costa d’Amalfi Rosso DOC, Furore, Ravello o Tramonti, se immesso al consumo dopo un periodo d’invecchiamento di 2 anni, può definirsi Riserva.
Coteaux Bourguignons
Coteaux Champenois
Coteaux d'Aix-en-Provence
Crozes-Hermitage
L’appellation Crozes-Hermitage AOC si trova nella regione della Vallée du Rhone e si estende sul territorio di diversi comuni nei pressi di Crozes-Hermitage e di Tain-l’Hermitage. Al suo interno comprende anche la celebre AOC Hermitage. Il clima è tipicamente mediterraneo, con vigneti perfettamente soleggiati ed esposti a sud, sempre battuti dal fresco vento Mistral. I suoli sono piuttosto vari, costituiti a seconda delle zone da graniti o terrazzamenti d’origine fluviale con depositi sabbiosi e ciottoli. I vini rossi sono prodotti con il vitigno syrah, un autoctono francese nato dall’incrocio spontaneo tra l’uva della Savoia mondeuse blanche e la varietà dureza, originaria dell’Ardeche. La syrah della Valle del Rodano regala vini intensi e ricchi, con una caratteristica nota speziata. I vini bianchi Crozes-Hermitage AOC sono principalmente prodotti con due vitigni tipici del territorio la marsanne e la roussanne.
Crémant d'Alsace
Crémant de Bordeaux
Crémant de Bourgogne
Crémant de Loire
Crémant de Savoie
Crémant du Jura
Curtefranca
Custoza
Côte de Beaune
Côte de Beaune-Villages
Côte-Rôtie
Côteaux Bourguignons
Côteaux du Giennois
Côtes de Bordeaux
L’AOC Côtes de Bordeaux è una delle Appellation più importanti della Regione, copre una superficie di oltre 10.000 ettari e ha una produzione di 500.000 ettolitri di vino annui (97% rosso). L’AOC Côtes de Bordeaux è stata istituita nel 2007 e raccoglie i territori di Blaye, Cadillac, Castillon e Francs. I vitigni rossi coltivati sono i classici dell’area bordolese: principalmente merlot, a seguire cabernet sauvignon, cabernet franc e malbec. Tra le varietà a bacca bianca si coltivano il sauvignon blanc e il sémillon.
Côtes de Bourg
Côtes de Provence
Côtes de Provence AOC è un’importante appellation del sud della Francia in cui si producono vini bianchi, rossi e famosi rosati. Si estende su tre dipartimenti: Var, Bouches du Rhône e Alpes Maritimes e rappresenta in termini di quantità quasi il 75% del vino prodotto in tutta la regione della Provenza. Si coltivano soprattutto i vitigni tradizionali del sud della Francia come: grenache noir, syrah, cinsault, carignan, clairette, sémillon. I vini dell’appellation Côtes de Provence AOC esprimono in generale un profilo mediterraneo, solare e armonioso.
Côtes du Jura
Côtes du Rhône
L’appellation Côtes du Rhône AOC è una denominazione di carattere regionale, che ricomprende al suo interno tutti i vini prodotti nel vasto territorio della Vallée du Rhône. Il disciplinare della Côtes du Rhône AOC prevede la produzione di vini bianchi, rosé e rossi. La maggior parte della produzione proviene dalla zona più meridionale dell’Appellation, con clima mediterraneo, mitigato dalla vicinanza del mare. I vitigni più coltivati sono quelli a bacca rossa, in particolare: grenache, syrah, cinsault e carignan. Sono vini rossi piacevolmente armoniosi, caldi e intensi. I bianchi, invece, sono prodotti con grenache blanc, roussanne, marsanne, bourboulenc, clairette e viogner. Sono vini freschi, dal bouquet ricco e armonioso, tipicamente mediterranei.
Côtes du Roussillon
Delle Venezie
Delle Venezie IGT è un’Indicazione Geografica Tipica interregionale che riguarda i territori delle province di Trento (Trentino–Alto Adige), Gorizia, Pordenone, Trieste e Udine (Friuli–Venezia Giulia), Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza (Veneto). L’origine del nome Delle Venezie IGT discende dall’espressione storicamente utilizzate per indicare le tre regioni del nord–est: Tre Venezie. È una zona che può vantare antiche tradizioni, che risalgono all’epoca degli antichi Romani, portate avanti sotto il dominio della Serenissima e poi dell’Impero Austro–Ungarico. Generalmente sono vini di livello qualitativo elevato, che nascono in terroir molto vocati. I vitigni utilizzati sono quelli classici dell’area del nord–est.
Dogliani
La denominazione Dogliani DOCG si estende sui territori di numerosi comuni che si trovano a est della città di Cuneo, verso il confine con la Liguria. La base ampelografica per il Dogliani DOCG anche Superiore è definita in dolcetto in purezza. La versione Superiore deve essere sottoposta a un periodo d’invecchiamento minimo di 12 mesi. Il Dogliani DOCG rappresenta una delle grandi eccellenze dei rossi piemontesi. È un vino di buon corpo, con bella trama tannica e acidità equilibrata. Esprime piacevoli bouquet fruttati ed ha un’interessante duttilità negli abbinamenti a tavola, sia con primi che con secondi piatti di carne bianca o rossa.
Dolcetto d'Alba
La denominazione Dolcetto d’Alba DOC comprende il territorio di numerosi comuni e si estende nella zona collinare delle Langhe. La base ampelografica del Dolcetto d’Alba DOC, anche Superiore, è fissata dal disciplinare in uve dolcetto in purezza. Per la versione Superiore è previsto un periodo d’invecchiamento minimo di 12 mesi. Il Dolcetto d’Alba DOC è un rosso della grande tradizione piemontese, particolarmente apprezzato per la sua duttilità negli abbinamenti a tavola, sia con primi, che con secondi piatti di carne bianca o rossa.
Douro
Duriense
Echézeaux
Eden Valley
Eger
Emilia
I vini Emilia IGT sono prodotti nei territori delle province di Ferrara, Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e in parte della provincia di Bologna. L’Emilia IGT disciplina la produzione di vini bianchi, rossi e rosé, principalmente realizzati con i seguenti vitigni: alionza, ancellotta, cabernet sauvignon, chardonnay, fortana, lambrusco, malvasia di Candia aromatica, malbo gentile, malvasia bianca di Candia, merlot, montu’, pignoletto, sangiovese, sauvignon blanc e trebbiano. Si tratta di una vasta area dalle antiche tradizioni, che nelle zone collinari esprime vini interessanti e dal profilo spiccatamente territoriale.
Erbaluce di Caluso
Ermitage
Etna
L'Etna DOC sta vivendo da diversi anni un periodo di grande successo, anche a livello mondiale. La zona dell’Etna DOC comprende il territorio dei Comuni di Aci S. Antonio, Acireale, Belpasso, Biancavilla, Castiglione, Giarre e Linguaglossa. Si estende fino a Mascali, Milo, Nicolosi, Paternò, Pedara, Piedimonte, Randazzo, S. Alfio, S. Maria di Licodia, S. Venerina, Trecastagni, Viagrande e Zafferana. I vitigni principalmente coltivati sono gli autoctoni del territorio: il Nerello Mascalese, il Nerello Cappuccio e il Carricante. I vini Etna DOC si distinguono per grande finezza e eleganza e rappresentano alcune delle eccellenze della Sicilia. Quali sono i vini dell'Etna? I vini dell'Etna sono principalmente di due tipologie: Etna Bianco, Etna Rosso ed Etna Rosato. Con il vitigni Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio viene prodotto l'Etna Rosso DOC e il Rosato, con il vitigno Carricante viene prodotto l'Etna Bianco DOC. La caratteristica principale dei vini Etna DOC è il suolo. L'Etna DOC è stata la prima denominazione nata in Sicilia, nel 1968. I vigneti vengono coltivati sulle pendici dell'Etna, vulcano attivo e alto 3330 metri sul livello del mare. Oggi i vigneti dell'Etna, insieme a quelli dell'Alto Adige, sono i più alti d'Italia e del mondo. I vigneti dell'Etna beneficiano delle forti escursioni termiche tra il giorno e la notte. La zona di produzione, situata a nord est del vulcano, influenza il livello qualitativo dei vini, che risultano essere molto eleganti e minerali. Quale tipo di uva si coltiva sull'Etna? Le uve principalmente coltivate sull'Etna per la produzione dell'Etna DOC sono: il Nerello Mascalese, utilizzato intorno all'80%, e il Nerello Cappuccio, utilizzato per circa il 20%. L’Etna bianco DOC è ottenuto da uve Carricante per circa il 60% e da uve Catarratto, in percentuali minori. Alle volte vengono utilizzati anche altri vitigni a bacca bianca quali Trebbiano e Minnella. Di recente sta ottenendo sempre più successo l'Etna DOC Rosato, un rosé estremamente minerale e elegante ottenuto vinificando in bianco uve Nerello Mascalese e Nerello Capuccio. Perché acquistare i vini dell'Etna online? Acquistare vino Etna online ti offre la possibilità di scegliere tra tantissime etichette. In base ai tuoi gusti personali e all'occasione d'uso potrai trovare il vino perfetto per te. Tra le tante aziende disponibili online, potrai trovare i vini Etna Firriato, azienda del territorio famosa per la coltivazione dei tre vitigni principali nella zona di Cavanera Etnea. Online troverai i migliori vini Etna DOC di Benanti, Cottanera, Donnafugata, Cusumano, Nicosia, Tornatore e Planeta. I vini rossi Etna DOC sono armonici, persistenti e minerali, perfetti da abbinare a piatti di carne e formaggi. Qualunque sia il tuo vino rosso preferito, ti consigliamo di assaporare gli Etna DOC disponibili su Vino.com: ne rimarrai piacevolmente sorpreso.
Falanghina del Sannio
Falerio
Falerno del Massico
Faro
La denominazione Faro DOC comprende il territorio del comune di Messina e rappresenta una piccola eccellenza, che produce vini di alta qualità. La base ampelografica è fissata dal disciplinare in nerello mascalese (45/60%), nerello cappuccio (5/10%), nocera (5/10%) e un eventuale saldo di un massimo del 15% di nero d’Avola, gaglioppo, montonico nero o sangiovese. Il vino Faro DOC deve essere sottoposto a un periodo d’invecchiamento obbligatorio di almeno un anno prima di essere messo in commercio. Si tratta di un rosso complesso ed elegante, di grande tradizione e personalità.
Faugères
Fiano di Avellino
Il Fiano di Avellino DOCG è uno dei vini bianchi del sud Italia di più antiche tradizioni. La zona di produzione si trova nei territori che circondano la città di Avellino, un’area collinare e montuosa dal clima fresco, perfetta per coltivare uve a bacca bianca. La base ampelografica è definita in un minimo dell’85% di fiano, con un eventuale 15% di greco e/o coda di volpe bianca e/o trebbiano toscano. Il Fiano di Avellino DOCG è un vino elegante, intenso e complesso, dotato di buona struttura e persistenza aromatica. È un bianco con una buona propensione all’invecchiamento con un’evoluzione verso interessanti note terziarie.
Fleurie
Forlì
Franciacorta
La Franciacorta è una prestigiosa zona vinicola che si estende dal Lago d’Iseo a Brescia, in territorio lombardo. Il Franciacorta è oggi una delle bollicine italiane più amate e riconosciute nel mondo. Questo grazie al complesso e raffinato metodo di produzione e all'importante lavoro di formazione svolto dal Consorzio di Tutela del Franciacorta. Alla sua qualità e raffinatezza concorre l'equilibrio tra vari fattori, primo tra tutti il terroir. Questo termine tecnico indica l'interazione di diversi fattori: le varietà di uve coltivate , il clima, il suolo, l’azione dell’uomo. I vini della Franciacorta sono prodotti solo con le uve Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco. Questi hanno trovato in questa zona il terroir adeguato per una maturazione ideale. Inoltre, viene spesso utilizzata un’uva autoctona molto apprezzata: l’Erbamat. Il terreno, in queste zone, è di origine glaciale. Essendo ricco di sassi morenici è in grado di mantenere in maniera costante la temperatura ideale per la crescita delle viti. Infatti, queste pietre accumulano calore durante il giorno, per cederlo di notte in maniera graduale. La componente ghiaiosa invece, concorre al drenaggio dell’acqua e garantisce un ambiente ideale alle radici della pianta. Per spumantizzare il Franciacorta, viene utilizzato il Metodo Classico, di conseguenza la seconda presa di spuma avviene in bottiglia. In questa zona, il metodo classico prende il nome di Metodo Franciacorta. Le tipologie di Franciacorta possono essere cinque: Franciacorta Satèn, Franciacorta Rosé, Millesimato e Riserva. Inoltre, come per tutti gli spumanti, anche i Franciacorta possono avere diversi dosaggi zuccherini: Pas Dosé, Extra Brut, Brut, Extra Dry, Dry. I caratteri distintivi del Franciacorta sono l’eleganza e la finezza, insieme alla freschezza e all’armoniosità. Le cantine che popolano il territorio sono moderne, con sistemi di produzione all’avanguardia. Pochi spumanti come il Franciacorta sono in grado di raccontare il territorio in un bicchiere. Difficile non apprezzare la tipologia Franciacorta, impossibile non trovare la propria etichetta tra quelle disponibili nella selezione che la tua enoteca online ha preparato per te. Benvenuti in Franciacorta! Qual è la differenza tra Prosecco e Franciacorta? Sebbene i termini "Prosecco" e "Franciacorta" siano spesso, in maniera errata, utilizzati come sinonimi, in realtà esistono moltissime differenze tra queste due eccellenze enologiche italiane. Prima tra tutte, occorre precisare che "Franciacorta" e "Prosecco" sono due denominazioni d'origine differenti. Ovvero, questi due vini spumantizzati sono prodotti in territori diversi, seguendo un diverso disciplinare di produzione. La Franciacorta DOCG, come detto sopra, è una denominazione prodotta in una specifica zona della Lombardia. Il metodo seguito per la produzione è denominato Metodo Classico. La sua notorietà deriva anche dal fatto che è una delle prime denominazioni d'origine italiane, risalente addirittura al 1967. Il Prosecco DOC, invece, viene prodotto tra il Veneto ed il Friuli Venezia Giulia. Questo prodotto segue il metodo di produzione denominato Metodo Charmant, che prevede una seconda fermentazione in autoclave. Il Vitigno principale utilizzato per la sua produzione è la Glera. Questa può essere accompagnata da Bianchetta, Perera, Verdiso, Glera lunga e dalle uve Chardonnay, Pinot bianco, Pinot grigio e Pinot nero per una percentuale fino al 15%. Perché si chiama Franciacorta? La Franciacorta è situata nel cuore della Lombardia e si estende in un’area di 200 chilometri quadrati, comprendente 19 comuni della Provincia di Brescia. Qui splendide campagne e paesaggi formano architetture ricamate dai vigneti e dalle colline soleggiate. La Franciacorta si affaccia sulle sponde del Lago d’Iseo, in un anfiteatro sorto naturalmente a seguito del ritiro dei ghiacciai, 10.000 anni fa. Sulle motivazioni di questo nome, però, ci sono opinioni discordanti. La più accreditata è che il termine Franciacorta derivi dal volgare "Curte Franca". Nel XIII secolo infatti, le terre intorno al Lago d'Iseo erano di proprietà dei monaci benedettini, che lì producevano vino. I monaci, in cambio del loro lavoro nelle vigne, venivano esentati dai dazi imperiali normalmente richiesti ai proprietari terrieri. Per questa ragione, la zona rappresentava dunque una "Curte Franca". Oggi, le prestigiose cantine della Franciacorta si impegnano nel mantenere uno standard qualitativo altissimo. Proprio questo ha reso la Franciacorta una delle zone maggiormente frequentate dai winelovers di tutto il mondo. Ogni singola cantina è un mondo fatto di arte, territorio e produzione di eccellenze. Qual è il miglior Spumante Franciacorta? Se vi state chiedendo quali siano i migliori vini della Franciacorta, siete nel posto giusto! La grande critica italiana ed estera si è espressa in tal senso, ecco perché vi elencheremo le migliori proposte disponibili su Vino.com. Il must tra le etichette porta il nome del padre di questa zona vinicola, ovvero Berlucchi , che al tempo era conosciuto per i vini fermi. L’idea di creare vini di ispirazione francese, con la grinta che contraddistingue il saper fare italiano, è proprio sua. Se avete in mente un’occasione speciale, non potete perdervi i vini Bellavista: potenza ed eleganza in un unico brand. Il successo della Franciacorta nel mondo si deve a Cà del Bosco, nata negli anni di Berlucchi e protagonista del “rinascimento enologico italiano”. Tra le migliori tipologie di Franciacorta, è impossibile inoltre non menzionare i Satèn per la loro morbidezza gustativa, il perlage cremoso e di lunga persistenza. Di grande prestigio sono inoltre i Millesimati. Un vino spumante Millesimato viene prodotto con almeno l’85% delle uve provenienti dalla stessa annata. Questa è una tra le migliori tipologie di vino Franciacorta e rappresenta la massima espressione di una specifica vendemmia. Acquistare Franciacorta online Acquistare Franciacorta su Vino.com significa scegliere tra tantissime etichette disponibili. Trovare le migliori proposte online sembra facile ma non lo è. Per questo la tua enoteca di fiducia ti consiglia i gioielli storici come Ca’ del Bosco, riferimento della Franciacorta. I suoi prodotti, diversi annata dopo annata, rappresentano la filosofia produttiva dell’azienda. Un’altra grande eccellenza è il Franciacorta Brut DOCG Grande Cuvée Alma Bellavista, dove il nome Alma, dal latino significa "colei che nutre". Inoltre, come non consigliarvi i vini Guido Berlucchi, pioniere e rappresentante della Franciacorta dagli anni Cinquanta del secolo scorso. Selezione, rispetto e territorio sono invece i valori condivisi dall'ingegnere e architetto dalla barba lunga Angelo Martinazzi. Nel 1988 acquistò un appezzamento alle pendici del Monte Orfano, nel bresciano. Dal sue genio nasce Barbalonga, giovane cantina dal carattere audace. Potrete inoltre scegliere tra gli eleganti vini Ferghettina: un’azienda situata tra le colline assolate ai piedi dell’arco alpino. Oppure tra gli intensi e sofisticati vini di Corte alle Stelle. Qualunque etichetta scegliate, Vino.com è pronto a farvi vivere l’esperienza Franciacorta nel modo più autentico e con i prezzi più convenienti.
Franschhoek
Franschhoek Valley
Frascati
Friuli
Friuli Colli Orientali
La denominazione Friuli Colli Orientali DOC rappresenta una delle zone italiane maggiormente vocate per la produzione dei vini bianchi di qualità. Friuli Colli Orientali DOC ricomprende il territorio dei comuni di Attimis, Buttrio, la parte est di Cividale, Corno di Rosazzo, Faedis, Manzano, Nimis, Povoletto, Premariacco, Prepotto, S. Giovanni al Natisone, S. Pietro al Natisone, Tarcento e Torreano in provincia di Udine. Comprende inoltre le sottozone di Cialla, Ribolla Gialla di Rosazzo, Pignolo di Rosazzo, Schioppettino di Prepotto e Refosco di Faedis. Per la produzione dei famosi bianchi del Collio, i vitigni più utilizzati, in purezza o in blend, sono: malvasia, pinot bianco, pinot grigio, ribolla gialla, friulano, verduzzo, picolit, sauvignon blanc e chardonnay. I rossi vengono prodotti principalmente con refosco, schioppettino, pignolo, tazzelenghe, cabernet franc, cabernet sauvignon e merlot.
Friuli Grave
I vini Friuli Grave DOC vengono prodotti in un ampio territorio del Friuli, in provincia di Udine e Pordenone, caratterizzato fondamentalmente da terreni d’origine alluvionale, drenanti e ricchi di ciottoli e sassi, che si sono rivelati molto adatti per la coltivazione della vite e in particolare per i vitigni a bacca rossa. I vitigni rossi storicamente presenti e che meglio si sono adattati al terroir, sono il cabernet sauvignon, il cabernet franc, il merlot, il carmenère e il refosco. Vengono inoltre coltivati con buoni risultati anche le uve a bacca bianca: pinot grigio, pinot bianco, verduzzo, friulano, chardonnay e sauvignon blanc.
Friuli Isonzo
Garda
Gattinara
Gavi
Il Gavi o Cortese di Gavi DOCG è una denominazione che raggruppa i vini bianchi ottenuti da uve Cortese 100% e prodotti esclusivamente in Piemonte, nella parte meridionale della provincia di Alessandria. Il nome del vitigno Cortese deriva da un’antica leggenda, quella della “cortese” e bella principessa Gavia, la figlia del re dei Franchi, Clodomiro, che si sposò in segreto e si stabilì a Gavi per sfuggire al re. I vini Gavi possono essere classificati in 5 tipologie: Il Gavi o Cortese di Gavi tranquillo DOCG, un vino bianco, fermo e secco, ottenuto da uve 100% Cortese, dal colore giallo paglierino, dagli aromi delicati e dal palato equilibrato ed armonioso. Il Gavi o Cortese di Gavi frizzante DOCG, un vino bianco, frizzante e secco, prodotto con uve 100% Cortese e caratterizzato da eleganti bollicine e dal palato fresco e piacevole. Il Gavi o Cortese di Gavi spumante DOCG, un vino bianco spumante secco, dal perlage elegante e persistente e dal palato croccante e armonioso. Il Gavi o Cortese di Gavi Riserva DOCG, un vino bianco, fermo e secco, che viene affinato per 12 mesi, di cui sei in bottiglia. Ha un colore giallo paglierino più o meno intenso, un odore delicato ed un sapore piacevole e secco. Il Gavi o Cortese di Gavi Riserva Spumante Metodo Classico DOCG, un vino bianco secco di tipo Spumante, ottenuto con Metodo Classico, che prevede due anni di invecchiamento, di cui diciotto mesi di permanenza sui lieviti in bottiglia. Ha una spuma elegante e persistente, un profumo delicato e un sapore armonico. Acquistare Gavi o Cortese di Gavi DOCG Su Vino.com potrai acquistare online la migliore selezione di vini Gavi o Cortese di Gavi DOCG. Questo vino bianco è molto conosciuto tra gli appassionati di vino bianco, per i sentori delicati e freschi e per le note armoniose ed equilibrate. Visitando Vino.com, potrai scoprire svariati produttori degli 11 Comuni della provincia di Alessandria in cui è possibile coltivare uve Cortese, per la produzione di Gavi DOCG. Esiste il Gavi del Comune di Gavi Vino Rosso? No, Il Gavi o Cortese di Gavi DOCG è una denominazione che raggruppa solamente vini bianchi, prodotti con uve Cortese 100%, un vitigno autoctono piemontese a bacca bianca, coltivato sin dal 1700. Con quali piatti si può abbinare il Gavi o Cortese di Gavi DOCG? Il Gavi o Cortese di Gavi è perfetto da abbinare a piatti a base di pesce e verdure. Si sposa perfettamente con i primi, le fritture e le tempure di pesce e verdure. Accompagna bene anche i risotti vegetariani e a base di pesce.
Getariako Txakolina
Gevrey-Chambertin
L’appellation Gevrey–Chambertin AOC si trova in Borgogna e più in particolare nella zona nord della Côte de Nuits. Gevrey–Chambertin AOC si estende su un territorio collinare di circa 400 ettari, con altitudini comprese tra i 150 e i 350 metri sul livello del mare. E’ una zona particolarmente pregiata e famosa per la produzione di vini rossi a base di pinot noir, al suo interno si possono contare ben 9 Grand Cru, 26 climat classificati come Premier Cru, oltre a numerose Appellations Villages. I pinot noir di Gevrey–Chambertin AOC sono particolarmente apprezzati per il loro equilibrio gustativo, la loro ampiezza e complessità aromatica.
Ghemme
Gigondas
Gioia del Colle
Gioia del Colle DOC è una delle più importanti denominazioni della Puglia. Si estende nell’entroterra di Bari, in particolare nei comuni di Acquaviva delle Fonti, Adelfia, Casamassima, Cassano delle Murge, Castellana Grotte, Conversano, Gioia del Colle, Grumo Appula, Noci, Putignano, Rutigliano, Sammichele di Bari, Sannicandro di Bari, Santeramo in Colle, Turi e Altamura. È una zona caratterizzata da terreni calcarei e da un clima mediterraneo, mitigato dalle brezze del vicino mar Adriatico. Tra i vitigni a bacca rossa, i più coltivati sono il primitivo, il negroamaro, il montepulciano, il sangiovese e la malvasia nera. Il vitigno primitivo si è dimostrato particolarmente adatto al terroir, e a Gioia del Colle si esprime con vini caratterizzati da grande finezza ed eleganza.
Grands Echézeaux
Grappa Trentina
Graves
Greco di Tufo
Il Greco di Tufo è un vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita, prodotto in Campania in diversi comuni della provincia di Avellino: Tufo, Altavilla Irpina, Chianche, Montefusco, Prata di Principato Ultra, Petruro Irpino, Santa Paolina e Torrioni. Il Greco di Tufo può essere di due tipologie: Greco di Tufo Bianco e Greco di Tufo Spumante. In entrambi i casi, si tratta di vini bianchi che possono essere ottenuti solo dai vitigni Greco Bianco (minimo 85%) e Coda di Volpe bianca (massimo 15%). Il vitigno Greco ha origini antiche, proveniente dalla Magna Grecia ha vissuto un’epoca di grande splendore durante l’impero romano ed ancora oggi è uno dei vitigni più importanti della Campania. Il Greco di Tufo Bianco è un vino bianco fermo, dal colore giallo paglierino, particolarmente fruttato e floreale. È un vino dai profumi intensi, con sentori di mela, gelsomino, pesca gialla e mandorle. Il Greco di Tufo Bianco è un vino piacevole e armonioso, con un’acidità bilanciata, un’ottima freschezza ed eleganza. Il Greco di Tufo Spumante può essere di due tipologie: extra brut e brut. Prodotto solo con uve Greco Bianco e Coda di Volpe Bianca, la spumantizzazione avviene con il metodo classico (rifermentazione in bottiglia) e con un affinamento sui lieviti di almeno 36 mesi. Ha un perlage fine ed una bollicina croccante, perfetta per gli aperitivi in compagnia. Acquistare greco di tufo Puoi acquistare i migliori vini Greco di Tufo DOCG su Vino.com. Abbiamo scelto le realtà più importanti ed interessanti per offrirti la migliore selezione disponibile online. Feudi di San Gregorio, Benito Ferrara, Mastroberardino sono solo alcuni dei produttori presenti nella tua enoteca online preferita. Se stai cercando un vino bianco fresco ed intenso, con carattere ed eleganza allo stesso tempo, il Greco di Tufo è il vino adatto a te. Il Greco di Tufo è un vino irrinunciabile, non puoi perderti questo bianco campano che affinato in legno assume una straordinaria corposità, diventando ancor più strutturato sia al naso che al palato. Scopri la migliore selezione di Greco di Tufo Bianco e Greco di Tufo Spumante su Vino.com. Quali piatti si abbinano meglio al Greco di Tufo? Il Greco di Tufo Bianco è perfetto da abbinare ai piatti a base di pesce, alle zuppe e ai crostacei, ai primi piatti a base di pesce, alle carni bianche ed ai formaggi freschi. Il Greco di Tufo Spumante può essere degustato con gli aperitivi o in abbinamento ad antipasti di ogni genere. Qual è il sapore del Greco di Tufo? Il Greco di Tufo Bianco ha un sapore fresco e fruttato. La sapidità e la piacevolezza che lo caratterizzano si equilibrano con una buona corposità ed un’ottima acidità. Il Greco di Tufo Spumante è sapido ed elegante, piacevole ed armonioso. Quali sono le caratteristiche del Greco di Tufo? Le caratteristiche del Greco di Tufo sono gli intensi profumi di mela e pesca, i sentori floreali di salvia e gelsomino e le note agrumate. Il Greco di Tufo è un vino unico, il vitigno Greco da cui viene prodotto è infatti uno dei vitigni autoctoni a bacca bianca più antichi del sud Italia.
Grignolino d'Asti
Grignolino del Monferrato Casalese
Gutturnio
Haut-Médoc
Haut–Médoc AOC, si trova a sud dell’appellation Médoc e si estende su una superficie di 4.800 ettari. Il suo territorio comprende 6 appellation di grandissimo prestigio: Margaux, Moulis, Listrac, Saint–Julien, Pauillac e Saint–Estèphe. I terreni sono caratterizzati da suoli ricchi di ciottoli, che poggiano su un substrato argillo–calcareo. I vitigni più coltivati sono cabernet sauvignon, merlot, cabernet franc, petit verdot e malbec. Si producono esclusivamente vini rossi, che hanno un grande potenziale d’invecchiamento. Da giovani i vini Haut–Médoc AOC hanno tannini importanti e raggiungono la loro maturità solo dopo molti anni d’invecchiamento, per diventare eccellenze di livello assoluto. Esprimono bouquet di grande complessità e profondità aromatica, con corpo e struttura importanti. I vini rossi dell’ Haut–Médoc AOC sono tra i vini più famosi e ricercati al mondo.
Haut-Poitou
Heathcote
Hermitage
L’appellation Hermitage AOC è una piccola denominazione di soli 135 ettari che si trova nella Vallée du Rhone. Una splendida collina che si eleva sulla riva sinistra del Rodano, famosa da secoli per la qualità assoluta dei suoi vini a base di syrah. Uno dei luoghi mitici della storia della viticoltura europea, legato ad antiche leggende, che ne hanno creato il fascino e l’allure. Hermitage AOC è celebre per i suoi Syrah, considerati tra i migliori al mondo. Sono vini eleganti e potenti, molto armoniosi e complessi con la tipica nota speziata del vitigno. Oltre ai rossi, a Hermitage vengono prodotti anche interessanti vini bianchi con marsanne e roussanne, che esprimono aromi intensi di albicocca, frutta gialla matura, miele e frutta secca.
Hierbas Ibicencas
Irish Whiskey
Irpinia
La denominazione Irpinia DOC comprende tutte le aree vocate alla coltivazione della vite del territorio amministrativo della provincia di Avellino. Il disciplinare prevede la produzione di vini bianchi principalmente con vitigni: greco, fiano, coda di volpe, falanghina e di vini rossi, con i vitigni: aglianico e sciascinoso. Grazie ai terreni collinari e montuosi, al clima fresco con notevoli escursioni termiche, ai suoli poveri particolarmente adatti alla coltivazione della vite, i vini Irpinia DOC sono apprezzati per l’intensità aromatica e la forte connotazione territoriale, che ne fa delle vere eccellenze dell’enologia del Sud.
Ischia
Isola dei Nuraghi
La zona di produzione dell’Isola dei Nuraghi IGT comprende tutto il territorio della regione Sardegna. La normativa dei vini Isola dei Nuraghi IGT prevede la produzione di vini bianchi, rosati e rossi, con uve di uno o più vitigni, idonei alla coltivazione nella Regione Sardegna. I vitigni principalmente utilizzati sono quelli autoctoni sardi, sia a bacca bianca che a bacca rossa: vermentino, nuragus, nasco, cannonau, carignano, monica e cagnulari. Sono vini di grande personalità, tipici, mediterranei e con forte connotazione territoriale.
Isole Cicladi
Jamaica Rum
Japanese Whisky
Kamptal
Katsunuma
Kremstal
La Mancha
Lacrima di Morro d'Alba
La denominazione Lacrima di Morro d’Alba DOC è un’eccellenza delle Marche, che nasce in una piccola zona della provincia di Ancona. Il territorio di produzione è circoscritto ai comuni di Belvedere Ostrense, Monte S. Vito, Morro d’Alba, Ostra, S. Marcello e Senigallia. Per quanto riguarda la base ampelografica, anche per le versioni superiore e passito, il disciplinare richiede l’utilizzo di un minimo dell’85% di lacrima, con un eventuale saldo di un massimo del 15% di altre uve a bacca rossa autorizzate nelle Marche. La Lacrima di Morro d’Alba DOC è un vino di tradizioni antiche, che si produce esclusivamente nelle Marche con l’omonimo vitigno autoctono. Le sue caratteristiche sono molto particolari. Si tratta di un rosso delicato e gentile, con un bouquet dai profumi floreali, un sorso armonioso ed equilibrato, con tannini leggeri e piacevole freschezza.
Lacrima di Morro d’Alba
Ladoix
Lago di Caldaro
Lambrusco Emilia
Lambrusco Grasparossa di Castelvetro
Lambrusco di Modena
Lambrusco di Sorbara
Il Lambrusco di Sorbara DOC è una delle migliori eccellenze regionali dell’Emilia Romagna. Viene prodotto nei territori dei comuni di Bastiglia, Bomporto, Nonantola, Ravarino, San Prospero e parte del territorio dei comuni di Campogalliano, Camposanto, Carpi, Castelfranco Emilia, Modena, San Cesario sul Panaro, Soliera, in provincia di Modena. Per la produzione del Lambrusco di Sorbara DOC, il disciplinare prevede una base ampelografica con un minimo del 60% di lambrusco di Sorbara e un massimo del 40% di lambrusco Salamino. Possono concorrere le uve di altri lambruschi, da sole o congiuntamente, per un massimo del 15%. È il vino classico della tradizione del territorio, fresco, fruttato con piacevole e vivace acidità. Si sposa perfettamente con i piatti tipici della cucina Emiliana.
Langhe
Le Langhe, “terra di vini, profumi...e romanzi” viene descritta magistralmente dalla penna dello scrittore Beppe Fenoglio. Si tratta di una regione storica del Piemonte comprendente un vasto territorio di straordinaria bellezza delimitato dai fiumi Tanaro, Belbo, Bormida di Millesimo e Bormida di Spigno, costituito da un susseguirsi di vigneti, colline, boschi e a due passi da piccoli borghi antichi, che si estende in molti comuni della provincia di Cuneo e di Asti. I Paesaggi Vitivinicoli offerti dalle colline di Langhe-Roero sono divenuti insieme a quelli di Monferrato Patrimonio dell’Unesco nel 2014. È impossibile visitare le Langhe senza soffermarsi ad ammirare esempi di architettura medioevale che costellano il territorio come il centro storico d’Alba o il Castello Grinzane Cavour, uno dei più affascinanti dell’intera Italia.Il nome deriva dalla parlata locale, ad indicare il plurale di una collina bassa e lunga. Il territorio langarolo può essere scomposto in: Bassa Langa, chiamata così non per questioni di altitudine, nonostante non superi mai i 500 metri. È la zona tipica della carne cruda all’albese e di piatti della cucina tipica piemontese a base di burro e salvia, dei vini e del tartufo bianco, per cui ogni anno viene indetta una fiera appositamente dedicata. Alta Langa, zona al confine con la Liguria, conosciuta per i boschi e la torta di nocciole prodotta con la pregiata varietà “tonda gentile delle Langhe” All’interno dei suoi confini si trovano alcuni dei vini DOCG più famosi d’Italia, tra cui Barolo, Barbaresco, Asti e Dogliani. I vini non conformi a criteri di produzione così stringenti sono accolti nella DOC Langhe in cui viene concessa una maggiore sperimentazione di varietà e tecniche enologiche. Caso emblematico è quello del Langhe Chardonnay e di altri vini di alta qualità, molti dei quali paragonabili ai prestigiosi Super Tuscan toscani. Il disciplinare prevede diverse tipologie: bianco, rosso, rosato, bianco e rosso passito. È inoltre prevista la possibilità di indicare il vitigno in etichetta per le varietà: arneis, chardonnay, favorita, riesling, nascetta, rossese bianco, sauvignon, nebbiolo, dolcetto, freisa, cabernet sauvignon, pinot nero, merlot, purché la percentuale minima del vitigno utilizzato per la produzione di questo vino sia almeno dell’85%.
Languedoc
Lazio
Lazio IGT è un’Indicazione Geografica Tipica riservata ai vini bianchi, rossi e rosati, di varie tipologie, prodotti nell’intero territorio del Lazio. La regione Lazio può vantare antichissime tradizioni nel campo della coltivazione della vite, che risalgono ai tempi degli antichi Romani. Il territorio con belle esposizioni collinari, il clima dolce e i suoli vocati, spesso d’antica origine vulcanica, costituiscono un habitat ideale per la vite. Per la produzione dei vini Lazio IGT, sono utilizzati soprattutto i principali vitigni autoctoni della regione: malvasia puntinata, malvasia del Lazio, bellone, trebbiano giallo, trebbiano toscano, bombino bianco, cesanese comune, cesanese d’Affile, nero buono e moscato di Terracina.
Lessini Durello
Liguria di Levante
Liguria di Levante IGT è una delle Indicazioni Geografiche Tipiche più importanti della Liguria e comprende tutti i terreni vocati per la coltivazione della vite, che si trovano all’intero del territorio della provincia di La Spezia. Per quanto riguarda i vini bianchi, vengono utilizzati soprattutto i seguenti vitigni: malvasia lunga e trebbiano toscano. I vini rossi e rosati Liguria di Levante IGT, sono invece prodotti soprattutto con canaiolo, ciliegiolo, merlot, pollera nera, sangiovese e syrah. Il Levante Ligure è una zona di grandi tradizioni nel campo della viticoltura, sia nell’area di Luni, verso il confine toscano e la Lunigiana, sia sulla costa delle Cinque Terre, dove la coltivazione della vite è spesso caratterizzata da panoramiche vigne terrazzate a strapiombo sul mare. Sono vini solari e mediterranei, che ben esprimono le particolarità del territorio.
Limone Costa d'Amalfi
Limone di Sorrento
Lison Pramaggiore
La denominazione Lison Pramaggiore DOC, comprende i territori di molti comuni in provincia di Treviso, Venezia e Pordenone. Per quanto riguarda i vini bianchi, il disciplinare Lison Pramaggiore DOC prevede l’utilizzo di un minimo di tai dal 50 al 70%, con un eventuale saldo fino a un massimo del 50% di uve a bacca bianca previste dal disciplinare. I vini bianchi, se prodotti con almeno l’85% delle seguenti uve: chardonnay, pinot grigio, sauvignon, verduzzo, possono riportare il nome del vitigno in etichetta. Per i vini rossi, il disciplinare definisce la base ampelografica in merlot dal 50 al 70%, con un eventuale saldo di un massimo del 50% con uve a bacca rossa previste dal disciplinare. I vini rossi se prodotti con almeno l’85% delle seguenti uve: merlot, cabernet (franc e/o sauvignon), carmenère, malbec, refosco dal peduncolo rosso, possono riportare il nome del vitigno in etichetta. Si tratta di una denominazione molto interessante, che produce vini dall’ottimo rapporto qualità/prezzo.
Listrac-Médoc
Lugana
Il Lugana è un vino bianco a Denominazione d’Origine Controllata che può essere prodotto solo con uve provenienti dal vitigno Trebbiano di Soave, localmente denominato Turbiana o Trebbiano di Lugana, e con uve provenienti da vitigni a bacca bianca, non aromatici, fino a un massimo del 10%. I vini Lugana DOC possono essere prodotti nei comuni di Sirmione, Desenzano del Garda, Lonato del Garda, Pozzolengo e Peschiera del Garda, terre di confine tra il Veneto e la Lombardia ed appartenenti alle provincie di Brescia e Verona. Il carattere profumato, sapido e corposo del Lugana DOC dipende dal terroir di provenienza, caratterizzato da un suolo pianeggiante, di tipo argilloso, un microclima mite, influenzato dalle brezze provenienti dal Lago di Garda e un vitigno dall’eccellente versatilità, il Turbiana. Secondo il disciplinare di produzione, possono esistere cinque tipologie di Lugana: il Lugana DOC, il Lugana Superiore DOC, il Lugana Riserva DOC, il Lugana Vendemmia Tardiva DOC e il Lugana Spumante DOC. Il Lugana DOC ha un colore giallo paglierino tenue, sentori floreali e note fruttate di mandorla, agrumi e frutto della passione. Si caratterizza per i profumi intensi, il gusto fresco e armonico. Il Lugana Superiore DOC si differenzia dal Lugana DOC perché viene sottoposto ad un periodo di affinamento di un anno che ne potenzia la complessità aromatica e gustativa. Il giallo paglierino inizia a connotarsi di riflessi dorati, il profilo olfattivo si arricchisce di sentori di mela matura, mandarino, nocciola e spezie e al palato si osserva una maggiore struttura, con una più spiccata acidità e sapidità. Il Lugana Riserva DOC viene invecchiato per almeno 24 mesi, l’ulteriore affinamento rispetto alla versione Superiore, fa sì che i toni cromatici si accentuino, i profumi vertano sull’affumicato e il balsamico e il gusto diventi più avvolgente e persistente. Il Lugana Spumante DOC si caratterizza per il colore giallo paglierino, le bollicine fini e persistenti, le note fruttate e aromatiche e il profilo gustativo fresco e sapido, con note di crosta di pane e crema pasticcera. Il Lugana Spumante acquisisce maggior consistenza se la spumantizzazione avviene con il Metodo Classico. Il Lugana Vendemmia tardiva DOC si caratterizza per un colore giallo dorato intenso tendente all’ambrato, le note olfattive sono intense e piacevoli, con sentori agrumati e di frutta candita, il palato è dolce e corposo. Qual è la differenza tra il Lugana Superiore e il Lugana Riserva? Il Lugana Superiore e il Lugana Riserva si differenziano principalmente per l’affinamento. Nel caso del Lugana Superiore, è previsto un invecchiamento di almeno 12 mesi, nel caso del Lugana Riserva è necessario un affinamento di almeno 24 mesi, dei quali 6 in bottiglia. Il differente periodo di affinamento previsto per le due tipologie di Lugana influisce sul profilo organolettico e gustativo delle due versioni Superiore e Riserva. Il Lugana Superiore DOC è più minerale, al palato risulta fresco e morbido, con note tropicali e agrumate, mentre il Lugana Riserva DOC risulta più complesso e strutturato, caratterizzato da una maggiore cremosità e persistenza, note tostate di mandorla e vaniglia. I vini Lugana DOC sono perfetti per ogni occasione, di conseguenza ti consigliamo di scegliere il Lugana d’annata, il Lugana Superiore, il Lugana Riserva, il Lugana Vendemmia Tardiva o il Lugana Spumante in base ai piatti che compongono il tuo menù. Su Vino.com potrai trovare un’ampia selezione di vini Lugana DOC. Qual è il miglior vino Lugana DOC? Scegliere il miglior vino Lugana DOC è un compito alquanto arduo. Per orientarti, dovresti innanzitutto chiederti quale tipologia di Lugana è più adatta ai tuoi gusti personali. Se preferisci un bianco fresco e vivace, fruttato e armonico il Lugana DOC più adatto a te è quello d’annata, a tal proposito tra le nostre proposte potrai trovare il Lugana DOC Ca' Lojera, Lugana DOC I Frati Ca' dei Frati, il Lugana DOC Ottella o il Lugana DOC Dal Moro. Se quello che ti aspetti è un bianco più strutturato, con note balsamiche e un finale persistente, ti consigliamo il Lugana Riserva DOC, come il Molceo Ottella o il Fabio Contato Ca' Maiol. Se invece preferisci un Lugana da aperitivo allora il Lugana DOC Brut Metodo Classico Ca' Maiol è il vino che fa per te. Scopri la selezione Lugana DOC di Vino.com. Quali sono i migliori produttori di vino Lugana DOC? Su Vino.com puoi trovare i migliori produttori di Lugana DOC. Un esempio è l’azienda vitivinicola Cà dei Frati, situata a Lugana di Sirmione, sulla sponda meridionale del Lago di Garda. Presente sul territorio sin dalla fine del 1700 ha svolto un ruolo attivo nella nascita della denominazione Lugana DOC ed è oggi una delle aziende più importanti della denominazione. Un altro nome degno di essere menzionato è quello di Cà Maiol, un’azienda a conduzione biologica, situata a Desenzano del Garda. Tra le varie proposte di Vino.com potrai inoltre trovare l’azienda Dal Moro, perfetta espressione di vini veneti come il Lugana DOC e l’Amarone della Valpolicella DOC. Se ti abbiamo incuriosito, non pensarci due volte e scopri tutte le aziende produttrici di Lugana DOC su Vino.com. Quali sono i migliori abbinamenti vino Lugana - cibo? Ti suggeriamo di abbinare il Lugana DOC d’annata con l’aperitivo, con gli antipasti, i piatti a base di pesce di lago e i risotti di pesce. Il Lugana DOC Superiore è perfetto da abbinare ai primi piatti di pasta con carni bianche o ai formaggi non stagionati. Il Lugana Riserva è invece perfetto per i secondi piatti a base di pesce di lago e di mare più elaborati. Il Lugana Spumante DOC se prodotto con Metodo Charmat si abbina molto bene agli aperitivi, mentre la versione spumantizzata con Metodo Classico può essere abbinata ai primi piatti più complessi. Il Lugana DOC Vendemmia Tardiva si adatta bene ai formaggi erborinati e ai dessert non troppo dolci. Scopri la migliore selezione Lugana DOC su Vino.com
Luján de Cuyo
Mallorca
Malvasia delle Lipari
Malvasia di Castelnuovo Don Bosco
Manzanilla
Maranges
Marca Trevigiana
Marche
Marche IGT è un’Indicazione Geografica Tipica che riguarda molte tipologie di vini: bianchi, rossi, rosati, spumanti e passiti. I vini Marche IGT sono prodotti nel territorio delle province di Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata e Pesaro Urbino. I vitigni maggiormente utilizzati sono alicante, barbera, cabernet franc, cabernet sauvignon, chardonnay, ciliegiolo, fiano, gaglioppo, grechetto, incrocio Bruni 54, malvasia bianca di Candia, merlot, moscato bianco, passerina, pinot bianco, pinot grigio, pinot nero, rebo, riesling, sangiovese, sauvignon blanc, syrah e trebbiano toscano. Il territorio dell’Indicazione Geografica Tipica Marche comprende un’area collinare molto vocata, con condizioni climatiche e suoli ideali per la coltivazione della vite, che qui ha origini molto antiche. I vini Marche IGT rappresentano una delle migliori eccellenze del centro Italia.
Maremma Toscana
La denominazione Maremma Toscana DOC comprende il territorio della provincia di Grosseto, nella parte sud della Toscana. Il disciplinare prevede la produzione di vini bianchi, rosati e rossi. I vitigni bianchi più utilizzati, per produrre i vini Maremma Toscana DOC sono: ansonica, trebbiano toscano, vermentino, chardonnay e viogner, mentre per quanto riguarda i vitigni rossi più diffusi, ricordiamo: l’alicante, il cabernet sauvignon, il cabernet franc, il canaiolo, il ciliegiolo, il merlot, il sangiovese e la syrah. La Maremma è una regione molto vocata per la viticoltura, grazie alle belle esposizioni collinari, al clima caldo e secco, mitigato dalla vicinanza del mare. Si tratta di una zona molto interessante, che esprime vini di eccellente livello, con un caratteristico profilo solare e mediterraneo.
Margaux
Margaux AOC è una delle appellation più famose e prestigiose di Bordeaux. E’ l’unica appellation comunale dell’Haut–Medoc a portare il nome di un Premier Grand Cru Classé: Château Margaux. Margaux AOC comprende i comuni di Arsac, Cantenac, Labarde, Margaux e Soussans e si estende su circa 1.400 ettari. Nel suo territorio si trovano alcune delle zone più vocate in assoluto di tutte le Graves. I vini sono classici tagli bordolesi, prodotti con varie percentuali di cabernet sauvignon, merlot, cabernet franc e petit verdot. Sono tra le migliori eccellenze di Bordeaux e sono particolarmente rinomati per l’eleganza, l’armonia, la ricchezza espressiva, sostenuta da una trama tannica delicata e setosa. Sono vini raffinati, di grande finezza, riconosciuti a livello internazionale tra i rossi più importanti al mondo. Seppur già piacevoli dopo alcuni anni dalla data della vendemmia, hanno un grande potenziale d’evoluzione ed invecchiamento.
Marlborough
Marmilla
Marmilla IGT è un’Indicazione Geografica Tipica della Sardegna. La normativa definisce la zona di produzione Marmilla IGT nei territori dei comuni di Collinas, Furtei, Pabillonis, Samassi, Sanluri, Sardara, Serrenti, Villamar, Villanovaforru, in provincia del Medio Campidano, e dei comuni di Baressa, Gonnoscodina, Gonnostramatza, Masullas, Mogoro, Morgongiori, Pompu, Simala, Siris, in provincia di Oristano. L’Indicazione Geografica Tipica Marmilla IGT consente la produzione di vini bianchi, rosati e rossi con i vitigni autorizzati dalla Regione Sardegna a esclusione di cannonau, carignano, girò, malvasia, monica, moscato, nasco, nuragus, semidano, vermentino e vernaccia. Si tratta di una zona d’antiche tradizioni, che risalgono addirittura all’età nuragica e ai successivi periodi dele dominazioni dei Fenici e dei Cartaginesi. Il clima mediterraneo, caldo e secco, che può godere dell’influsso delle brezze del mare e i terreni pregiati, costituiscono condizioni ideali per una viticoltura di qualità.
Marsala
La denominazione Marsala DOC si estende nella zona occidentale della Sicilia, in provincia di Trapani, a esclusione dei comuni di Alcamo, Favignana e Pantelleria. Il Marsala DOC può essere prodotto nelle versioni: Fine, Superiore, Superiore Riserva, Vergine o Soleras, Vergine Riserva o Soleras Riserva, Vergine Stravecchio o Soleras Stravecchio. Il Marsala Oro e Ambra deve essere prodotto con grillo e/o catarratto e/o inzolia e/o damaschino. Il Marsala Rubino è prodotto con nero d’Avola e/o perricone e/o nerello mascalese, con un eventuale 30% delle stesse uve utilizzate per il Marsala bianco. Il Marsala DOC è un vino fortificato di antiche tradizioni, una vera eccellenza dell’enologia italiana.
Marsannay
Mauritius Rum
McLaren Vale
Mediterranée
Mendoza
La regione argentina di Mendoza è una delle aree più famose del Sud America per la produzione di vini rossi, in particolare con il vitigno francese d’origine bordolese malbec. Mentre a Bordeaux il malbec è stato soppiantato dal cabernet sauvignon, cabernet franc e merlot, a Mendoza ha trovato la sua terra d’elezione, regalando vini di forte carattere e personalità. Nelle migliori versioni, esprime un bouquet con aromi di prugna, confettura di frutta rossa, ciliegia sotto spirito e note boisé. È un vino di buon corpo e struttura, con trama tannica importante e bella persistenza. Perfetto da abbinare a carni rosse alla brace.
Meursault
Mezcal
Mirto di Sardegna
Mitterberg
Molise
Molise DOC è una denominazione di carattere regionale, che disciplina la produzione di vini bianchi e rossi. Per quanto riguarda i rossi, il disciplinare Molise DOC prevede l’utilizzo di un minimo dell’85% di montepulciano, con eventuale saldo di un massimo del 15% di altre uve a bacca rossa autorizzate nelle province di Campobasso e Isernia. Nel caso in cui venga utilizzato almeno l’85% di uno dei seguenti vitigni: aglianico, cabernet sauvignon, sangiovese e tintilia, è possibile indicarlo in etichetta. Per la versione Riserva i vini devono essere sottoposti a un periodo d’invecchiamento minimo di 2 anni, di cui almeno 6 mesi in legno.
Monbazillac
Monferrato
Monica di Sardegna
Monica di Sardegna DOC è una denominazione a carattere regionale che abbraccia praticamente tutto il territorio della Sardegna. La base ampelografica del vino Monica di Sardegna DOC è fissata dal disciplinare in un minimo dell’85% di monica. Possono eventualmente concorrere altri vitigni a bacca rossa, non aromatici, idonei alla coltivazione nella regione Sardegna, per un massimo del 15%. Il vino Monica di Sardegna Superiore non può essere immesso al consumo prima del 1° settembre dell’anno successivo alla vendemmia.
Montagny
Montecarlo
Montecucco
Montefalco
Si sente dire spesso che l’Umbria altro non è che una Toscana in miniatura. In parte è vero, in parte la grande personalità di questo territorio la affranca da ogni altra zona, seppur vicina e di uguale fascino, e i suoi vini si fanno riconoscere per la potenza inimitabile e che non teme confronti. Il vino Montefalco DOC rappresenta la zona umbra in provincia di Perugia, compreso l’intero territorio dell’omonima località di Montefalco, e i alcuni dei più importanti comuni limitrofi. Quella di Montefalco è una zona piccola, caratterizzata da rilievi collinari presidiati, nei punti più alti, da antichi e suggestivi borghi medievali. La pendenza dei pendii scoscesi è variabile e questo crea una varietà di microclimi e condizioni di viticoltura. I vitigni utilizzati per produrre il Montefalco sono Sangiovese e Sagrantino, che cresce solo in questa zona in tutto il mondo da oltre quattrocento anni, e altri vitigni a bacca rossa non aromatici e subisce un invecchiamento obbligatorio di almeno 18 mesi prima dell’immissione in commercio. Gli viene attribuita la menzione Riserva dopo 30 mesi, di cui almeno 12 passati in legno. Il Montefalco si distingue per l’intensità, la corposità, un tannino deciso. La sua struttura gli consente di essere accompagnato a primi piatti saporiti, selvaggina, arrosti e carne alle brace, funghi e altre pietanze tipiche della zona appenninica del centro Italia. Vi abbiamo preparato una selezione di Montefalco, immancabili nella vostra collezione Vino.com! Acquistare il Montefalco Il Montefalco DOC non è un vino così diffuso, ed è probabile che siate così curiosi da non potervelo far mancare nel prossimo acquisto sulla vostra enoteca online di fiducia. E’ importante conoscere il vino che acquista, e dovrete aspettarvi un prodotto caratterizzato da un colore rosso rubino intenso, che si apre al naso con un intenso bouquet e frutti rossi arricchiti da note speziate e sfumature di vaniglia. Acquistare Montefalco significa ricevere un vino potente e deciso, e dalla forte concentrazione tannica. Queste caratteristiche lo rendono perfetto per abbinamenti di arrosti e selvaggina, primi piatti di carne e formaggi stagionati. Lo potete acquistare, a seconda della combinazione di uve che preferite, con uve Sagrantino in purezza, oppure in blend con uve Sangiovese, ma anche con l’aggiunta di Merlot per maggiore morbidezza. Il vino affina in barrique per 12 mesi e per ulteriori 6 mesi in bottiglia prima di essere immesso in commercio. Scopri con noi tutte le evoluzioni del gusto della viticoltura umbra e i suoi vini di carattere. Quali sono le cantine più famose di Montefalco? Il Sagrantino di Montefalco è uno dei vini italiani più impegnativi e potenti. Le cantine producono immerse nella bellezza dei colli di Montefalco, conosciuta non a caso come “la terrazza dell’Umbria”. Esistono cantine storiche che producono e custodiscono nettari deliziosi, che qui vi proponiamo, per offrirvi il meglio dell’Umbria. Iniziamo da una cantina leader nella produzione di Sagrantino di Montefalco, Arnaldo Caprai. I vini di questa cantina di Montefalco sono eleganti, raffinati e dotati di grande personalità, rappresentano perfettamente l'identità del grande patrimonio di cultura e tradizione conservato a Montefalco nei secoli. Antonelli è l’espressione elegante di Montefalco, una cantina moderna e innovativa che oggi vanta 170 ettari nel centro della Denominazione. Una grande storia alle spalle, lo sguardo rivolto in avanti, con vini che esprimono al meglio il carattere del territorio. Per non sbagliare, potete scegliere la Cantina Lungarotti, attiva sul territorio dagli anni Sessanta del secolo scorso a Torgiano e Montefalco dove nascono non solo i grandi classici della zona dai vigneti più vocati, ma che ha iniziato una produzione di vini giovani, di immediata piacevolezza. Non volendovi annoiare con lunghe descrizioni, vi consigliamo di dare un’occhiata alla selezione che abbiamo preparato per voi, per immergervi nell’Umbria del vino più autentica! Che tipo di vino è il Montefalco rosso? Il Rosso di Montefalco DOC è un vino rosso, strutturato, di grande carattere e rappresentativo del territorio di origine. L’Umbria è la sua regione di produzione, più precisamente la parte Sud di Perugia, nei suggestivi colli noti per essere luoghi dei francescani, a cui la tradizione fa risalire il nome del vitigno Sagrantino con cui si produce in parte il rosso Montefalco: i francescani lo utilizzavano infatti come vino da messa, impiegandolo per celebrare i sacramenti. Qui il clima è mite, le colline sono argillose e la vegetazione mediterranea è ricca di uliveti, piantagioni di tabacco e girasoli che contribuiscono alla bellezza paesaggistica di questi luoghi. Il Montefalco rosso si distingue per un elevato standard qualitativo che si raggiunge, secondo disciplinare di produzione, con un invecchiamenti minimo di 18 mesi. Con altre tempistiche di invecchiamento si dà vita alla tipologia “Riserva”, per il quale sono necessari almeno 30 mesi di invecchiamento, 12 dei quali in botti di legno. Alla vista vi si presenterà rubino acceso e tendente al granato, alla luce appariranno colori accesi con riflessi rubino, mentre al naso esprime note di sottobosco intense e pronunciate. Vi consigliamo di farlo decantare perchè il bouquet si esprima al meglio. Il gusto di questo vino scalda e avvolge grazie alla sua giusta tannicità e alla buona struttura e rispetta le aspettative di vista e olfatto. Siete pronti per un’esperienza unica, fatta di intensità e freschezza? Non vi resta che scoprire il vostro rosso di Montefalco preferito, sulla vostra enoteca online preferita! Esiste il Montefalco bianco? L’immaginario considera il centro Italia, e in particolare regioni come l’Umbria, terre di grandi vini rossi. Daremo una notizia positiva agli amanti dei vini bianchi, perchè la versione Montefalco bianco non solo esiste, ma è in grado di esprimere il carattere forte e antico dei colli da cui nascono le uve per la sua produzione. Il vino Montefalco DOC bianco è composto per il 50% minimo da da Grechetto e da 25-35% Trebbiano toscano. Si presenta giallo paglierino, al naso è fruttato, delicato e secco al palato. Top di categoria è rappresentato da Montefalco DOC Grechetto Antonelli, proveniente dalla zona di Todi dei Colli Martani, all’interno del territorio di Montefalco. Composto al 100% da uve Grechetto vendemmiate a fine settembre, è un vino fresco, elegantemente fruttato e morbido, un gusto pieno e fresco al contempo. Ideale sugli antipasti di mare, ottimo con torte rustiche e minestre a base di cereali e legumi. Da provare!
Montello Asolo
Montello e Colli Asolani
Montepulciano d'Abruzzo
La denominazione Montepulciano d’Abruzzo DOC copre una vasta area, che comprende i territori di molti comuni delle province di Chieti, L’Aquila, Pescara e Teramo. Il disciplinare prevede una base ampelografica di un minimo di 85% di montepulciano. Possono concorrere altre uve a bacca rossa autorizzate nella regione Abruzzo, per un massimo del 15%. Per la versione Riserva, è previsto un periodo di invecchiamento minimo di 2 anni, di cui almeno 9 mesi in legno. Il Montepulciano d’Abruzzo DOC è uno dei rossi più famosi del centro Italia, un vino dalla struttura importante, ricco e profondo.
Montescudaio
La denominazione Montescudaio DOC comprende i territori dei comuni di Casale Marittimo, Castellina Marittima, Guardistallo, Montecatini Val di Cecina, Montescudaio, Riparbella e Santa Luce, in provincia di Pisa. Le norme consentono la produzione di vini bianchi, rosati e rossi. I vini rossi di Montescudaio DOC, sono prodotti con un minimo del 50% di sangiovese e con un altro 50% di uve a bacca rossa non aromatiche autorizzate in Toscana. È possibile indicare in etichetta l’indicazione Sangiovese, Cabernet, Merlot, se il vino è prodotto con almeno 85% delle uve del vitigno, con un saldo eventuale del massimo del 15% di altre uve non aromatiche a bacca rossa autorizzate in Toscana. I vini della denominazione Montescudaio DOC confermano la grande vocazione del terroir della costa toscana per produrre vini rossi di pregio, oltre che con il sangiovese, anche con i più nobili vitigni rossi bordolesi.
Monthelie
Monthélie
Montilla-Moriles
Montrachet
Morellino di Scansano
Il Morellino di Scansano è un vino DOCG tra i più rappresentativi della zona della Maremma e della produzione vinicola toscana. È un vino dalla forte personalità e dalle caratteristiche organolettiche inconfondibili: ha un tannino sottile, è sapido, fresco, corposo e rotondo, grazie al clima mite della Maremma Toscana e all’influenza delle brezze marine che asciugano le uve rendendo il frutto molto equilibrato. La zona di produzione storica comprende tutto il Comune di Scansano e parte dei comuni di Campagnatico, Grosseto, Magliano in Toscana, Manciano, Roccalbegna e Semproniano. Il Morellino di Scansano è prodotto con 85% minimo di uve Sangiovese, ma è possibile trovare dei blend di Sangiovese e Canaiolo (massimo 15%), di Sangiovese e Cabernet Sauvignon (massimo 15%) o di Sangiovese ed altre uve a bacca nera, secondo quanto previsto dal disciplinare di produzione. I migliori Morellino di Scansano sono prodotti dalla Fattoria dei Barbi, da Poliziano, da Terenzi, da Mazzei e da Frescobaldi. Sono vini dal gusto classico ed intramontabile, sofisticati ed interessanti. Il Morellino di Scansano è noto per la sua versatilità a tavola, è un vino ideale da abbinare ai piatti della cucina locale. Cosa aspettate a provarlo e a lasciarvi stupire? Acquistare Morellino di Scansano Su Vino.com trovi un vasto assortimento di Morellino di Scansano, un vino molto famoso ed apprezzato, che pochi però conoscono nelle sue particolarità. Acquistare il Morellino di Scansano significa scegliere una tipologia di vino piacevole e armonioso, perfetto sia per un’occasione particolare che per accompagnare il pranzo della domenica. Vino.com vi consiglia un vino in grado di fondere bevibilità e piacevolezza, con un ottimo rapporto qualità-prezzo. La vostra enoteca online di fiducia vi propone una vasta selezione di vini provenienti da questa zona della Toscana, prodotti da importanti realtà come Mazzei, Terenzi, Fattoria dei Barbi, Poliziano e Guicciardini Strozzi, ma anche da vignaioli che meritano di essere scoperti per aver prodotto versioni più innovative del Morellino, rispettose della tradizione, ma arricchite attraverso l’uso di uvaggi internazionali come l’Alicante e il Syrah. Quest’ultimo è il caso del Morellino di Scansano DOCG I Perazzi La Mozza, un vino dal colore rosso rubino intenso, che affascina per i sentori di ciliegia e liquirizia. Un altro Morellino che possiamo consigliarvi di acquistare, nella vostra enoteca online preferita, è l’avvolgente Morellino di Scansano DOCG 2019 Le Pupille. Potremmo continuare all’infinito, per sciogliere ogni dubbio date un’occhiata alle nostre proposte. Su Vino.com vi aspetta la nostra selezione, buona scoperta! Che sapore ha il Morellino di Scansano? Il Morellino di Scansano DOCG può essere d’annata o riserva. Si caratterizza dal colore rosso rubino, tendente al rosso granata nella versione Riserva. È un vino limpido e brillante, dal profumo intenso ed elegante. In bocca è asciutto, caldo e leggermente tannico. Assume maggiore corposità e struttura nella versione Riserva. Da che regione proviene il Morellino di Scansano? Il Morellino di Scansano DOCG proviene dalla regione Toscana, nello specifico viene prodotto a sud, nella zona della Maremma, nei comuni di Scansano, Campagnatico, Grosseto, Magliano in Toscana, Manciano, Roccalbegna e Semproniano. Quali abbinamenti cibo-vino sono possibili con il Morellino di Scansano? Il Morellino di Scansano DOCG è un vino perfetto da abbinare ai piatti a base di carne rossa: bistecche, stufati e brasati; ai piatti a base di cinghiale, alla carne grigliata e ai formaggi stagionati.
Morey-Saint-Denis
Morgon
Moscadello di Montalcino
Moscato d'Asti
Il Moscato d’Asti DOCG è uno dei vini della grande tradizione piemontese. È prodotto nel territorio di molti comuni che si trovano nella zona collinare di Asti, Cuneo e Alessandria. Il disciplinare definisce la base ampelografica nel 100% di moscato bianco. Il Moscato d’Asti non viene prodotto attraverso il metodo di spumantizzazione Charmat, anche se presenta una lieve vivacità naturale. Dopo la pressatura, il mosto viene refrigerato a 0°C per evitare che inizi la fermentazione. In seguito il mosto è portato a 18°C e vengono aggiunti i lieviti selezionati per far partire la fermentazione. Quando il mosto raggiunge i 4,5-5,5 gradi di alcol svolto, la fermentazione viene bloccata abbassando la temperatura. Dopo la filtrazione il vino viene imbottigliato. È un vino di bassa gradazione alcolica e con un importante residuo zuccherino. Viene tappato con il classico sughero a cilindro. E’ un vino da dessert estremamente duttile. Si abbina a piccola pasticceria, torte, crostate ed è perfetto per tutti i dolci lievitati, in particolare pandoro e panettone.
Moscato di Pantelleria
Moscato di Sardegna
Mosel
Mosella
Moulin-à-Vent
Moulis-en-Médoc
Murray Darling
Muscadet
Muscadet Sèvre-et-Maine
Mâcon
Mâcon-Bussières
Mâcon-Lugny
Mâcon-Villages
Méditerranée
Médoc
Nahe
Napa Valley
Nasco di Cagliari
Nebbiolo d'Alba
Nebbiolo d’Alba DOC è una denominazione che comprende i territori collinari delle Langhe di molti comuni in provincia di Cuneo. La base ampelografica è fissata dal disciplinare nel 100% di nebbiolo, il vitigno autoctono a bacca rossa tipico delle Langhe. Il disciplinare prevede un periodo d’invecchiamento obbligatorio di 12 mesi e di 18 mesi, di cui almeno 6 in legno, per la tipologia Superiore. Il Nebbiolo d’Alba DOC è un vino che esprime perfettamente la grande tradizione del territorio delle Langhe. E’ un rosso fresco ed elegante, meno strutturato e importante dei più celebri Barolo e Barbaresco.
Nemea
Neuquén
New South Wales
Niagara Peninsula
Nizza
Nobile di Montepulciano
Nobile di Montepulciano DOCG è una denominazione storica della Toscana che comprende il territorio del solo comune di Montepulciano in provincia di Siena. La base ampelografica è fissata in un minimo del 70% di prugnolo gentile, un biotipo locale di sangiovese, possono concorrere per un massimo del 30% altri vitigni autorizzati nella regione Toscana, con un massimo del 5% di uve a bacca bianca. Il vino Nobile di Montepulciano DOCG deve essere sottoposto a un periodo minimo di invecchiamento di 2 anni e a un affinamento di 6 mesi in bottiglia. Per la versione Riserva è previsto un periodo minimo d’invecchiamento di 3 anni e 6 mesi d’affinamento in bottiglia. Si tratta di un grande vino rosso, una vera eccellenza della zona Classica della Toscana.
Noto
La zona di produzione dei vini Noto DOC comprende il territorio dei comuni di Avola, Noto, Pachino e Rosolini in provincia di Siracusa. È una zona storicamente vocata per la produzione di vini rossi, in particolare con il vitigno nero d’Avola. È presente anche una piccola produzione di Moscato di Noto, spumante passito e liquoroso. Per quanto riguarda il Noto DOC rosso, il disciplinare prevede un minimo di nero d’Avola dell’85%, con eventuale aggiunta di altri vitigni non aromatici, autorizzati dalla regione Sicilia per un massimo del 15%. I vini rossi di Noto si distinguono per potenza, concentrazione ed eleganza. Rappresentano una delle migliori eccellenze della regione siciliana.
Nuits Saint Georges
L’appellation Nuits Saint–Georges AOC si trova nella Côte de Nuits in Borgogna. Si estende su un territorio di circa 310 ettari, che comprende ben 41 climat classificati Premier Cru. Le vigne di Nuits Saint–Georges AOC sono coltivate su pregiati terreni, prevalentemente composti da marne calcaree, particolarmente vocati per la coltivazione di pinot noir e chardonnay. I rossi dell’appelation Nuits Saint–Georges AOC sono pinot noir aromaticamente intensi, di grande equilibrio e struttura, che con l’invecchiamento raggiungono note suadenti e armoniose.
Nuits-Saint-Georges
L’appellation Nuits Saint–Georges AOC si trova nella Côte de Nuits in Borgogna. Si estende su un territorio di circa 310 ettari, che comprende ben 41 climat classificati Premier Cru. Le vigne di Nuits Saint–Georges AOC sono coltivate su pregiati terreni, prevalentemente composti da marne calcaree, particolarmente vocati per la coltivazione di pinot noir e chardonnay. I rossi dell’appelation Nuits Saint–Georges AOC sono pinot noir aromaticamente intensi, di grande equilibrio e struttura, che con l’invecchiamento raggiungono note suadenti e armoniose.
Nuragus di Cagliari
Offida
Olevano Romano
Oltrepò Pavese
Orcia
Orvieto
Ostuni
Paarl
Pantelleria
Passito di Noto
Passito di Pantelleria
Patagonia
Pauillac
L’appellation Pauillac AOC si trova nella famosa regione del Médoc, nei pressi di Bordeaux, per la precisione sulla riva sinistra della Gironda. Grazie alle straordinarie condizioni pedoclimatiche del suo terroir, Pauillac AOC si può fregiare di ospitare tre dei cinque Premier Grand Cru classé de 1855: Lafite Rothschild, Latour e Mouton Rothschild. L’85% della produzione di vini dell’appellation Pauillac AOC nasce da vigne coltivate in 18 Cru Classé. I vitigni maggiormente presenti sono il cabernet–sauvignon, che in questa zona si esprime su livelli assoluti, il merlot e in minor misura il petit verdot e il malbec. I vini di Pauillac sono ricchi, ampi, complessi ed eleganti con un potenziale d’invecchiamento di circa 20/25 anni. Sono tra i vini rossi più celebri e apprezzati al mondo.
Pavia
Pays d'Oc
Penedès
Pernand-Vergelesses
Pessac-Léognan
Pfalz
Piave
Piemonte
Piemonte DOC è una denominazione di carattere regionale con un ampio disciplinare, che prevede la produzione di molte tipologie di vino: rosso, rosso frizzante, bianco, bianco frizzante, rosato, rosato frizzante e spumante. I vitigni maggiormente utilizzati per la produzione dei vini Piemonte DOC sono: cabernet sauvignon, merlot, pinot nero, syrah, sauvignon blanc, chardonnay, pinot bianco, pinot grigio, cortese, albarossa, barbera, dolcetto, grignolino, bonarda, freisa, moscato e brachetto. Si tratta di una denominazione di carattere generale con un alto livello qualitativo, a conferma della grande vocazione del territorio piemontese per la produzione di vini, soprattutto rossi.
Pignoletto
Pisco del Perù
Pomerol
L’appellation Pomerol AOC si trova a Bordeaux, nella zona del Libournais, sulla riva destra della Gironda. È famosa per i suoi grandi rossi, in particolare prodotti con merlot: tra tutti ricordiamo il celebre Petrus, uno dei vini più rari e più cari del mondo. Anche se non è stata ricompresa tra i Grand Cru Classé del 1855, la reputazione dell’appellation Pomerol AOC è straordinaria. Le vigne si estendono complessivamente su una superficie di circa 770 ettari, coltivate quasi esclusivamente a Merlot. I vini sono eleganti, ampi, complessi con tannini sottili. Con l’invecchiamento raggiungono vette di grande finezza e armonia.
Pomino
Pommard
L’appellation Pommard AOC si trova al centro della Côte de Beaune, vicino alle famose vigne di Volnay. Si estende su circa 320 ettari, con bellissime esposizioni est, nord–est. I terreni sono caratterizzati da suoli calcarei, che insistono su un substrato marnoso, molto vocati per una viticoltura di qualità. Al centro dell’appellation Pommard AOC si trova la parte più pregiata del vigneto, classificato come Premier Cru. A Pommard si producono vini rossi da pinot noir in purezza d’altissimo livello, che hanno un ottimo potenziale d’invecchiamento.
Porto
Portofino
Pouilly-Fuissé
Pouilly-Fumé
L’appellation Pouilly-Fumé AOC è una delle denominazioni più famose di Francia per quanto riguarda i vini bianchi. Il territorio di Pouilly-Fumé AOC si trova vicino a Nevers, sulla riva destra della Loira. I vigneti si estendono su circa 1200 ettari esposti a sud e sono coltivati quasi esclusivamente con sauvignon blanc. E’ una zona dalle antiche tradizioni, che risalgono addirittura all’occupazione romana della Gallia e che sono poi state tramandate nei secoli fino ai giorni nostri. Il clima mitigato dalla presenza della Loira e i terreni calcarei ricchi di silice e di marne del kimmeridge, costituite da residui fossili di conchiglie marine, creano condizioni perfette per coltivare i vitigni a bacca bianca. Proprio la particolare composizione dei terreni dona al sauvignon blanc di Pouilly-Fumé delle caratteristiche uniche e inimitabili, con note di pietra focaia e fumé che hanno contribuito a renderlo famoso nel mondo. Sono vini di grande finezza ed eleganza, con profili aromatici intensi e raffinati. Ideali da degustare con frutti di mare, pesce affumicato, pesce in salsa o con formaggi di capra, come il crottin de Chavignol. Hanno un potenziale d’invecchiamento di almeno 5/6 anni.
Pouilly-Vinzelles
Primitivo di Manduria
La denominazione Primitivo di Manduria DOC è una delle più importanti e famose della Puglia. La zona di produzione comprende diversi comuni in provincia di Brindisi e Taranto. La base ampelografica, anche per la versione Riserva, è fissata dal disciplinare in un minimo dell’85% di primitivo, con un eventuale saldo di un massimo del 15% di altre uve a bacca nera non aromatiche autorizzate nelle provincie di Brindisi e Taranto. La versione Riserva deve essere sottoposta a un periodo d’invecchiamento di due anni. I vini della denominazione Primitivo di Manduria DOC sono rossi potenti, caldi, complessi e avvolgenti.
Primorska
Priorat
Priorat DOQ è una delle più importanti denominazioni del nord della Spagna. La zona di produzione si estende nei territori dell’entroterra della costa Catalana. Nonostante sia un’area di tradizioni recenti, Priorat DOQ si è affermata in breve tempo come una delle migliori eccellenze a livello nazionale. Il territorio è caratterizzato da pendii ripidi e terrazzamenti, con presenza di suoli rocciosi, ricchi di scisti e ardesia detti licorellas. I vitigni maggiormente coltivati sono la mazuela, il cabernet sauvignon, la syrah, il carinera e la garnacha.
Prosecco
Il Prosecco è senza dubbio la bollicina italiana più amata al mondo. Di grande piacevolezza, è perfetto per l'aperitivo o a tutto pasto per esaltare i piatti più disparati. Il territorio in cui viene prodotto è unico e di rara bellezza, cioè l’area collinare situata tra le località di Conegliano e Valdobbiadene. La zona è situata a meno di un’ora da Venezia e poco distante dalle Dolomiti. Qui l’attività vinicola ha origini antichissime, basti pensare che la parola Prosecco risulta menzionata per la prima volta nel 1772. Un ruolo centrale nella zona è ricoperto dalla Scuola Enologica di Conegliano. Qui è nato il Metodo Conegliano Valdobbiadene, una versione del Metodo Martinotti. A differenza del Metodo Classico, il Metodo Martinotti prevede che la seconda fermentazione avvenga in autoclave. Nella zona, il terreno è roccioso, il clima mite e con un giusto livello di piovosità. Questa combinazione ideale fa sì che le uve giungano a una corretta maturazione. Il Prosecco è prodotto con uve Glera, vitigno che costituisce almeno l’85% dell’uvaggio. Si tratta di un vitigno dagli acini giallo-dorati che dona ai vini grandi note fruttate e floreali, tipiche del Prosecco. Gli altri vitigni ammessi dal disciplinare di produzione sono: Perera, Glera Lunga, Verdisio, Bianchetta Trevigiana e varietà come Chardonnay e Pinot Bianco e Pinot Grigio. Il Prosecco DOC è una bollicina informale e raffinato che a seconda del residuo zuccherino può essere di diverse tipologie: Extra Brut, Brut, Extra Dry, Dry. Oltre al residuo zuccherino, quando un Prosecco riporta in etichetta la dicitura millesimato significa che tutte le uve utilizzate per produrlo sono state vendemmiate nello stesso anno. Se un'azienda utilizza il termine millesimato per un determinato Prosecco significa che non sta utilizzando cuvée di uve provenienti da vendemmie diverse. Il Prosecco millesimato di conseguenza presenterà sempre un'annata di riferimento. Parlando di Prosecco non possiamo non menzionare il Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene DOCG. Nel 2009 infatti, il Prosecco prodotto nei soli comuni di Conegliano e di Valdobbiadene è passato da DOC a DOCG. Oltre al Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene DOCG sono sorti due Cru, di grande qualità ed importanza: il Rive e il Prosecco Cartizze. Qual è la differenza tra Spumante e Prosecco? La differenza principale tra lo spumante e il Prosecco è legata alla denominazione d'origine. Il Prosecco, essendo una DOC, non può essere prodotto ovunque o con qualunque tipologia di vitigno. Il Prosecco può essere prodotto solo in alcune province del Veneto e del Friuli Venezia Giulia. Inoltre, può essere ottenuto solo dal vitigno Glera e dagli altri vitigni ammessi dal disciplinare di produzione. Lo spumante è la categoria che identifica qualunque tipologia di vino effervescente (non frizzante) che non rientra in una denominazione d'origine. Di conseguenza può essere prodotto in qualunque zona e con qualunque vitigno, dal momento che non ha un legame d'origine con un territorio specifico. Qual è il miglior Prosecco? Il miglior Prosecco lo trovate senza dubbio su Vino.com. A seconda dei vostri gusti, possiamo aiutarvi a trovare il Prosecco più adatto. La denominazione del Prosecco vanta un alto numero di Cantine produttrici. Esistono cantine di grandi, medie e piccole dimensioni, distribuite nei quindici comuni dell’area. La molteplicità e ricchezza del territorio fa sì che i Prosecco ottenuti siano molto diversi fra loro. I migliori Prosecco sono quelli dell'area di Conegliano Valdobbiadene, di Rive e Cartizze. Rive prende il nome dalle colline chiamate "Le Rive". Il Prosecco Rive è sempre Millesimato ed è ottenuto con le uve provenienti dai vigneti più ripidi e scoscesi della zona. Uno dei migliori Rive è quello prodotto da Bortolomiol. Il Prosecco Cartizze, proviene da una piccolissima area, un cru di cui ogni produttore possiede meno di un ettaro di vigneto. Il Cartizze è considerato il Prosecco migliore perché è sinuoso, complesso, dal gusto armonico e perlage fine. A tal proposito vi suggeriamo di provare il Cartizze Col Vetoraz. Ultimo ma non meno importante, il Prosecco Mionetto è una delle eccellenze nel mondo delle bollicine italiane. L'azienda Mionetto ha una lunga tradizione e storia ed è noto per la sua qualità e versatilità. Perché il vino Prosecco si chiama così? Il nome del Prosecco è strettamente legato alla sua zona d'origine. In passato, l'uva Glera utilizzata per la produzione del Prosecco veniva coltivata principalmente nella zona del Castello di Moncolano, anche conosciuto come Torre di Prosecco: da qui il nome Prosecco. Perché acquistare il Prosecco online? Esistono diverse tipologie di Prosecco DOC, per questo motivo può risultare tedioso saper scegliere il Prosecco più adatto. Gusto e residuo zuccherino sono le differenze principali. Vi consigliamo di scegliere un Prosecco online in base all'occasione di consumo. Potete abbinare il Prosecco ad un antipasto, degustarlo per un aperitivo o in abbinamento a un piatto. Acquistare il Prosecco online vi consentirà di ricevere le vostre bottiglie preferite comodamente a casa vostra, scegliendo seguendo i vostri gusti personali. Il Prosecco è un vino elegante e versatile, adatto a tutte le occasioni. Potete scegliere il più classico Prosecco Villa Sandi: fruttato, morbido e adatto agli aperitivi più raffinati. Il Prosecco Sant'Orsola: persistente e dal perlage fine. Inoltre non potete perdervi il famoso Prosecco DOC Treviso Brut Mionetto, dal sentore di mela golden e miele. Qualsiasi sia la vostra scelta con Vino.com non puoi sbagliare.
Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene
Il Prosecco è lo spumante italiano più famoso, tra i prodotti promotori del Made in Italy nel mondo, arrivato a competere e superare per numero di bottiglie vendute nientemeno che lo champagne. Sebbene sia tornato prepotentemente alla ribalta soltanto a partire dal 2005, si rilevano tracce dei primi prosecco già a partire dal 1382, a Trieste, nel Friuli Venezia Giulia, particolarmente apprezzato dalla Casa d’Asburgo che se ne faceva recapitare ogni anno 100 anfore. Nel corso dei secoli la sua produzione si è concentrata sul Carso triestino e del Collio friulano ma fu poi abbandonata per svilupparsi maggiormente sulle colline trevigiane, in Veneto, specialmente sui Colli Asolani e sulle colline di Conegliano e Valdobbiadene, che tutt’oggi offrono i prosecco migliori. Lo straordinario successo ottenuto da questo spumante nel secondo dopoguerra ha portato ad una corsa alla sua imitazione di massa. Elemento caratterizzante era il vitigno con cui veniva prodotto lo spumante, il Prosecco appunto, nome facilmente attribuibile a qualsiasi vino ottenuto da questo uvaggio. Così il prodotto fu associato alla città omonima triestina e ripristinato il nome antico del vitigno, ossia il Glera per differenziarlo in maniera assoluta. L’imitazione cessò quasi del tutto di esistere dopo che nel 1969 fu istituita la DOC Prosecco al fine di certificare la provenienza di questi spumanti da specifiche aree dell’Italia nord-orientale, ovvero nelle province del Veneto, escluse Rovigo e Verona, e in tutte le province del Friuli. Il Prosecco si compone generalmente di uve Glera al 100%, particolarmente adatti al metodo cardine per la sua realizzazione, ovvero il Metodo Martinotti-Charmat, in cui a differenza del Metodo Classico, la presa di spuma avviene per rifermentazione in autoclave. Per legge, tuttavia, la varietà dominante può essere accompagnata da uve Verdiso, Bianchetta Trevigiana, Perera, Chardonnay, Pinot Bianco, Pinot Grigio e Pinot Nero vinificato in bianco, in quanto il disciplinare di produzione non prevede la produzione di un prosecco rosato. Dal 2009, la zona di produzione a maggior vocazione del territorio, il Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, può fregiarsi della DOCG, con la possibilità di aggiungere la menzione Superiore. Questa deve il suo nome alle due capitali della denominazione: Conegliano, capitale culturale in cui ha sede la prima Scuola Enologica d’Italia, e Valdobbiadene, cuore produttivo di questo territorio contraddistinto da una straordinaria vocazione e bellezza. Negli anni si è imposto fra le varie tipologie il prosecco di Cartizze, prodotto in un’area di 107 ettari nell’omonima zona dalla caratteristica forma di pentagono, compresa all’interno di una frazione del comune di Valdobbiadene, tra le colline più ripide di San Pietro di Barbozza, Santo Stefano e Saccol. Ma hanno avuto una pronta diffusione anche il Prosecco di Asolo sempre a DOCG, e le cosiddette Rive, termine che indica le pendici delle ripide e vocate colline che caratterizzano il territorio, al fine di mettere in luce particolari espressioni del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene. Ciascuno di questi spumanti viene ricavato da uve provenienti da un unico comune o frazione di esso: è il caso del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene Rive di Refrontolo o Rive di Santo Stefano. In base al livello di zuccheri presente nel suo dosaggio si distinguono le versioni canoniche Brut, Extra Dry, Dry, sebbene stiano prendendo piede di recente anche i dosaggi Demi-Sec e Pas Dosé. La DOC Prosecco inoltre contempla delle tipologie minori di prosecco, ossia la versione Frizzante e il Tranquillo, come quello della cantina Collalto, molto poco conosciuto quasi di nicchia. Fatte salve le naturali differenze micro-climatiche, di suolo e di esposizione riscontrabili nelle diverse aree della denominazione, si può delineare il profilo dello spumante in oggetto come quello di una bollicina dal colore giallo paglierino con riflessi luminosi, che all’olfatto sprigiona una complessità di profumi che ritorna di frequente sulla frutta a polpa bianca, mela e pera su tutte, agrumi e tocchi di rosa, con un delicato retrogusto di mandorla. Al palato è armonico ed elegante, di grande morbidezza, sostenuto da un perlage piacevolmente fine. La moderata gradazione alcolica rende il prosecco un ottimo aperitivo ma anche perfetto compagno di antipasti, secondi a base di pesce, nonché protagonista di deliziosi cocktail quali il Bellini, il Rossini e il Cocktail Hugo. Tra i produttori più famosi di questa denominazione troviamo: Adami, Andreola, Astoria, Bisol, Bortolomiol, Carpenè Malvolti, Foss Marai, Mionetto, Nino Franco e Zardetto.
Prosecco di Asolo
La denominazione Colli Asolani Prosecco o Asolo Prosecco DOCG è riservata all'areale di produzione che si estende per 19 comuni attorno ad Asolo. Ottenuto prevalentemente da uve della varietà Glera, si caratterizza per un profumo di agrumi, mela matura e fiori bianchi, un corpo agile ed elegante, in un perfetto equilibrio tra freschezza e sapidità che ne invoglia la beva. È l'unica denominazione del Prosecco a poter indicare la tipologia Extra Brut, l'unica in grado di mettere propriamente in risalto le caratteristiche di questa particolare zona, disposta su alte colline e interessata da forti escursioni termiche e buona ventilazione.
Provincia di Pavia
Provincia di Verona
Puglia
Il disciplinare della Puglia IGT consente la produzione di una vasta gamma di vini: bianchi, rosati, rossi, spumanti, frizzanti, novello e passito. L’area di produzione si estende nei territori delle province di Bari, BAT (Barletta – Andria – Trani), Brindisi, Foggia, Lecce, Taranto. La Puglia fa parte di una delle aree più antiche di domesticazione della vite, che molto probabilmente risale a un’epoca precedente la colonizzazione greca. Da alcuni decenni la Puglia si è lasciata alle spalle un passato di produzione di quantità, per intraprendere un cammino nel segno della qualità, raggiungendo livelli di eccellenza, soprattutto nel campo dei rossi e dei rosati. I vitigni più utilizzati per la produzione dei vini Puglia IGT sono: bianco d’Alessano, bombino bianco, bombino nero, impigno, malvasia nera, moscatello selvatico, negramaro, notardomenico, pampanuto, primitivo, susumaniello, uva di Troia e verdeca.
Puisseguin Saint-Émilion
Puligny-Montrachet
L’appellation Puligny-Montrachet AOC è tra le più famose e conosciute della Côte de Beaune. Si trova tra Meursault a nord e Chassagne-Montrachet a sud, in una delle aree più pregiate della Borgogna. Puligny-Montrachet AOC ospita nel suo territorio due diverse zone: Puligny-Montrachet, che si estende su circa un centinaio di ettari e Puligny-Montrachet Premier Cru, che rappresenta la punta di diamante dell’Appellation e che ha una superficie di un solo ettaro. I premier cru si trovano soprattutto nella zona collinare compresa tra i 270 e i 320 metri d’altitudine sul livello del mare, su suoli composti da marne calcareo-argillose. I vitigni più coltivati a Puligny-Montrachet sono quelli classici della Borgogna: pinot noir e chardonnay. I vini si esprimono con grande eleganza e profondità aromatica e rappresentano il livello d’eccellenza della produzione della Borgogna.
Ramandolo
Recioto della Valpolicella
Recioto di Soave
Reggiano
Retsina
Rheingau
Rheinhessen
Rhum de la Martinique
Rias Baixas
Ribeira Sacra
Ribeiro
Ribera del Duero
La denominazione Ribera del Duero DO si estende nell’area nord–ovest della Spagna e comprende i territori della vallata del fiume Duero. Il clima è continentale, con notevoli sbalzi termici tra le stagioni e tra le temperature del giorno e della notte. I terreni sono di natura prevalentemente calcarea, perfetti per produrre vini al profilo fine ed elegante. I vitigni maggiormente coltivati sono il tempranillo, chiamato con il nome locale di tinto fino e il vitigno a bacca bianca verdejo.
Rioja
La denominazione Rioja DO si trova nella regione settentrionale della Spagna, in una depressione tra due catene di montagne. La zona coltivata a vigneto copre un’area larga circa 40 km e lunga 100 km divisa in tre parti: Rioja Alavesa, Rioja Alta e Rioja Baja. La Rioja DO è una delle aree più famose della Spagna soprattutto per la produzione di grandi vini rossi da invecchiamento con uva tempranillo. Sono inoltre coltivati anche i vitigni: garnacha, mazuelo, graciano, viura, malvasia e garnacha blanca.
Riverina
Riviera Ligure di Ponente
Riviera del Garda Classico
Roccamonfina
Roero
La denominazione Roero DOCG comprende il territorio di una serie di comuni in provincia di Cuneo. Oltre che per i vini bianchi, prodotti con il vitigno arneis, Roero DOCG è famosa soprattutto per i grandi vini rossi. Il disciplinare richiede, anche per la versione Riserva, un utilizzo minimo del 95% di nebbiolo, con un eventuale 5% di uve provenienti da vitigni a bacca rossa non aromatici, autorizzati nella Regione Piemonte. Sono vini di grande tradizione e alta qualità, che rispetto ai nebbioli di Barolo e Barbaresco, si fanno apprezzare per una minore tannicità e una più facile e pronta beva.
Roma
Romagna
Romangia
Ron Colombiano
Ron Dominicano
Ron de Guatemala
Ron de Venezuela
Rosazzo
Rosso Piceno
Rosso di Montalcino
Rosso di Montalcino DOC è la denominazione di ricaduta della famosa DOCG Brunello di Montalcino. La zona di produzione è limitata al territorio del solo comune di Montalcino. Il vino è prodotto con un biotipo particolarmente pregiato di sangiovese, detto sangiovese grosso o brunello. I vini della denominazione Rosso di Montalcino DOC, nascono quindi nello stesso territorio e con le stesse uve del famoso Brunello di Montalcino, ma si differenziano dal fratello maggiore per una minor struttura, che li fa apprezzare fin da giovani per la loro fragrante e fruttata freschezza.
Rosso di Montepulciano
Roully
Rubicone
Ruchè di Castagnole Monferrato
Rueda
Rully
Rías Baixas
Sagrantino di Montefalco
Montefalco Sagrantino DOCG è una piccola denominazione che comprende i terreni vocati del comune di Montefalco e parte del territorio dei comuni di Bevagna, Castel Ritaldi, Giano dell’Umbria e Gualdo Cattaneo in provincia di Perugia. La base ampelografica è fissata in sagrantino in purezza, il vitigno a bacca rossa autoctono del territorio. Il Montefalco Sagrantino DOCG deve essere sottoposto a un periodo di invecchiamento di almeno 33 mesi, di cui almeno 12 mesi in botti di rovere. Può essere immesso al consumo solo dopo un ulteriore periodo di affinamento in bottiglia di almeno 4 mesi. Si tratta di un vino rosso di grande struttura, potente, con trama tannica importante e buona complessità aromatica.
Sain-Romain
Saint-Aubin
Saint-Estèphe
L’appellation Saint-Estèphe AOC si trova sulla riva sinistra di Bordeaux, subito a sud del Medoc e a nord di Pauillac. Le vigne sono coltivate su splendide esposizioni in prossimità dell’estuario della Gironda, su terreni di ciottoli alluvionali che riposano su un substrato di marne calcareo-argillose d’origine marina. Il vigneto di Saint-Estèphe AOC si estende su una superficie di circa 1200 ettari coltivati con i vitigni rossi classici dell’area bordolese: cabernet sauvignon, merlot, cabernet franc e petit verdot. L’appellation Saint-Estèphe AOC conta ben cinque Cru Classée che risalgono alla classificazione originaria del 1855, a conferma del prestigio storico della zona e della straordinaria qualità dei vini, sempre costante nel tempo. I rossi di Saint-Estèphe sono vini potenti, eleganti e armoniosi, dotati di grande finezza espressiva. Sono rossi destinati al lungo invecchiamento, che si fanno apprezzare dopo 5/6 anni di affinamento in bottiglia e che hanno una longevità di 10-20 anni.
Saint-Georges-Saint-Émilion
Saint-Joseph
Saint-Julien
Saint-Romain
Saint-Véran
Saint-Émilion
L’appellation Saint-Emilion AOC si trova a Bordeaux, per la precisione nella zona del Libournaise, sulla riva destra della Dordogna. Si estende su circa 5600 ettari di vigne, coltivate su terreni piuttosto eterogenei, che comprendono suoli di varia composizione con argille, limo, calcare, sabbie e ciottoli alluvionali. Il vitigno principe del territorio è il merlot, che rappresenta circa il 60%. Il restante 40% è coltivato fondamentalmente con cabernet sauvignon e cabernet franc. I vini di Saint-Emilion AOC sono famosi per la loro struttura, che si stempera con il tempo in una raffinata e armoniosa eleganza. Sono rossi da invecchiamento con una longevità di almeno una decina d’anni.
Salento
L'IGT Salento può essere utilizzata per la produzione di vini bianchi, rosati e rossi. Il Salento è una delle zone del sud Italia più interessante e vocata per la viticoltura. Il clima mediterraneo, caldo e ventoso, mitigato dalle brezze del mare e i terreni di matrice calcareo-argillosa, si sono rivelati ideali soprattutto per la coltivazione dei vitigni a bacca rossa. I vini Salento IGT devono essere prodotti con uve di vitigni idonei alla coltivazione nelle province di Brindisi, Lecce e Taranto e iscritti nel registro nazionale delle varietà di vite per uve da vino. Il disciplinare prevede inoltre la possibilità di indicare in etichetta il nome del vitigno, se il vino è realizzato con almeno l’85% delle uve menzionate. I vitigni più coltivati sono: Negroamaro, Aleatico, Bianco d’Alessano, Impigno bianco, Malvasia nera di Lecce, Malvasia nera di Brindisi, Moscatello selvatico, Primitivo, Susumaniello. Il Salento è una delle zone vitivinicole d'Italia che vanta una lunga tradizione nella produzione di vino rosato, che trae la sua origine dall'antica tecnica di vinificazione "a lacrima" risalente al tempo dei Romani, che consisteva nel lasciare lacrimare le uve nel forum vinarium prima della pigiatura, raccogliendo e vinificando separatamente il pregiatissimo mosto fiore che ne fuoriusciva. Non a caso dal Salento proviene il più famoso vino rosato italiano: il Five Roses di Leone de Castris, il primo rosato a essere imbottigliato e commercializzato in Italia nel 1943. Introdotto nella regione nel XII secolo dagli Angioini, il Fiano è il vitigno bianco che si appresta a divenire un altro ambasciatore della Puglia enoica e che nel Salento ha trovato una perfetta acclimatazione, divenendo la varietà a bacca bianca più coltivata insieme allo Chardonnay e all'autoctona Verdeca.
Salice Salentino
La zona di produzione del Salice Salentino DOC comprende il territorio comunale di Cellino San Marco in provincia di Brindisi e il territorio dei comuni di Guagnano, Salice Salentino, Veglie e in parte il territorio comunale di Campi Salentina in provincia di Lecce. La denominazione prevede la produzione di vini bianchi, rosati e rossi. Per quanto riguarda la base ampelografica, il disciplinare prevede per i bianchi, anche spumante, un minimo del 70% di chardonnay, con un eventuale saldo di un massimo del 30% di altre uve a bacca bianca, non aromatiche, autorizzate nelle province di Brindisi e Lecce. Con menzione di vitigno bianco: pinot bianco e chardonnay (minimo 85%). Per rosati e rossi il disciplinare prevede un minimo del 75% di negroamaro, con un eventuale saldo di un massimo del 25% di altre uve a bacca rossa autorizzate in Puglia nella zona Salento-Arco Ionico. Con menzione di vitigno rosso aleatico (85%), negroamaro (90%). La denominazione Salice Salentino DOC è famosa soprattutto per i vini rossi, intensi, ricchi, profondi e persistenti.
Salina
Salta
San Juan
Sancerre
Sancerre AOC è una delle appellation più famose della Valle della Loira. Il territorio si estende nell’area collinare sulla riva destra del fiume,di fronte a Poully-Fumé. Una splendida zona collinare con versanti piuttosto ripidi, che si estende complessivamente su circa 2800 ettari. I suoli sono costituiti da pregiate terre bianche, caratterizzate dalla presenza di marne calcaree da cailloutes e graviottes. Il clima fresco e ventilato, ma sempre mitigato dalla presenza della Loira, è perfetto per una viticoltura di qualità. Il vitigno più coltivato in assoluto è il sauvignon blanc, ma non mancano anche alcuni vigneti di pinot noir destinato alla produzione di vini rossi e rosé. I vini dell’appellation Sancerre AOC sono pure espressioni del terroir e portano nel bicchiere le differenze dei suoli delle varie zone. Quelli provenienti da vigne coltivate sulle terre bianche, da giovani presentano aromi ricchi, che si affinano e diventano più eleganti con il tempo. I vini che nascono dalle zone caratterizzate da caillottes e graviottes sono invece più sottili e delicati, sempre dotati di grande freschezza. In generale sono considerati tra i migliori Sauvignon Blanc in assoluto.
Sangue di Giuda
Sannio
Sant'Antimo
Santenay
Sardegna
Saumur Champigny
Sauternes
L’appellation Sauternes AOC si trova sulla riva sinistra della Garonna, nella zona sud delle Graves e comprende in territorio di diversi comuni: Barsac, Bommes, Fargues Preignac e Sauternes. È un’area d’antiche tradizioni, già famosa ai tempi dell’occupazione romana della Gallia. Il particolare microclima, con un tasso di umidità elevato e la presenza di nebbie mattutine durante la stagione autunnale, consente alla Botrytis cinerea di sviluppare sugli acini le muffe nobili responsabili degli aromi dei vini di Sauternes AOC. Le uve di sauvignon blanc, sémillon e muscadelle sono vendemmiate tardivamente, solo dopo lo sviluppo della Botrytis e vinificate una volta appassite. I vini così prodotti sono ricchi di zuccheri, con aromi intensi e complessi. Conservano tuttavia una buona acidità, che ne rende la bevuta sempre piacevolissima. Sono vini di grande prestigio e fama, con un potenziale d’invecchiamento che può arrivare fino a diverse decine d’anni. Perfetti da abbinare al foie gras, a un tagliere i formaggi erborinati o a formaggi stagionati e saporiti.
Savennières
Savigny-Lès-Beaune
Scotch Whisky
Sebino
Serra Gaúcha
Serrapetrona
Sforzato di Valtellina
Sforzato di Valtellina DOCG è una denominazione che si estende su una serie di comuni del versante delle Alpi Retiche in provincia di Sondrio. È un vino ottenuto dopo un appassimento delle uve per alcuni mesi in appositi fruttai. Il vitigno principe della denominazione è il nebbiolo, in loco chiamato chiavennasca, che secondo quanto stabilito dal disciplinare deve essere presente in una percentuale minima del 90%, con un eventuale saldo del 10% di altre uve a bacca rossa autorizzate in provincia di Sondrio. Lo Sforzato di Valtellina DOCG è un vino di grande struttura, complessità e concentrazione aromatica, caldo, morbido e avvolgente.
Sherry
Sicilia
Sicilia DOC è una denominazione a carattere generale, che ricomprende tutto il territorio della Sicilia. Il disciplinare prevede la produzione di spumante, bianchi, rosati e rossi. I vitigni più utilizzati sono: catarratto, inzolia, chardonnay, grecanico, grillo, carricante, chardonnay, sauvignon blanc, viogner, moscato d’Alessandria, nero d’Avola, frappato, nerello mascalese, perricone, nocera, cabernet sauvignon e syrah.
Sierra de Avila
Soave
Il Soave DOC è uno dei vini di maggior tradizione del panorama dei bianchi italiani. Nasce nella zona collinare a nord-est di Verona e ha la sua zona classica, storicamente più vocata, nei comuni di Soave e Monforte d’Alpone. La base ampelografica è fissata dal disciplinare in un minimo di 70% di garganega con un eventuale aggiunta di trebbiano di Soave e chardonnay per un massimo del 30%. Possono inoltre concorrere le uve provenienti dai vitigni a bacca bianca, non aromatici, idonei alla coltivazione per la Provincia di Verona per un massimo del 5%. Il Soave DOC è un vino di buona struttura, armonioso ed equilibrato con un ottimo potenziale d’invecchiamento.
Sonoma
Sotol
South Australia
Spoleto
Spumante
Stefan Voda
Stellenbosch
Swartland
Szekszárd
Südsteiermark
Tasmania
Taurasi
Il vino Taurasi DOCG è uno dei grandi rossi da invecchiamento prodotti nel sud Italia. La zona è limitata dal disciplinare a una serie di comuni in provincia di Avellino. La basa ampelografica è fissata in un minimo dell’85% di aglianico, possono concorrere altre uve a bacca rossa, non aromatiche, autorizzate nella provincia di Avellino per un massimo del 15%. Il Taurasi DOCG è un vino austero e intenso, particolarmente adatto ai lunghi affinamenti in legno. È un vino dal grande potenziale d’invecchiamento.
Tennessee Whiskey
Tequila
Teroldego Rotaliano
Terrasses du Larzac
Terre Aquilane
Terre Siciliane
L’Indicazione Geografica Tipica Terre Siciliane prevede la possibilità di produrre vini bianchi, rosati e rossi in tutto il territorio amministrativo della regione Sicilia. I vitigni più utilizzati nella denominazione Terre Siciliane IGT sono: catarratto, inzolia, chardonnay, grecanico, grillo, carricante, chardonnay, sauvignon blanc, viogner, moscato d’Alessandria, nero d’Avola, frappato, nerello mascalese, perricone, nocera, cabernet sauvignon e syrah.
Terre d'Otranto
Terre di Chieti
I vini Terre di Chieti IGT, possono essere prodotti nell’intero territorio amministrativo della provincia di Chieti. L’Abruzzo è una terra d’antiche tradizioni, molto vocata per la coltivazione di vitigni sia a bacca rossa che a bacca bianca. La normativa dell’Indicazione Geografica Tipica Terre di Chieti prevede la possibilità di produrre vini bianchi, rosati e rossi. I vitigni più utilizzati sono: trebbiano d’Abruzzo, pecorino, passerina, cococciola, aglianico, cabernet sauvignon, merlot, sangiovese.
Tierra de Murcia
Timorasso
Tokaji
Tolnai
Torgiano
Toro
Toscana
L’Indicazione Geografica Tipica Toscana prevede la possibilità di produrre vini bianchi, rosati e rossi in tutto il territorio amministrativo della regione Toscana. I vini Toscana IGT devono essere ottenuti da uve autorizzate alla coltivazione nella regione Toscana. Si tratta di una IGT molto ampia e generica legata a un territorio di grandi tradizioni e di sicura qualità.
Touraine
Trebbiano d'Abruzzo
La denominazione Trebbiano d’Abruzzo DOC ha carattere regionale e dona i natali a uno dei vini bianchi più interessanti del centro Italia. Il vitigno Trebbiano d’Abruzzo è una varietà di particolare pregio della numerosa famiglia dei trebbiani, diffusa un po’ in tutta Italia. Il disciplinare definisce la base ampelografica in un minimo dell’85% di trebbiano d’Abruzzo e/o bombino bianco e/o trebbiano toscano, possono concorrere altre uve a bacca bianca non aromatiche, autorizzate in Abruzzo, per un massimo del 15%. Il Trebbiano d’Abruzzo DOC è un vino di forte personalità, di buona struttura e profondità aromatica, con una piacevole vena acida che ne garantisce una buona longevità.
Trentino
La denominazione Trentino DOC ricomprende il territorio di numerosi comuni in provincia di Trento. Il disciplinare prevede una base ampelografica per i bianchi di un minimo di 80% di chardonnay e/o pinot bianco, con un saldo eventuale di un massimo del 20% di sauvignon e/o müller Thurgau e/o manzoni bianco. Con menzione di vitigno bianco: chardonnay, moscato giallo, müller Thurgau, nosiola, pinot bianco, pinot grigio, riesling italico, riesling, sauvignon, gewürztraminer (minimo 85%). Per quanto riguarda i rosati, la base ampelografica richiesta è definita in enantio e/o schiava e/o teroldego e/o lagrein, almeno in coppia, presenti ciascuno nel massimo di 70%, mentre per i rossi: cabernet franc e/o cabernet sauvignon e/o carmenère e/o merlot. Con menzione del vitigno rosso: moscato rosa, cabernet franc, cabernet sauvignon, carmenère, lagrein, marzemino, merlot, pinot nero, rebo (minimo 85%). La denominazione Trentino DOC ampia e variegata, ma che assicura sempre un alto livello qualitativo dei vini.
Trento
Il Trento DOC è un vino di tipo spumante, bianco o rosato che può essere prodotto solo in 74 comuni dei territori della Valle dell’Adige, Valle di Cembra, Vallagarina, Valle del Sarca, Valsugana e Valle Giudicarie. Le prime testimonianze della produzione di vino in Trentino risalgono al 3000 a.C., anche se le prime sperimentazioni di Metodo Classico iniziarono intorno al 1850. La vera svolta avvenne nel 1874 con la nascita dell’Istituto Agrario San Michele e poi con Giulio Ferrari che produsse il primo Spumante Metodo Classico del Trentino nel 1902. Nel 1993, venne riconosciuta la denominazione Trento DOC. La Trento DOC è un’area di 800 ettari, i cui vigneti sono disposti su terreni di montagna e collina, ad un’altitudine che può raggiungere gli 800 metri sul livello del mare. I vigneti ammessi dal disciplinare per la produzione di Trento DOC sono: lo Chardonnay, il Pinot bianco, il Pinot nero e il Meunier. In Trentino, la produzione dello spumante è una vera e propria arte, inoltre la spumantizzazione può avvenire solo con il Metodo Classico, che prevede la rifermentazione in bottiglia e le successive operazioni di remuage e sboccatura. Le uve utilizzate per la produzione di Spumante Trento DOC vengono normalmente vendemmiate in anticipo, vinificate in purezza e poi assemblate successivamente. L’affinamento sui lieviti deve durare almeno 15 mesi, che dovranno essere 36 nel caso della tipologia Riserva. Solo i Trento DOC che vengono affinati sui lieviti per almeno 24 mesi possono riportare l’annata delle uve in etichetta. Gli spumanti Trento DOC possono essere di tre tipologie: Bianco, Rosato e Riserva. Il Trento DOC Bianco è caratterizzato da una spuma elegante, un colore giallo paglierino tenue, un profumo delicato e un profilo gustativo vivace e croccante. Il Trento DOC Bianco può essere denominato Riserva, se l’affinamento sui lieviti ha una durata di almeno 36 mesi. Il tipico colore del Trento DOC Riserva è giallo con note dorate, il suo profilo olfattivo e gustativo è più caratteristico e pieno. Infine, il Trento DOC di tipo Rosato (o Rosé) è caratterizzato da una spuma persistente e fine, un colore rosa tenue, un profilo olfattivo fruttato e un sapore armonico e mediamente corposo. Acquistare Trento DOC online Sei appassionato di Spumante Trento DOC? Puoi acquistarlo online su Vino.com. Nella tua enoteca online di fiducia troverai la migliore selezione di vino Trento DOC a prezzi competitivi. I Trento DOC Bianco sono vini spumante Metodo Classico con caratteristiche uniche, un colore giallo paglierino con riflessi dorati, un’ottima intensità e complessità aromatica, note vanigliate, di crosta di pane e croissants. I Trento DOC Rosé hanno un colore che oscilla tra il cerasuolo e la buccia di cipolla, agli aromi fruttati e floreali si aggiungono le note di marasca e rosa rossa fresca. Su Vino.com potrai trovare il classico Trento DOC Brut Blanc de Blancs Maximum di Ferrari, con le sue entusiasmanti note di frutta gialla matura e di nocciola; il Trento DOC Brut Blanc de Blancs Maso Martis con i suoi eleganti sentori di lievito; oppure il Trento DOC Brut Rosé Altemasi dal colore rosa tenue con riflessi ramati e sentori di Ciliegia, mela rossa e ribes. Questi sono solo alcuni dei grandi Trento DOC disponibili su Vino.com, scopri la gamma e lasciati avvolgere dalla cremosità e dalla persistenza delle bollicine Trento DOC. Quali sono i migliori Produttori di Trento DOC? Su Vino.com potrai trovare i migliori produttori di Trento DOC. Dalla storica azienda Ferrari, dove è stato prodotto il primo Metodo Classico del Trentino per mano di Giulio Ferrari nel 1902, alla prestigiosa Maso Martis, con i suoi Blanc de Blancs, Riserva e Madame Martis Trento DOC. Un altro importante produttore è Altemasi, una delle aziende più rappresentative nella produzione di Trento DOC Metodo Classico, con i suoi favolosi Trento DOC Brut Millesimato; Trento DOC Brut Riserva Graal e Trento DOC Pas Dosé, dai perlage eleganti e dalla struttura raffinata. Ti suggeriamo anche la famosa azienda Revì con il suo Trento DOC Rosé Riserva Cavaliere Nero, uno spumante rosé elegante e slanciato, minerale e vanigliato. Questi sono solo alcuni dei più importanti produttori di Trento DOC che potrai trovare su Vino.com, scopri la selezione. Con quali uve si produce il Trento DOC? Il Trento DOC è un vino spumante bianco o rosé che può essere prodotto solo con uve a bacca bianca Chardonnay e Pinot Bianco e con uve a bacca nera Meunier e Pinot Nero. Sono vitigni storicamente coltivati nella regione Trento DOC che nel corso dei decenni si sono distinti per la loro idoneità alla spumantizzazione e per la loro capacità di apportare caratteristiche uniche al vino. Le uve Chardonnay, Pinot Bianco, Meunier e Pinot Nero, utilizzate per la produzione di Trento DOC, possono essere vinificate con modalità differenti a seconda della tipologia di spumante che si vuole produrre. I Trento DOC, come tutti i vini spumante, possono essere: Blanc de Blancs, prodotti solo con uve a bacca bianca; Blanc de Noirs, prodotti con uve a bacca nera vinificate in bianco; millesimati, con l’85% delle uve provenienti dalla vendemmia dello stesso anno; sans-année, con vini di diverse annate; prestige, quando le uve utilizzate sono quelle di una selezione specifica; e infine mono-cru, quando le uve provengono da un vigneto specifico o da un singolo comune. Scopri le varie tipologie di Trento DOC disponibili su Vino.com. Quali sono le caratteristiche del Trento DOC Rosé? Il Trento DOC Rosé è un vino spumante di tipo rosato, caratterizzato da un affinamento sui lieviti di 15 mesi, un colore rosa tenue e un perlage fine e persistente. Anche il Trento DOC Rosé può essere prodotto con uve Chardonnay, Pinot Bianco, Pinot Nero e Pinot meunier. La tipologia Trento DOC Rosé può essere ottenuta con la modalità d’assemblaggio, unendo vino bianco e vino rosso o de saignée, attraverso un breve contatto delle uve a bacca nera con le bucce. Il Trento DOC Rosé ha un profilo olfattivo particolarmente fruttato e armonico, con note di marasca e rosa rossa, una corposità media e caratteristica. Su Vino.com potrai trovare il Trento DOC Rosé Altemasi, equilibrato, raffinato e persistente e il Trento DOC Rosé Revì, con le sue note di crosta di pane e cannella. Scopri la selezione nella tua enoteca online di fiducia.
Trevenezie
Tulbagh
Tupungato
Umbria
La normativa dell’Indicazione Geografica Tipica Umbria prevede la possibilità di produrre vini bianchi, rosati e rossi. La zona di produzione comprende l’intero territorio amministrativo delle province di Perugia e di Terni della Regione Umbria. Il cuore verde dell’Italia ha un’antica tradizione nel campo della viticoltura. Il suo territorio collinare e il clima continentale, forniscono ottime condizioni per la coltivazione sia di vitigni a bacca rossa che a bacca bianca. I vini della denominazione Umbria IGT possono essere prodotti con tutti i vitigni idonei alla coltivazione nella Regione Umbria e iscritti nel registro nazionale delle varietà di vite per uve da vino. Le varietà più coltivate sono: sagrantino, sangiovese, merlot, cabernet sauvignon, grechetto, trebbiano spoletino.
Uruguay
Utiel-Requena
Vacqueyras
Val de Loire
Val di Neto
Valdadige
Valdarno di Sopra
Valdeorras
Valdobbiadene
Valencia
Valle Central
Valle d'Aosta
Valle d'Aosta DOC è una denominazione a carattere regionale, che consente la produzione di vini bianchi, rasati e rossi. La viticoltura è sviluppata sui versanti della valle che salgono verso le vette alpine. Si tratta di una viticoltura eroica, faticosa, con vigne spesso terrazzate, che possono essere lavorate solo manualmente e che forniscono basse rese. E’ una regione ricca di vitigni autoctoni rari e molto interessanti, conservati nel corso dei secoli in un territorio di montagna, rimasto al riparo dalle mode dei vitigni internazionali. Molte le indicazioni geografiche presenti sul territorio: Blanc de Morgex et de La Salle (prié blanc), Chambave Muscat (moscato bianco), Nus Malvoisie (pinot grigio), Arnad-Montjovet (nebbiolo, minimo 70%), Chambave (petit rouge, minimo 70%), Donnas (nebbiolo, minimo 85%), Enfer d’Arvier (petit rouge, minimo 85%), Nus (vien de Nus, minimo 40%), Torrette (petit rouge, minimo 70%).
Valle d'Itria
Valle de Cafayate
Valle de Casablanca
Valle de Colchagua
La Valle de Colchagua è una delle zone emergenti di maggior interesse della vitivinicoltura cilena. Situata nella metà sud-ovest della Valle del Rapel, è caratterizzata da condizioni climatiche ottimali, risultato della vicinanza all'Equatore che assicura un clima caldo e secco, stemperato dalle brezze dell'Oceano Pacifico, dai fiumi e dalle piogge occasionali. Sebbene i vini più rilevanti siano ottenuti da uve a bacca rossa, quali Cabernet Sauvignon, Carmenère e Syrah, in alcune aree questo raffreddamento è talmente importante da consentire la coltivazione di varietà a bacca bianca. Incastonata tra le colline costiere e i contrafforti andini, i suoi pendii sono le zone più ambite in quanto generalmente granitiche a forte drenaggio che stressano le viti obbligandole a produrre meno acini ma più concentrati di sostanze, e perché tendono a essere zone più fresche rispetto al fondovalle caratterizzandosi per una escursione termica più pronunciata tra il giorno e la notte portando alla produzione di uve dall'eccellente equilibrio tra zuccheri e acidità. Il fiume Tinguiririca che scorre nella parte più a nord in cui è concentrata la maggior parte delle cantine, per l'azione del corso fluviale che trasporta acqua ma anche argille che limo che rendono i terreni particolarmente fertili e propizi alla viticoltura.
Valle de Guadalupe
Valle de Ica
Valle de Leyda
Valle de Pedernal
Valle de Uco
Valle del Bío-Bío
Valle del Maipo
Valle del Maule
Valle del Rapel
Valle del Tirso
Valles Calchaquìes
Valli di Porto Pino
Valpolicella
Nella zona vinicola della Valpolicella si producono vini rossi tra i più pregiati del panorama enologico nazionale, e non solo. La Valpolicella è una Denominazione di grande prestigio nazionale, in grado di imporsi sul mercato internazionale grazie alla qualità e alla ricca varietà dei suoi vini. La sua storia produttiva è legata alla cura per i vitigni autoctoni a bacca rossa: Corvina, Corvinone, Rondinella e altri minori, che conferiscono uno stile inconfondibile alle tipologie di vino previste dal disciplinare: Amarone della Valpolicella, Valpolicella, Valpolicella Ripasso, Recioto della Valpolicella. Per farvi scoprire il vostro vino della Valpolicella preferito, facciamo un po' di chiarezza sulle tipologie. Il Valpolicella d’annata è un vino fresco e vinoso, morbido e vivace: non potrà non piacervi! La sua versione “Superiore” ha caratteristiche qualitative superiori, appunto, perché prodotto da uve selezionate, e caratterizzato da maggiore alcolicità e struttura, complice anche l’invecchiamento di un anno, come da disciplinare di produzione. Aumentando di struttura, il Valpolicella Ripasso DOC ha un corpo più consistente rispetto ai precedenti, perché ottenuto dalla rifermentazione del Valpolicella sulle vinacce di Amarone o del Recioto. Un prodotto unico al mondo, piacevolmente rotondo e longevo. Se avete in programma un po' di meditazione, l’Amarone della Valpolicella DOCG, il vino più prestigioso della Valpolicella, è il vino che fa per voi. È ottenuto dall’appassimento delle uve che riposano su fruttai per 100/120 giorni, al fine di concentrare zuccheri e polifenoli negli acini, e dalla lenta fermentazione risulta un vino dall’elevata gradazione alcolica. Infine, l’invecchiamento in legno perfeziona la sua struttura e gli consente di evolversi per decenni. Arriviamo infine al Recioto della Valpolicella DOCG, l’antenato dell’Amarone, il vino più antico della denominazione Valpolicella. Questo vino si ottiene arrestando la fermentazione per conservare la percentuale zuccherina necessaria, a garanzia della dolcezza che contraddistingue questo vino. Pur essendo l’unico vino dolce prodotto in Valpolicella, non è mai stucchevole grazie all’acidità e alla sua struttura. Pronti a portare la Valpolicella in tavola? Qual è la differenza tra Valpolicella Superiore e Valpolicella Ripasso? Se vi chiedete la differenza tra Valpolicella Superiore e Valpolicella Ripasso, siamo qui per chiarire ogni vostro dubbio. Partiamo dal principio: si può dire che il Valpolicella Ripasso sia in qualche modo il fratello maggiore del Valpolicella, un vino che nella sua versione base si presenta giovane e fine dal profumo vinoso, sottile e dal sapore fresco, secco e alquanto morbido, piacevolmente vivace. Il Valpolicella superiore è ottenuto dalla vinificazione in rosso delle uve autoctone della Valpolicella, seguita da un breve affinamento. Per ottenere quindi la versione Superiore, il Valpolicella deve avere caratteristiche qualitative maggiori e viene infatti prodotto con le uve scelte dai vigneti migliori, talvolta con leggeri appassimenti che conducono a maggiore alcolicità e struttura. Inoltre, non può essere immesso sul mercato prima che sia passato un anno dall'invecchiamento. Il Valpolicella Ripasso prende invece il nome dalla sua tecnica produttiva. Il metodo Ripasso consiste nel metter in contatto, ripassare, appunto, il Valpolicella con le vinacce dell’Amarone, ponendosi dunque come via di mezzo tra queste due tipologie. In quei 15-20 giorni di contatto, si scatena la seconda fermentazione alcolica. Tutto questo viene fatto per conferire al Valpolicella maggior struttura, senza tuttavia ambire alla potenza dell’Amarone. In seguito alla vendemmia, vengono selezionati i grappoli migliori e fatti appassire per circa quattro mesi sul tipico cannicciato utilizzato per l’appassimento, le cosiddette “Arelle”. I grappoli non appassiti vengono pigiati subito per produrre il Valpolicella. Quindi, quando arriva il momento dello svinatura dell’Amarone, il Valpolicella viene messo sulle vinacce per il conferimento di sapori e aromi. Signori e Signore, ecco come nasce un Valpolicella Ripasso, un vino nato come iniziativa anti-spreco delle vinacce del Recioto o dell’Amarone. La differenza tra il Valpolicella Superiore e il Valpolicella Ripasso, sta dunque nei profumi più eterei di quest’ultimo, rispetto alla maggior potenza del primo. Il Ripasso è avvolgente e corposo, il valpolicella superiore denota un’alcolicità più spiccata e richiede un impegno maggiore al palato, dato dall’invecchiamento di almeno 12 mesi in botti di rovere, come previsto dal suo disciplinare di produzione. Ora che i vini della Valpolicella non hanno più segreti per voi, potete scegliere tra le migliori etichetti che abbiamo selezionato per voi, e poi vantare una sapienza enologica con i vostri amici sul tema vini della Valpolicella! Quali sono le migliori cantine della Valpolicella? Non vedete l’ora di provare un vino della Valpolicella, ma non sapete quali siano le migliori cantine? Su Vino.com capitate bene, sempre e comunque. Prima di darvi i nostri migliori consigli sul meglio che la Valpolicella può offrire, sappiate che la Denominazione Valpolicella DOC è costellata di produttori che offrono un ottimo rapporto qualità-prezzo dei loro prodotti. Potete appellarvi a guide che riportano concorsi e premi riservate alle migliori cantine della Valpolicella, ma la realtà in questo campo è molto personale e vi invitiamo a provare per scoprire il vostro stile produttivo preferito! Per aiutarvi a scegliere, possiamo consigliarvi i grandi nomi simbolo di qualità come Allegrini con le sue icone enologiche, oppure la loro linea Corte Giara che reinterpreta in maniera innovativa l’importanza gustativa della Valpolicella, rendendo il vino accessibile anche ai palati meno intenditori. Se siete dei tipi classici, allora non sbaglierete scegliendo punti di riferimento del calibro di Masi, Bertani o Tommasi, e vi sorprenderà scoprire la magica essenza del terroir della Valpolicella nei calici di Brigaldara. Morbidezza ed eleganza sono alla base della filosofia produttiva di Tenuta Santa Maria, di proprietà della Famiglia Bertani, là, dove è nato l’Amarone. In vendita esclusiva su Vino.com, la linea Dal Moro, vini identitari prodotti da uve i cui vigneti sono piantati a 250-450 metri sul livello del mare. Qualsiasi sia il vostro stile produttivo preferito, Vino.com vi saprà accontentare. Pronti a scoprire insieme il meglio della Valpolicella? A cosa abbinare il Valpolicella Ripasso? Avete scelto il vostro Valpolicella Ripasso preferito su Vino.com e ora è il momento di pensare al piatto ideale da abbinare. Il particolare processo di lavorazione conferisce al Valpolicella Ripasso una notevole personalità e un inconfondibile eleganza. Al naso non mancheranno mai sentori di rosa, viola e frutti rossi e, talvolta, note vanigliate. Gli amanti del genere, lo apprezzano soprattutto per la morbidezza del suo corpo vellutato che continua nella persistenza del finale. Tra i sentori tipici non mancano la prugna, i piccoli frutti rossi ma anche l’amarena e tutti quei frutti che contribuiscono ad accentuare la finezza di questo vino. Con queste premesse, vi consigliamo di abbinare il vostro Valpolicella Ripasso a secondi piatti a base di carne, per esaltare il sapore. Evitate dunque di abbinare il Ripasso a cibi delicati come carni bianche, pesce o verdure che rischierebbero di scomparire con l’abbinamento. Il Ripasso della Valpolicella può dare il massimo in abbinamento a formaggi stagionati, salumi e selvaggina. Valorizza intensamente anche primi piatti al ragù, la pasta all’uovo e le vellutate a base di legumi. Qualsiasi sia il piatto, ricordatevi che a far da padrone nella questione abbinamento con Ripasso della Valpolicella sarà sempre l'intensità del gusto. A quale regione appartiene il Vino Valpolicella? La Valpolicella è una zona di produzione ad alta vocazione vinicola che occupa per intero la fascia pedemontana della provincia di Verona, nella regione Veneto, e che conta circa 30.000 ettari, interessati da 19 comuni tra cui 5 all’interno della zona della Valpolicella Classica e altri 14 che rientrano nella DOC. Il territorio della Valpolicella è molto vasto: confina ad ovest con il Lago di Garda e a nord gode della protezione dei Monti Lessini. Il disciplinare di produzione prevede la divisione della Valpolicella in tre zone distinte: la Valpolicella Classica che contempla i comuni di Sant’Ambrogio di Valpolicella e di San Pietro in Cariano, le vallate di Fumane, Marano di Valpolicella e Negrar di Valpolicella. Arriva poi la sotto-denominazione Valpolicella Valpantena, comprendente l’omonima valle, e infine la Valpolicella DOC, al cui interno si trova il comune di Verona, le Valli di Illasi, Tramigna e Mezzane. Morfologicamente, la Valpolicella si presenta come un complesso anfiteatro di valli, il paesaggio è collinare e morbido e ovunque è dominato da vigneti che sorgono su terreni molto ricchi e variegati. Aleggia un velo di mistero intorno all’origine del nome “Valpolicella”. La teoria che va per la maggiore è quella secondo cui il nome deriverebbe dal latino Vallis Polis Cellae, ovvero la Valle dalle molte cantine, come testimonianza dell’antica vocazione vinicola di questa DOC.
Valpolicella Ripasso
La denominazione Valpolicella Ripasso DOC è riservata alla produzione di un vino realizzato attraverso un particolare procedimento. Il Valpolicella Ripasso si produce partendo dal vino Valpolicella base, tenuto poi sulle vinacce residue dell'Amarone per circa 2 settimane. Attraverso questo processo, il vino acquisisce maggiore struttura, aromi più intensi, maturi e profondi, il vino cosi ottenuto è molto armonioso, morbido e vellutato, persistente e longevo.
Valtellina
Vaucluse
Veneto
L’Indicazione Geografica Tipica Veneto, Veneto IGT, comprende l'intero territorio delle province di Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona, Vicenza. Tra le regioni italiane, il Veneto è una di quelle che può vantare un’antica e consolidata tradizione nel campo della viticoltura e della produzione di grandi vini. I suoi vini erano, infatti, già famosi ai tempi degli antichi Romani e la fama si è conservata nei secoli fino ad arrivare intatta ai giorni nostri. I vini dell’Indicazione Geografica Tipica Veneto confermano l’alto livello qualitativo della produzione veneta, sia nel campo dei rossi, che dei bianchi. Per la preparazione dei vini Veneto IGT possono concorrere i vitigni idonei alla coltivazione per le rispettive province. Molte sono le varietà di uve autoctone coltivate in regione, integrate da una nobile selezione di varietà internazionali, da secoli presenti nel territorio. La gamma dei vini Veneto IGT offre una vasta scelta sia rossi, che di bianchi, garantendo sempre un eccellente livello e un ottimo rapporto qualità/prezzo.
Venezia
Venezia Giulia
Venezia Giulia IGT è una denominazione che comprende l'intero territorio delle province di Gorizia, Pordenone, Trieste e Udine. Il Friuli Venezia Giulia è una regione storicamente molto vocata per la coltivazione della vite. Le condizioni climatiche e la natura dei suoli, si sono dimostrate, fin dall’antichità, ideali per produrre grandi vini, soprattutto con uve a bacca bianca. La naturale protezione offerta dalle Alpi Giulie dai venti freddi del nord e l’influsso delle dolci brezze del mar Adriatico, creano un clima mite di stampo quasi mediterraneo. I terreni, costituiti da pregiate stratificazioni di marne e arenarie o da antichi depositi fluviali, si sono rivelati molto adatti a ospitare una viticoltura improntata alla ricerca della qualità. La regione può vantare un ricco patrimonio d’interessanti uve autoctone. Tuttavia nel corso del XIX secolo, sono stati introdotti molti vitigni internazionali, che si sono acclimatati perfettamente, esprimendosi su alti livelli qualitativi. Oggi l’offerta di vini Venezia Giulia IGT è ampia e sempre di alta qualità, in linea con le migliori tradizioni del territorio.
Ventoux
Verdicchio dei Castelli di Jesi
Verdicchio di Matelica
Verduno
Vermentino di Gallura
Vermentino di Sardegna
Il Vermentino di Sardegna DOC è uno dei vini bianchi italiani più apprezzati per accompagnare la cucina di mare. Secondo il disciplinare, può essere prodotto in tutto il territorio della Sardegna. L’isola ha un’antica tradizione nel campo della viticoltura, che risale addirittura all’epoca della prima colonizzazione fenicia. Il clima caldo e ventilato, tipicamente mediterraneo e la presenza delle dolci brezze del mare, costituiscono delle condizioni particolarmente favorevoli per la coltivazione della vite. La base ampelografica del Vermentino di Sardegna DOC è fissata, anche per le versioni frizzante e spumante, in un minimo di 85% di vermentino. Possono eventualmente concorrere uve provenienti da altri vitigni a bacca bianca, non aromatici, autorizzati nella regione Sardegna per un massimo del 15%. Il Vermentino di Sardegna DOC è un vino intenso, morbido e armonioso, con ricchi aromi fruttati e freschezza equilibrata.
Vermouth di Torino
Vernaccia di Oristano
Vernaccia di San Gimignano
Vernaccia di Serrapetrona
Verona
Veronese
Vesuvio
Vicenza
Vigneti delle Dolomiti
L’Indicazione Geografica Tipica Vigneti delle Dolomiti può essere utilizzata per i vini bianchi, rossi e rosati, prodotti nei territori delle province di Trento, Bolzano e Belluno. Vigneti delle Dolomiti IGT è una denominazione interregionale, che trova la sua connotazione unitaria nell’appartenenza dei territori di produzione all’area dolomitica. L’Indicazione Geografica Tipica Vigneti delle Dolomiti identifica vini di montagna, prodotti in zone, che per clima e terreni sono molto vocate per una viticoltura improntata alla ricerca della massima qualità. I vini Vigneti delle Dolomiti IGT possono essere ottenuti con uve di vitigni idonei alla coltivazione nelle province di Bolzano e di Trento nella regione Alto Adige, e Belluno nella regione Veneto, iscritti nel Registro nazionale delle varietà di vite per uve da vino, con esclusione di una serie di vitigni indicati in normativa. Vigneti delle Dolomiti IGT è una denominazione che tradizionalmente produce vini d’eccellenza, con un ottimo rapporto qualità/prezzo.
Vin Mousseux
Vin Mousseux de Qualité
Vin Santo del Chianti Classico
Vin Santo di Carmignano
Vin Santo di Montepulciano
Vin de France
Vin de Pays du Var
Vin des Allobroges
Vinho Verde
Vino Blanco
Vino Spumante
Vino Spumante di Qualità
La menzione Vino Spumante di Qualità è utilizzata per tutti gli spumanti prodotti all’interno del territorio di denominazioni, che non prevedano espressamente la tipologia spumante nel disciplinare. Può essere utilizzata anche nel caso in cui, per scelta dei vitigni o processi produttivi, gli spumanti non rientrino all’interno della disciplina della denominazione territoriale d’appartenenza. Spesso si tratta di vere eccellenze di piccoli territori o di spumanti realizzati con vitigni autoctoni particolari e interessanti. La legge fissa alcune regole di base per garantire comunque la qualità e l’omogeneità del Vino Spumante di Qualità. Il titolo alcolometrico minimo naturale non può essere inferiore a 10% vol. Il liquer de tirage può essere composto, insieme ai lieviti e al saccarosio, solo da: mosto d’uve, mosto d’uve parzialmente fermentato dai quali possa essere ottenuto un vino da tavola o V.Q.P.R.D. La durata del processo di preparazione del Vino Spumante di Qualità, compreso l’invecchiamento del prodotto nell’azienda di produzione, non deve essere inferiore a 9 mesi a partire dall’inizio della seconda fermentazione. La durata della fermentazione e della permanenza del vino sulle fecce non può essere inferiore a 60 giorni. Il Vino Spumante di Qualità, inoltre, deve avere al momento dell’apertura una sovrappressione pari a 3,5 atmosfere, ridotta a 3 atmosfere se il contenitore ha una capacità inferiore ai 25 cL.
Vino d'Italia
Vino de España
Viré-Clessé
Vittoria
Volnay
Vosne-Romanée
L’appellation Vosne-Romanée AOC si trova in Borgogna, nel cuore più nobile della Côte de Nuits, al confine con altre Appellation famosissime come Clos-de-Vougeot, Vosne-Romanée, La Tache, Richebourg, Romanée-Conti, Echézeaux, nomi mitici nel mondo del vino. L’area vitata si estende su circa 225 ettari, nella zona della Combe de Concoeur a un’altitudine compresa tra i 250 e i 350 metri sul livello del mare. Vosne-Romanée AOC comprende l’Appellation Village, 15 Premier Cru e ben 8 Grand Cru. Il vitigno protagonista assoluto del territorio è il pinot noir che dona vini ricchi e vellutati, di grande finezza ed eleganza, con un potenziale d’invecchiamento di una decina d’anni.